Cos’è la storia dei cupcake e Kevin Durant

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Chi ha guardato ieri notte la partita tra Golden State Warriors e Oklahoma City Thunder non avrà potuto fare a meno di notare tutti i cartelloni ed i cori che i tifosi di casa hanno riservato al “traditore” Kevin Durant, per la prima volta di ritorno alla Chesapeake Arena da avversario.

Tra la moltitudine di cartelloni e cori, uno però è stato particolarmente rilevante ed ha a che fare con i cupcake, il dolce simile al muffin. In particolari i tifosi hanno più volte cantato “Cupcake, cupcake!” quando KD aveva la palla, esponendo cartelloni con la forma della tortina e indossando T-shirt con dei grossi dolci stampati sul petto. Le magliette hanno avuto talmente successo che Stephen Curry ne post-partita ha ammesso di averne barattata una con la propria divisa da allenamento con un tifoso. L’MVP in carica, così come Draymond Green, l’hanno anche indossata durante le interviste come contro-sfottò.

Ma cos’è questa storia dei cupcake? Per spiegarlo bisogna risalire a qualche anno fa, quando Kendrick Perkins militava ancora ai Thunder, al fianco di Russell Westbrook e KD. Il centro aveva l’abitudine di definire “Cupcake” i giocatori che riteneva soft, troppo molli in campo così come il dolce in questione è morbido per il palato. Il termine piacque molto a Russ e Durant, tanto che anche loro iniziarono ad utilizzarlo.

Quando Durant, lo scorso 4 Luglio, giorno dell’Indipendenza americana, ha annunciato la propria firma con gli Warriors sulle pagine di The Players’ Tribune, il cupcake è improvvisamente tornato in voga. Merito di Westbrook, che nelle ore successive la notizia ha postato una foto subliminale ma allo stesso tempo inequivocabile sul proprio profilo Instagram: un piatto pieno di cupcake.

HAPPY 4th YALL….

Una foto pubblicata da Russell Westbrook (@russwest44) in data:

Francesco Manzi

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