Eurotalents: Dzanan Musa, il prodigio di Bihac

Rubriche

Maggio 1999: siamo a Bihac, nell’estremo Nord-Ovest del cantone Una-Sana della Bosnia Herzegovina, al confine con la Croazia. L’immagine allegorica del momento della Nazione si riflette nella composizione di Benoit Gysembergh, “Martyr Children Of Bihac”: vengono ritratti Sanja, bambina serba ortodossa di 7 anni, e Aladin, musulmano di 4 anni, che hanno perso le gambe durante una guerra. Già, una guerra che li ha coinvolti indirettamente, ma che ha lasciato un profondo segno, non solo fisico: una contesa tra serbi, croati e bosniaci dopo la dissoluzione dell’ex-repubblica jugoslava, che in 4 anni ha causato la morte di circa 100.000 persone tra civili e soldati. Eppure, nell’immagine, Sanja e Aladin camminano fianco a fianco da amici sul fiume Una, complici nelle ferite, ma simboli indiretti di un segnale di pace e di amicizia all’interno di un territorio. Ed è in questo clima di ricostruzione della neonata Nazione, in questa piccola cittadina, che l’8 maggio da papà Rusmir Musa e sua moglie Saudina, nasce Dzanan, secondogenito al seguito del fratello Dzenisa.

2006: il piccolo Dzanan ha cominciato a fare sport, e, come ogni ragazzino, è stato contagiato dalla passione per il pallone, quello calciato però. Si iscrive alla scuola calcio del paese e durante un torneo riesce pure a segnare un goal alla Dinamo Zagabria. Le capacità motorie del bambino sono nella fase giusta di crescita, ma presto arriva l’incontro che cambia tutto. A uno dei suoi allenamenti si presenta Edis Subasic, coach del KK Bosna XXL, la squadra di basket del paese, e rimane impressionato: “Lo sa che un 48 di piede non può giocare a calcio, vero?” Lo spirito genuino e ironico del coach convincono i genitori che la pallacanestro sia lo sport giusto e così Musa junior passa ad un altro pallone, quello arancione.

2011: per Rusmir Musa e la comunità di Bihac, è una decisione molto difficile. Non lo vorrebbero lasciare andare: a casa si trova bene, a scuola è diligente, ma il problema è la pallacanestro. Quella piccola comunità del Nord-Ovest bosniaco è diventata ormai troppo piccola per le ambizioni di questo talentuoso ragazzo, che accetta il trasferimento nella capitale Sarajevo; andrà a giocare per il KK Kos, squadra di interessante formazione di giovani a livello nazionale, assieme allo storico Spars. La distanza tuttavia non spaventa il piccolo dodicenne, che nella scuola come sul campo dimostra molta intraprendenza per uno della sua età. E’ l’ennesimo passo per un viaggio sconfinato.

30/8/2014: Dzanan ha 15 anni ma ormai è già un leader affermato in patria. Le sue qualità cestistiche non passano inosservate tra i vari tornei internazionali, ma la vera consacrazione arriva con la chiamata per l’Europeo U16 dove supera ogni più rosea aspettativa, per un giocatore sotto età: 23 punti, 6.3 rimbalzi e 3.3 assist sono le medie del giocatore classe ‘99 che sul suo cammino incontra anche la nostra nazionale. Purtroppo, quella shooting guard, con quel corpo magrolino di 2.04 m, è solo contro tutti e la Bosnia raggiunge solo l’8° posto perdendo le ultime tre gare. La squadra viene prima di tutto, non vuole prendersi la scena, eppure gli occhi degli scout sono tutti punti su di lui, che vuole il pallone ad ogni azione e si fa carico di tutto per raggiungere l’obiettivo comune, ovvero la vittoria: segna, cattura rimbalzi, smazza palloni per i compagni, recupera, stoppa…onnipresenza sul parquet per migliorare il lavoro di gruppo. E’ il segnale che qualcosa in Bosnia sta nascendo e già due top team europei hanno già intenzioni serie sul nativo di Bihac.

www.hrvatskareprezentacija.hr

19/12/2014: il KK Kos indice una conferenza stampa: sta per annunciare qualcosa di storico per il club. Ben due giocatori partiranno per l’esperienza che cambierà loro la vita. E’ il proprietario a parlare per primo, nientemeno che Sejo Bukva, uno dei migliori centri che si siano mai affermati sul panorama nazionale. Non si perde in troppi giri di parole: ”Sono contento che finalmente questo progetto supporti giovani giocatori di successo, perchè davvero se lo meritano. Questi ragazzi saranno il futuro della nazionale della Bosnia Herzegovina. Il KK Kos è un piccolo club, ma ha grandi giocatori; i migliori esempi sono le firme di Dzanan Musa per il Cedevita Zagabria e Riyadh Avdic per l’Alba Berlino. I giocatori sono stati cresciuti da noi e negli ultimi giorni hanno definito i contratti con i nuovi club”. Su Dzanan, continua Buvka: Abbiamo ricevuto anche una fantastica offerta dall’Olympiakos, ma là lo sviluppo dei giocatori è sconosciuto. Inoltre non volevamo rischiare una barriera linguistica irrisolta per il ragazzo. Pertanto abbiamo optato per il Cedevita, perchè possa sentirsi a casa. Jasmin Repesa ha avuto una grande influenza sulla nostra decisione, ha insistito perchè Musa andasse a Zagabria. Il Cedevita è una grande opportunità, e si è messo subito a disposizione del giocatore; è uno dei campi migliori per lo sviluppo dei giocatori, un buon trampolino per un’avanzamento di carriera”. Tocca poi al ragazzo parlare: ”Al mio arrivo a Zagabria ho notato subito la grandezza di un club che deve ancora mostrare la sua dimensione. Mi è piaciuto subito e ora lotterò per un posto in prima squadra. Motivi? Uno dei principali è Jasmin Repesa, conosciuto per l’avere lanciato giovani giocatori in prima squadra”. La sua carriera decolla.

sportsport.ba

16/8/2015: un’intero paese è incollato di fronte all’apparecchio televisivo, c’è chi addirittura è riuscito a trovare posto in una arena da 4500 persone, riempita per una finale importante. Bosnia e Lituania si sfidano per aggiudicarsi l’oro europeo U16. Il pubblico, con la complicità anche della nazionale maggiore in prima fila, ovviamente spinge per i beniamini, gestiti da Gediminas Petrauskas: tra di loro spiccano Arnas Velicka, leader di personalità all’interno della squadra e capace di giocate importanti di pura tecnica, Tomas Balciunas, astro nascente in forza al Real Madrid, Grantas Vasiliauskas, ala bidimensionale con un fisico in pieno sviluppo, Lukas Uleckas, buonissimo tiratore, e Ignars Sargiunas, guardia classe 2000 molto veloce nell’1vs1. A sfidarli una squadra con giocatori di prospetto quali Njegos Sikiras, ala tecnica con un fisico prestante, Sani Campara, playmaker dotato di un’ottimo ball handling e una mano interessante dall’arco, ed Emir Cerzekovic, ala di buona gestione tattica, tutti sotto la leadership del loro capitano, quel n.13 che risponde a nome di Dzanan Musa.

La partita vede sempre la Bosnia trascinata da Campara e Musa tenere la testa avanti, con la Lituania che insegue mostrando buon gioco solo a sprazzi; Dzanan ha 15 punti alla fine del primo quarto, 22 nel primo tempo. Ma ogni partita dura 40′ e nell’ultimo quarto le giocate di Balciunas e Velicka riconducono tutto all’84-81 a 65” dalla fine; Musa perde il pallone sull’azione successiva, Velicka fallisce il canestro del -1 e una contesa sull’ennesima possibile palla persa del n.13 favorisce la Bosnia. Il talento sente che la vittoria è vicina, deve solo controllare i nervi per altri 18”: la tripla del KO però è più una preghiera, e sul ribaltamento Cerkezovic compie il suo 5° fallo su Velicka. Il lituano sbaglia entrambi i liberi, ma sul rimbalzo va a contendere il pallone: la palla è lituana, c’è ancora speranza. Balciunas sbaglia però la tripla del pari, Kozys cattura il rimbalzo e segna l’84-83, ma rimangono solo 0.8 secondi.

Sulla rimessa Musa riceve e subisce fallo, sul cronometro solo 0.1 secondi; il prodigio ormai sente che ha virtualmente portato a casa la vittoria, butta fuori ogni emozione di esultanza come se fosse finita, ma l’arbitro italiano Roberto Chiari gli si avvicina: finché restano 0.1 secondi, la partita si gioca. Prontamente Dzanan riprende il controllo, quello che gli serve per segnare un libero. Sbaglia apposta il secondo. Finisce 85-83. Il ragazzo si lascia andare a terra abbracciato dai compagni. Cade supino come se finalmente si fosse tolto il cielo dalle spalle. Una cima raggiunta dopo uno sforzo finale tradotto in 33 punti (11/24 dal campo, 4/7 dall’arco), 8 rimbalzi, 7 assist, 3 recuperi, 2 stoppate, 9 falli subiti: è lui il re del torneo U16, il capitano di quel gruppo spavaldo che ha sfidato tutti i pronostici per arrivare fino in fondo. MVP, medaglia d’oro. Non immagina nemmeno cosa accadrà il giorno dopo, quando l’intera Sarajevo accoglierà i ragazzi di coach Pandza: 50.000 persone scendono per le strade che attraversa il pullman della squadra, arrivano complimenti e messaggi di ammirazione da tutto il mondo sportivo bosniaco (Mirza Teletovic ed Edin Dzeko, per dirne due) e non solo. Questi giovani hanno portato la prima storica medaglia d’oro di sempre per ogni livello di età dopo la scissione jugoslava. Una vittoria di proporzioni impensabili, è il raggiungimento della prima gioia sportiva come nazione indipendente. E la copertina, la figura centrale della storia di questi eroi nazionali ha un nome e cognome: Dzanan Musa, il prodigio di Bihac.

L’enfasi e le magie dimostrate in campo mostrano un giocatore esaltante e in una fase di maturazione, nel suo presente a Zagabria, che lo sta portando, a passi lenti ma regolari, verso un futuro brillante.

Cominciamo a descriverne il repertorio: fisicamente e tecnicamente, Dzanan potrebbe occupare teoricamente quattro ruoli. 2.05 metri contenenti un alto tasso tecnico sono difficilmente inquadrabili in molti giocatori, ma normalmente viene impiegato nel suo naturale ruolo di swingman capace di agire tra le linee della difesa ed essere letale dall’arco. Possiede una massa muscolare che deve essere sviluppata in termini di forza, ma l’altezza, la lunghezza delle braccia e un atletismo niente male lo rendono un giocatore difficilmente marcabile sugli accoppiamenti difensivi.

Dal punto di vista offensivo, è un realizzatore da capogiro, capace di segnare in qualunque modo, da qualunque posizione. Il tiro non è elegantissimo, ma è letale come pochi con una meccanica corretta data soprattutto da una forte estensione del braccio-leva di tiro. Il tocco è molto morbido a dispetto della forza impressa, il che lo avvantaggia soprattutto nelle situazioni di 1vs1, dove ha molte possibilità di battere l’avversario: palleggio, primo passo, cambio di velocità, tutto eseguito in maniera disarmante per poter battere il diretto marcatore, tuttavia manca di stabilità nei contatti, cosa che potrebbe essere compensata attraverso un adeguato allenamento di forza basato sulla coordinazione intermuscolare. Predilige attaccare soprattutto il centro dell’area per andare diretto a canestro se parte lateralmente, mentre centralmente predilige andare a sinistra, nonostante sia destro, e appoggiare al ferro con il suo morbido lay-up in grado di anticipare o eludere eventuali stoppatori. L’obiettivo comunque è quello di valutare la posizione del difensore e batterlo sul suo lato debole, il che gli riesce benissimo. Preso singolarmente è davvero immarcabile, ma inserito in un contesto di squadra, Musa dimostra anche intelligenza tattica e ottima visione di gioco: a dispetto del repertorio individuale di prima classe, il bosniaco è soprattutto un giocatore di squadra e altruista, in grado di servire i compagni meglio posizionati, che sia a difesa schierata come in transizione, attirando la difesa su di lui, anche sul pick and roll, dove riesce a eludere i raddoppi.

Nella metà campo difensiva è comunque un buonissimo giocatore, soprattutto a rimbalzo dove riesce ad arrivare spesso per primo grazie alle sue alte leve; a questo si aggiunge un lavoro di piedi in grado di adattarsi a cambi di velocità, di lato e posizionamento sulle linee di passaggio che lo rendono anche un ottimo stealer. Inoltre è molto aggressivo ed è in grado di reggere anche i cambi sui blocchi senza dover ricorrere all’aiuto difensivo e trovandosi a contestare i tiri. A livello di personalità, certamente siamo tra i giocatori con una leadership invidiabile, accompagnata da una mentalità vincente e dalla fiducia nei propri mezzi e in quelli dei compagni.

Se tra due anni potrebbe essere pronto per l’NBA? Molto dipenderà dal tipo di percorso che il Cedevita ha preparato per lui, considerando che il prospetto segue di pari passo il progetto. L’obiettivo base è farlo arrivare preparato al grande salto oltreoceano, senza lasciarlo in pasto ai soldi di altri top team europei (il Fenerbahce non ha nascosto il proprio interesse). Comunque, se non tra due anni, quasi sicuramente in tre potrebbe essere pronto a sfondare, possibilmente con il n.13 timbrato su una canotta giallo-viola, la stessa di un certo Kobe Bryant, guarda caso idolo del prospetto del Cedevita.

Il paragone con Luka Doncic? Vale solo per la condivisione in parte del ruolo e per l’età, per il resto sono due giocatori con caratteristiche diverse: se lo sloveno dimostra già molta intelligenza ed eleganza nel portare e soprattutto far muovere la palla, oltre a coprire il ruolo di shooting guard, Musa è decisamente più inquadrato nel ruolo di tiratore, con molta più voglia di osare l’azione personale nel momento in cui assume il ruolo di finto regista della squadra; inoltre i due talenti slavi sono su due piani differenti per quanto riguarda la maturazione dal punto di vista tattico e fisico, con lo sloveno già più avanti e sicuramente pronto nel giro di due anni a fare il grande passo.

i2.wp.com

Comunque la si guardi, il prospetto di Bihac è già molto più avviato rispetto a giocatori di pari età, con una crescita tecnica e tattica, unita all’emozione del gioco, che lo ha portato fin dove è adesso. Ah già, un paio di statistiche: nella Nazionale con cui ha vinto l’Europeo U16, ha viaggiato a 23.3 punti, 9 rimbalzi e 6.3 assist di media, mentre agli ultimi mondiali U17, conclusi al 9° posto, ha tenuto medie ancora più alte con 34 punti, 8.1 rimbalzi e 3 assist a gara con un high di 50 punti nella sfida contro Taipei. Ha anche esordito in Nazionale maggiore per le qualificazioni ad Eurobasket 2017, dove però i bosniaci non hanno avuto fortuna, a favore della Russia. Per lui 8.3 punti, 5.3 rimbalzi e 1.3 assist in 4 gare giocate. A livello di club, quest’anno è in pianta stabile in prima squadra, dove sta contribuendo bene su i tre fronti in cui è impegnata la formazione di coach Mrsic: in Lega Adriatica viaggia a 5.9 punti, 1.6 rimbalzi e 0.7 assist in 13′ di impiego, in campionato fa registrare 12 punti, 4 rimbalzi e 2.5 assist in 23′, e infine in Eurocup tiene 3.8 punti, 1.6 rimbalzi e 0.6 assist in 15′.

Meglio di così? “Posso fare anche di più”. Firmato, Dzanan Musa.

Federico Gaibotti

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.