BU Power Ranking, Eastern Conference: i bassifondi dell’Est

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Tempo di analisi di mercato e di strategia per la stagione che verrà. Ripartiamo dai bassifondi dell’Est più oligarchico di sempre:

15. Chicago Bulls
Anno 0 in casa Bulls, media età bassissima, giocatori con potenziale, ma nessun campione pronto ad esplodere. A Chicago, per i prossimi due anni non ci saranno grandi aspettative, ci sono circa 10 giocatori di rotazione tra cui un fillandese che rappresenta perfettamente l’idea della rivoluzione dei 4 tattici europei. Un 2.13 di talento e applicazione in tutti i fondamentali, non sarà lui a guidare la squadra, ma potrà rappresentare il valore aggiunto di un quintetto che vivrà del tiro da tre punti e possessi veloci, dove Lavine, Dunn e Valentine costituiranno il più giovane back-court della lega. Siamo curiosi di vedere se sarà concesso un posto a roster per Ryan Arcidiacono che per 10/15′ a partita potrebbe essere il necessario alter-ego dell’ex campione della gara delle schiacciate. Ci aspettiamo una stagione solida di Mirotic, chiamato a guidare la squadra nei momenti tesi delle partite, e complessivamente un miglioramento dai ragazzi di Hoiberg  nel finale di stagione.

 

14. Atlanta Hawks
Quando va via Dwight le squadre fanno generalmente grandi annate, ma quest’anno potrebbe non valere per gli Hawks, che dopo anni di alta classifica ad est, hanno deciso di cedere alcuni elementi fondamentali e ripartire con Budenholzer, un gruppo di giovani e diversi europei d’esperienza come Belinelli, Ilyasova e Schroder, quest’ultimo chiamato a giocare una grande stagione, dopo le altalenanti prestazioni dello scorso anno. Dedmon avrà l’occasione di giocare titolare e di dimostrare di poter giocare contro i migliori centri della lega perlomeno nella metà campo difensiva. Infine sarà interessante vedere chi si prenderà il posto da titolare tra Bembry e Prince, due D&3 con grosso potenziale nel basket moderno.

 

13. Brooklyn Nets
Nonostante la lunghezza della rotazione, il quintetto base sembra ben definito per i Nets, nel back court solo giocatori ad alta infiammabilità con diverse promesse con destini sfortunati per diversi motivi come LeVert, Hollis-Jefferson e D’Angelo Russell. Da quest’ultimo ci continuiamo ad aspettare grandi cose e la stagione che sta arrivando potrebbe rappresentare un trampolino di lancio per uno che ha già dimostrato di potersi prendere i tiri decisivi. Il parco lungo è rivoluzionato e la coppia Booker-Mozgov promette scintille e durezza nel pitturato. Atkinson avrà comunque il difficile compito di amalgamare una squadra ricostruita dalle fondamenta con criterio e qualche libertà poetica da Sean Marks. I dread di Lin hanno già fatto discutere, ma in una squadra con Carroll, Crabbe e Russell potrebbero passare inosservati.

 

12. New York Knicks
Quest’anno, all’unicorno lettone, sarà affiancato Kanter che consentirà a Porzingins di staccarsi dal pitturato per sfruttare il repertorio completo da combo guard di 2.20.
Melo è andato via ed al suo posto è stato dato un contratto ad Hardaway JR ed è stata data la settima ed ultima vita a Beasley, se uno dei due esplodesse, potrebbero divertirsi al Madison Square Garden. Le vittorie non saranno molte, ma la solidità del front-court è evidente e potrà fare la voce grossa contro le squadre dell’est. Il posto di Rose è stato rimpiazzato dalla scelta numero 8 dell’ultimo draft Frank Ntikilina e dall’esperienza di Jarrett Jack, marinaio di diverse barche in mezzo alla tempesta negli ultimi anni. Hornacek è chiamato ad un lavorone, ma le basi per ricostruire sono state completamente gettate.

 

11. Orlando Magic
Siamo fan di Frank Vogel, ma dopo la scorsa annata l’hype per i Magic è un po’ sceso. Sono stati presi Simmons, Speights, Afflalo ed Augustine che dovrebbero portare la saggezza e la tranquillità dei veterani ad una squadra con giovani talenti, ma con pochi punti nelle mani.
Ci aspettiamo tanto da Aaron Gordon che sembra essere migliorato notevolmente nelle letture di gioco in questa preseason, mentre vorremmo vedere Mario Hezonja con più minuti e soprattutto più coraggio.
I Magic in questo est potranno quasi certamente giocarsi una delle ultime posizioni per andare ai Play-Off, ma il cammino di crescita da fare è lungo. A Payton è richiesto un anno di stabilizzazione con meno alti e bassi, mentre a Biyombo e Vucevic ci si aspetta un miglioramento nella complementarietà. Annata tutta da scoprire questa di Orlando.

Stefano Muratorio

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