Biella regina del 2016, ma ora?

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Dopo la sconfitta di Santo Stefano contro Omegna, dopo aver mostrato ai 250 tifosi biellesi accorsi a Verbania la peggior prestazione stagionale chiudendo l’anno nel peggior modo possibile, l’Angelico Biella sembrava aver intrapreso un viaggio senza ritorno in un tunnel senza uscita e guardare la classifica sicuramente non aiutava a migliorare il morale: penultimi con 4 vittorie e ben 10 sconfitte. La partita del 3 gennaio in casa contro Siena dell’indimenticato ex Ramagli poteva rappresentare la svolta, ma, vista quella di qualche giorno prima, alzi la mano chi ci credeva veramente. E soprattutto dopo essersi fatti recuperare più di 20 punti nell’ultimo quarto nemmeno il più inguaribile ottimista avrebbe potuto immaginare il colpo di reni seguente. Vittoria al cardiopalma contro la Mens Sana, successo all’ultimo respiro in casa della capolista Agrigento, asfaltata Casale Monferrato con un prova maiuscola, altra vittoria fondamentale in chiave salvezza in casa di Barcellona (ribaltando a proprio favore la differenza canestri), e tre giorni fa anche Latina è caduta al Biella Forum. Cinque vittorie di fila, percorso immacolato nel 2016 (miglior squadra del nuovo anno in A2 ovest), uscita momentanea dalla zona retrocessione.

Jazzmar Ferguson top scorer dell'Angelico

Ma quali sono i segreti di questa rinascita? Motivi emozionali sicuramente: la conferenza stampa di fine anno in cui il presidente Massimo Angelico si è presentato davanti a tutti a testa alta dopo la sconfitta di Omegna, confermando la massima fiducia al GM Marco Sambugaro (oggetto di molte critiche sulla costruzione del roster) e ribadendo che Michele Carrea (scommessa proprio di Sambugaro dopo l’addio di Corbani) sarebbe rimasto sulla panchina rossoblù fino a fine anno, è stata un momento denso di significato per tutto l’ambiente. Già contro Siena si era vista una coesione diversa in campo, testimoniata dall’aver reagito alla bufera dopo la rimonta dei biancoverdi. Di questo nuovo clima ha giovato sicuramente anche il pubblico: il Biella Forum è tornato ad essere quel fortino inespugnabile che è sempre stato anche negli anni della serie A, e i giocatori col proprio comportamento in campo dimostrano di apprezzare notevolmente il calore che si respira durante le partite. E poi motivi tecnici, ovviamente: l’accantonamento di Grande, promuovendo definitivamente Venuto a play titolare, l’integrazione di Mike Hall (fuoriclasse per la categoria giunto alla quinta giornata) che ha permesso di recuperare una quantità enorme di rimbalzi (primo rimbalzista del campionato), e di aprire le opzioni agli esterni in attacco, attirandosi raddoppi delle difese avversarie, con Ferguson che dopo quasi 20 giornate rimane ancora un dilemma difficile da risolvere per la maggior parte delle difese. Da sottolineare, inoltre, la crescita degli italiani con un De Vico ritrovato che viaggia a più di 15,5 punti di media nelle ultime cinque uscite, Infante trascinatore e vero collante del gruppo e infine Pierich che, dopo l’infortunio alla spalla, è tornato a fare quello che gli riesce meglio con grande aggressività in difesa e capacità in attacco di rendersi pericoloso sia dall’arco che in post basso.

L'infortunio a Mike Halll

Nel titolo abbiamo posto una domanda: ma ora? Già perché la gioia per l’ultima vittoria è stata strozzata dall’infortunio di Hall: rottura del tendine rotuleo e stagione finita. La società non ha ancora comunicato le proprie intenzioni, ma sul mercato non si vedono attualmente grossi affari, soprattutto in grado di inserirsi e sostituire un uomo di peso come Hall. Nonostante il filotto di successi, Biella si trova ancora impantanata in un’affollatissima metà classifica, a solo 2 punti di distanza dai playout. Se la voglia e la lucidità saranno quelle del secondo tempo contro Latina (magari con un valido innesto dell’ultimo minuto), la parola playoff potrebbe non essere più un tabù. Se invece le rotazioni dovessero rimanere queste e coach Carrea si troverà ad affrontare minuti con i propri giocatori in debito di ossigeno, occorrerà vedere se gli italiani (La Torre e Banti soprattutto) sapranno dare minuti di qualità per stringere le maglie in difesa, e proporre alternative in attacco.

Comunque andrà siamo sicuri che ci sarà da divertirsi.

Riccardo Picco

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