Cleveland Cavaliers
Kyrie Irving 8: il suo secondo tempo in attacco sarebbe da incorniciare, finalmente riesce ad emergere in queste Finals ma non basta per battere questi Warriors. Stride un po’ lo 0/7 da tre punti.
JR Smith 7: qualsiasi cosa sarebbe stato meglio delle prime due partite della sua serie, ma riesce a giocare una buona partita. Chiude con 16 punti e 5 triple a bersaglio, compresa quella del +6 a un paio di minuti dalla fine che sembra poter uccidere il match. Sembra, appunto.
LeBron James 8: un’altra partita giocata in linea di galleggiamento con la tripla-doppia, mancata di un solo assist. Non prende in mano la squadra durante il recupero di Golden State nell’ultimo minuto, e in più si fa rubare palla da Iguodala sul possesso decisivo, le uniche macchie della sua gara. A fine partita sembra davvero sfinito, e dopo 39 punti alle Finals contro questi Warriors è anche normale.
Kevin Love 5: passi indietro rispetto alle due partite giocate alla Oracle Arena. La sua importanza a rimbalzo offensivo è palese nel secondo tempo, anche perché di fianco ha un evanescente Thompson, ma in attacco è semplicemente assente.
Tristan Thompson 3,5: se Smith si è in parte fatto perdonare le prime due gare delle Finals, lui continua la tendenza. 23′, 0 punti e 3 rimbalzi per un giocatore che doveva risultare determinante.
Kyle Korver 6,5: vederlo schiacciare non è roba da tutti i giorni, probabilmente disputa la miglior partita di queste Finals come molti dei Cavs. Segna 8 punti e la sua compatibilità con la lineup di Cleveland lo porta a rimanere in campo nei momenti decisivi.
Deron Williams 3,5: i suoi minuti scendono ad appena 4, e Lue ha tutte le ragioni del mondo.
Richard Jefferson 5: prova a giocare duro e far innervosire gli Warriors, senza riuscirci.
Iman Shumpert 5: l’unica giocata degna di nota è uno stupido fallo su Curry che concede a Golden State il bonus con ampio anticipo sulla tabella di marcia.
Coach Tyronn Lue 6,5: i suoi Cavs giocano la miglior partita della serie e ancora non è sufficiente.
Golden State Warriors
Stephen Curry 9: la sua importanza rischia di essere oscurata dagli highlights di Durant nell’ultimo quarto. Mentre nei primi tre quarti KD stenta ad entrare in partita, è Curry a guidare Golden State. Attira su di sé le attenzioni di tutta la difesa di Cleveland, fa movimenti chiave senza palla e soprattutto cattura 13 rimbalzi, di cui 5 in attacco. Niente male per uno col suo fisico…
Klay Thompson 8: in attacco è finalmente tornato il solito Klay Thompson, domina il primo tempo e poi si stabilizza nel secondo. Alla fine sono comunque 30 punti, e la difesa non tende minimamente a scendere di giri.
Kevin Durant 8: gli bastano 2′ per svoltare una gara che sembrava ormai persa. Il tiro decisivo, in faccia a LeBron, completamente senza senso, è di una bellezza rara. Prende per mano la squadra quando più conta, anche se sulla valutazione deve per forza pesare il rendimento opaco (ma non negativo) dei primi 36′.
Draymond Green 7: un’altra gara che sarebbe potuta essere migliore, si fa prendere come spesso gli capita dalla foga e viene condizionato dai falli. 8 punti, 8 rimbalzi e 7 assist non sono comunque da buttare, e dimostra come sempre un QI cestistico di un altro livello.
Zaza Pachulia 4,5: se nelle prime due gare si poteva chiudere un occhio sui suoi errori, in Gara-3 sono davvero troppi. In 13′ 4 falli e 4 palle perse.
Andre Iguodala 8: come due anni fa prende in consegna LeBron, anche se l’impatto difensivo è leggermente inferiore a quello che gli valse l’MVP delle Finals. Riesce in ogni caso a vendicarsi della stoppata dell’anno scorso con la giocata che costa a James la palla persa sul possesso del possibile pareggio.
Shaun Livingston 6,5: in 12′ mette in mostra tutta la differenza che c’è tra di lui e Deron Williams, backup dei Cavs.
David West 6,5: ha un buon impatto offensivo in 11′, non sbagliando nemmeno un tiro per 7 punti.
JaVale McGee sv: per la prima volta nella serie si rivede dopo il primo quarto, ma non entra nel match e infatti gioca solo 8′.
Patrick McCaw 6: una sufficienza per l’impegno di un rookie, che alla fine trova anche i suoi primi due punti alle Finals, anche se su tiro libero.
Ian Clark 5: in 9′ non si prende nemmeno una conclusione e in difesa fatica parecchio, anche se è necessario per far rifiatare il backcourt degli Warriors.
Coach Steve Kerr 7: mette in campo la Death Lineup nell’ultimo quarto per vincere la gara, anche se con un errore di KD in più staremmo parlando di un’altra partita.