BOSTON CELTICS
Al Horford: 8.5. Anche per questa serie, il mio personale MVP. L’attacco dei Celtics è incentrato su di lui che fa andare via l’arancia come pochissimi lunghi e tira con percentuali stratosferiche (77.6% reale). Per Washington è un rebus irrisolvibile e in difesa è bravissimo sia quando deve marcare Gortat che contro Morris. Quei 113 milioni, checché se ne dica, sono più che meritati.
Amir Johnson: 5. Ha la sfortuna di avere a che fare contro il quintetto avversario e in una struttura di squadra che non paga molto, se non a livello difensivo. Non sfigura particolarmente ma i Celtics viaggiano meglio senza di lui (e il -11.6 di net rating ne è la conferma).
Avery Bradley: 7.5. Esplode offensivamente in gara 5 e gara 6 con 29 e 27 punti dopo aver faticato nelle prime due partite giocate a Washington. Solito difensore impeccabile sulla palla, oltre a tutto il resto si ritrova spesso a marcare, nei limiti dell’umano, John Wall.
Isaiah Thomas: 8. Difensivamente lo si paga e Boston lo sa, cercando di proteggerlo in ogni modo. Ma dall’altra parte del campo fare quello che fa lui a 1.70 e qualche cosa è senza senso. La percentuale da 3 e il numero di assist smazzati (e di conseguenza della maturità nelle letture offensive) sono i dati che certificano l’ulteriore miglioramento in post-season.
Jae Crowder: 7. Silenzioso e mai dannoso, tira discretamente dal campo, perde pochissimi palloni, cattura più rimbalzi di tutti e difensivamente è sempre una rogna. Esemplificazione del ricercatissimo 3&D. Insieme a Bradley e Smart recupera tantissimi palloni che scatenano i Celtics in contropiede.
Jaylen Brown: 6. Gioca poco e tira male, ma con il suo net rating fa spavento (+25.6). Difensivamente è sempre una sicurezza, lo si attende ora a un miglioramento nelle letture e nelle percentuali offensive.
Kelly Olynyk: 6.5. Se non avesse giocato gara 7 il suo voto forse non avrebbe rasentato la sufficienza (che diventa quindi una media ponderata tra tutte le sue partite). Eppure Boston trova l’eroe che non ti aspetti, con 26 punti e percentuali folli dal campo.
Marcus Smart: 7. Il Celtic Pride nella sua massima espressioni. Nonostante sfiori il 40% da tre, per il resto tira malissimo ma l’ultima cosa che devi fare con lui è guardare il box score. La grinta, l’energia, le hustle plays e gli intangibles sono quanto di più prezioso possa dare a coach Stevens.
Terry Rozier: 6. Come Jaylen Brown se non addirittura meglio, la sua dose di energia e giocate utili dalla panchina sono tra le chiavi del successo di Boston.
Gerald Green, Jonas Jerebko, James Young, Tyler Zeller: sv.
Coach Brad Stevens: 8. Affronta uno dei quintetti più forti della Lega, con cui va sotto (anche per le difficoltà strutturali a rimbalzo) ma attinge magistralmente dalla panchina con cui demolisce gli avversari. Gestisce Isaiah Thomas in maniera sublime (palla in mano, lontano dalla palla, come bloccante) e fa di Horford il faro di un attacco che esegue tutto benissimo.
WASHINGTON WIZARDS
Bojan Bogdanovic: 6. L’unico a salvarsi in uscita dalla panchina, anche se fa fatica ad emergere trovandosi spesso in campo con gli altri componenti del pino di Washington. Tira bene da 3 come suo solito.
Bradley Beal: 7.5. Gioca gara 6 in maniera sublime, portando di peso i suoi a gara 7 che gioca addirittura meglio segnando 38 punti. Soffre un po’ all’inizio della serie (tirando anche male) ma poi eleva il suo gioco formando un backcourt pauroso con Wall.
Brandon Jennings: 4. E il voto è forse troppo alto. Un vero disastro su due lati del campo, tenta più che altro di innervosire gli avversari (soprattutto Rozier) fallendo miseramente. Tira con il 21.9 effettivo dal campo e ha un PIE negativo.
Ian Mahinmi: 5. Fatica immensamente e il -27.1 di net rating è li a dimostrarlo. In particolar modo in difesa viene continuamente scherzato da Horford e da Thomas quando i due giocano il pick and roll.
John Wall: 8. Nonostante la pazzesca tripla di gara 6 che regala ai suoi la possibilità di giocarsela in gara 7, tira male dal campo. Detto questo, è il pericolo numero 1 per Boston, la sua velocità non è fermabile in alcun modo e in tutto questo è quasi sempre in doppia cifra per assist. Qualche amnesia difensiva di troppo.
Kelly Oubre Jr: 5. Purtroppo per lui verrà ricordato solo per lo spintone dato a Olynyk che gli è costato gara 4, quando nelle prime tre partite della serie un contributo dalla panchina era arrivato. Da lì in poi sparisce pian piano diventando sempre più dannoso.
Marcin Gortat: 6.5. Nell’area dei Celtics banchetta senza sosta, portando a casa 4.4 rimbalzi offensivi di media a partita e i suoi blocchi sono sempre granitici ed efficaci. Soffre molto Horford ma se avesse avuto un cambio adeguato a dargli più fiato avrebbe potuto incidere ancora maggiormente.
Markieff Morris: 7. Dopo l’infortunio in gara 1, gioca una serie molto positiva. Va forte a rimbalzo, tira benissimo da 3 e ai liberi e in difesa è quello che fa meglio di tutti gli Wizards (104.3 di rating contro il 112.4 di squadra).
Otto Porter Jr: 7. A parte l’uovo in gara 6 e lo scarsissimo 18.9% da tre dopo essere stato mortifero in regular season, gioca una serie molto positiva sui due lati del campo.
Daniel Ochefu, Jason Smith, Sheldon McClellan, Tomas Satoransky, Trey Burke: sv.
Scott Brooks: 6. Non riesce a trovare quasi mai un antidoto difensivo al gioco dei Celtics, se non nei parziali decisivi di gara 3 e gara 4. Resta spesso a contatto grazie ai rimbalzi offensivi e dalla panchina non riesce mai a ottenere alcunchè (non solo per demeriti suoi). Ha il pregio di aver convinto a giocare insieme (e bene) Wall e Beal e con il nucleo di titolari da cui partire può dire la sua a Est nei prossimi anni.
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