Danilo Gallinari: “Dopo il pugno nè Petrucci nè i miei compagni mi hanno chiamato, ho sentito solo il Beli”

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Danilo Gallinari torna a parlare del suo pugno all’olandese Jito Kok dopo quasi quattro mesi dall’accaduto. Diversi gli argomenti trattati in una lunga intervista ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”, dal suo infortunio, al rapporto (incrinato?) con i compagni della Nazionale e alla situazione dei suoi Cllipers:

Non ho mai visto il video (del pungo, ndr.)

Dice Gallinari, e la mano gli fa ancora male:

Nonostante la fisioterapia ho meno forza, soprattutto quando rilascio il pallone. Ci vorrebbe un’operazione che però i medici mi sconsigliano. Se ha notato, quando vado in penetrazione appoggio a canestro con la sinistra.

Poi la fatidica domanda riguardo ai compagni della Nazionale:

Ho sentito solo il Beli. E sono rimasto in contatto via email con Messina. A San Antonio non ho giocato e ci siamo mancati. Avremo modo di farlo faccia a faccia prima della fine della stagione. Dopo che ci siamo parlati a caldo, più nessuno. Né il presidente Petrucci, né i

Credits: fiba.basketball

compagni. Sinceramente mi aspettavo di sentire qualcuno, in particolare dalla federazione. Io mi sarei comportato in modo diverso. Lo sanno tutti che ho commesso un errore.

Danilo ha capito di aver sbagliato non appena ha scagliato il destro all’olandese, subito si è accorto della gravità dell’infortunio:

Se non mi fossi fatto male, non saremmo qui a parlarne. La faccenda si sarebbe chiusa in fretta, perché il giorno dopo sarei andato ad allenarmi in gruppo e sarei andato all’Europeo. Invece io ho perso l’occasione di giocare e i ai miei compagni questa vicenda è costata molto. Ho capito di aver fatto una cavolata nel momento in cui mi sono guardato la mano. Il gesto è un errore, ovvio, ma può capitare. Nel momento del pugno non ho avvertito dolore, poi mi sono accorto che avevo l’osso fuori posto e ho pensato subito che avrei saltato l’Europeo.

Vedremo ancora Gallinari in Nazionale?

Certo. Per la maglia azzurra faccio qualunque cosa.

E poi capitolo infortuni e situazione in casa Clippers (perso 9 gare consecutive e 11 delle ultime 12) :

Due strappetti muscolari, uno del 20% e uno del 40% sullo stesso muscolo. Non mi sono neppure accorto. Al principio credevo fosse una botta e ci ho giocato sopra, poi abbiamo fatto gli esami e c’è stata la diagnosi. Temo che per tornare mi ci vorrà ancora una decina di giorni. Dobbiamo comunque trovare la nostra identità e le assenze non aiutano. Siamo nuovi, ci vuole chimica. Personalmente stavo cercando di inserirmi pian piano per capire. Devo eseguire meglio il tiro da tre punti. Se la mira si aggiusta, bastano due triple in più e statisticamente vado a circa 20 di media e miglioro rispetto allo scorso anno. Colpa della mano? E’ possibile, ma le scuse non mi piacciono.

Parole di stima per Doc Rivers, a rischio panchina dopo le ultime brutte sconfitte:

Quella di sabato a Philly era un back-to-back e abbiamo mollato nei 3 minuti finali. Ormai sono tutti arrabbiati. Sono convinto che la nostra vera faccia sia quella di inizio campionato. Mi auguro che Doc resti, con lui mi trovo benissimo. Ha vinto e sa cosa serve per farlo.

Infine il perchè della scelta che l’ha portato a vestire i colori dei Clippers:

Ho avuto offerte anche da Boston, Utah e Toronto, ma ho scelto loro perché mi piacevano progetto e giocatori. E poi ho saputo che mi voleva Jerry West in persona, il logo della Nba. Che onore incontrarlo!.

Finale NBA?

Warriors vs Cavaliers. Sono i più forti.

 

 

Matteo Gualandris

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