Caso doping: tra i dossier hackerati della WADA spunta il nome di Milos Teodosic

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È esplosa come una bomba la quinta serie di esenzioni mediche – note con l’acronimo TUE (Therapeutic Use Exemption ndr) – della WADA (Word Anti-Doping Agency ndr) rese note dagli hacker russi della FancyBears questo pomeriggio. Tra i tanti i protagonisti, che includono dai medagliati italiani Paolo Pizzo, Rachele Bruni, Emanuele Birarelli, Teresa Frassinetti e Matteo Lodo sino a Fabian Cancellara e Cameron Van Der Brugh, è spuntato anche un grande protagonista del torneo olimpico di pallacanestro: vale a dire Milos Teodosic. Si tratterebbe del terzo cestista in lista dopo le star statunitense Elena Delle Donne e Brittney Griner.

clutchpoints.com
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Il play serbo del CSKA Mosca ha beneficiato infatti di un TUE nel gennaio 2016 per l’utilizzo del desametasone, un antinfiammatorio steroideo somministrato giornalmente per via intramuscolare nel periodo in cui lo stesso Teodosic ha avuto problemi cervicali. L’autorizzazione, accordata con postdatazione, non sembra però lasciare spiragli aperti che indichino un qualsivoglia problema di doping per il serbo. Dal canto suo, lo stesso Teodosic ha voluto confermare la sua posizione riguardo la faccenda: “Nel gennaio 2016 ho subito un infortunio al collo di cui sanno tutti, dal momento che ho dovuto indossare un collare. Il dottore del CSKA Mosca mi ha prescritto una medicina chiamato desametasone. Ovviamente, prima di darmi questa medicina, ha acquisito dalla WADA tutti i necessari permessi e carte. Poi, onestamente, non mi servono sostanze dopanti per i miei assist, perché sono nato con essi!”.
Dichiarazioni che suonano come un ‘alibi perfetto’ per il serbo, anche lui al centro di uno dei casi sportivi più intriganti dell’ultimo periodo.

Mario Puggioni
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