Chandler Parsons parla del caso-Jordan: “Immorale e irrispettoso, non era pronto”

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La free agency dei Dallas Mavericks ha portato Wesley Matthews, ottimo giocatore, ma ha lasciato con l’amaro in bocca tutti, tifosi e membri dell’organizzazione, se si pensa a cosa i texani hanno perso: non solo Monta Ellis e Tyson Chandler, che hanno cambiato maglia firmando per altre squadre, ma soprattutto per la vicenda-DeAndre Jordan. Il centro, dopo aver dato la propria parola ai Mavs per un quadriennale, proprio Giovedì, ultimo giorno prima della possibilità di firmare ufficialmente i nuovi giocatori, ci ha ripensato, incontrando i Clippers e decidendo di restare in California. Non è stata tanto la scelta a deludere i Mavericks, ma il comportamento del giocatore che, se le cose stessero come spiegate da Mark Cuban, non sarebbe stato certo corretto.

Oltre al proprietario dei Mavs, parte fondamentale nella (iniziale) buona riuscita dell’affare per Dallas era stato Chandler Parsons, che a suo tempo a Houston aveva dimostrato doti di grande reclutatore convincendo Dwight Howard a firmare per i Rockets. L’ala dei Mavericks ha commentato a sua volta l’accaduto, dando la propria versione dei fatti:

E’ qualcosa che non ho mai visto in tutta la mia carriera, e so che non accade molto spesso. Quando un uomo ti dà la sua parola e un’organizzazione fa lo stesso, specialmente quando questa organizzazione si impegna così tanto e io gli sono stato vicino nel processo ed ero convinto di voler lavorare insieme a lui, fare una cosa del genere penso sia immorale e irrispettoso.

Non era pronto per essere un giocatore franchigia. Era spaventato. Era spaventato dal passo successivo nella sua carriera. Non penso ci possano essere altre spiegazioni oltre quella di stare bene a Los Angeles e avere degli amici là. Non capisco come si possa fare una scelta di business del genere. Come puoi ignorare un proprietario come Mark [Cuban, ndr] che viene nella tua città natale [Houston, ndr] solo per avere un’occasione di parlarti? Non capisco. Non penso che abbia fatto un errore, starà bene a LA. Ha una buona squadra, un grande playmaker, c’è Blake [Griffin, ndr], ma penso che sarebbe potuto essere una superstar a Dallas. Sarebbe potuto essere l’uomo giusto a Dallas. Mai in un milione di anni avrei pensato che questo sarebbe potuto accadere.

Sarò ancora suo amico, ma non potrò dimenticare come lui abbia messo a repentaglio un’intera franchigia. E’ normale essere titubanti, è normale avere ripensamenti, ma non si può voltare le spalle ad un accordo di questa magnitudine proprio all’ultimo e lasciarci in una situazione così difficile. Sii professionale, alza la cornetta. Se non vuoi incontrarlo [Mark Cuban, ndr], alza la cornetta e digli che sei influenzato dai sentimenti, cosa stai passando e magari lui ti potrà parlare e aiutarti. Ma non puoi ignorarlo. Non puoi farlo sedere lì e farlo sudare. E’ davvero poco professionale. Non posso passare sopra questa parte.

Un Parsons visibilmente amareggiato per come Jordan abbia deciso di ignorare, non rispondendo al telefono, gli sforzi di Cuban nelle ore decisive. Ora non resta che attendere il primo scontro tra Clippers e Mavericks.

Francesco Manzi

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