ESPN rende noti altri dettagli della dipartita di Kyrie Irving da Cleveland

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Alla vigilia del secondo scontro stagionale tra Kyrie Irving e i suoi ex compagni dei Cleveland Cavaliers, Jackie MacMullan ha scritto su ESPN un lungo editoriale sulla dipartita del giocatore dalla squadra con cui aveva appena raggiunto tre Finals consecutive. All’interno dell’articolo è stato anche rivelato per la prima volta che, prima ancora che fosse Irving a chiedere di essere scambiato, erano stati gli stessi Cavs, a metà giugno, a cercare di cederlo subito dopo la sconfitta contro gli Warriors, nonostante la situazione poco chiara del front office (Cleveland era momentaneamente priva di un vero e proprio GM). Un accordo era quasi stato trovato con Phoenix e Indiana: Irving e Frye sarebbero finiti ai Suns, Eric Bledsoe e Paul George ai Cavs e la scelta #4 al Draft (poi diventata Josh Jackson) ai Pacers.

Alla fine lo scambio è saltato, ma la sola notizia avrebbe convinto Irving a chiedere di essere ceduto. Ecco il motivo della sua dichiarazione, risalente a qualche settimana fa, riguardo la propria partenza: “A Cleveland non mi volevano”. In realtà, come emerge dall’articolo di ESPN, il rapporto tra il giocatore e l’organizzazione sarebbe stato già piuttosto logoro, è stato riportato anche uno scambio piuttosto eloquente tra Irving e coach Tyronn Lue durante un allenamento della scorsa stagione:

Lue: “Ky, voglio che giochi un po’ più veloce”.

Irving: “Perché?”

Lue: “Perché se lo facciamo, troviamo dei tiri più facili”.

Irving: “Non mi serve giocare veloce per trovare il mio tiro. Lo posso fare in qualsiasi momento”.

Lue: “Non sto parlando del tuo tiro. Sto parlando di quello di Jefferson e JR Smith”.

Irving: “Beh, quello è il lavoro del numero 23”.

Irving ha confermato questo dialogo, giustificandolo così:

Conversazioni di questo tipo accadono ogni giorno in NBA. In questo caso, invece di guardare subito oltre, ce la siamo portati dietro e quindi la cosa si è ingrandita. Stavo cercando di capire come inserirmi nel gioco e nel frattempo mi chiedevo cosa fosse meglio per la squadra. A volte non riuscivo a darmi una risposta. Dovevo scoprirlo da solo. Nessuno mi dava le risposte.

Un rapporto altalenante che ha riguardato anche LeBron James, nonostante Irving non abbia confermato mai esplicitamente la volontà di staccarsi dal #23 dei Cavs:

 Se LeBron mi vedeva come suo pari? Non lo so, ma non mi importa. Non ci ho perso il sonno.

Infine il prodotto di Duke, che secondo quanto detto da Terry Rozier gli avrebbe confessato di non divertirsi così tanto a giocare a basket da anni, ha anche voluto aggiungere qualche parola sul proprio approdo a Boston:

Non è chiaro a tutti come siano andate le cose. Io sono stato scambiato a Boston. Non ho avuto alcuna voce in capitolo sulla destinazione.

Francesco Manzi

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