Coppa Italia A2, Jazz Ferguson: “Possiamo farcela. Io fratello maggiore, vi spiego come sono migliorato…”

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In occasione della Coppa Italia di Serie A2 che si svolgerà a Bologna, all’Unipol Arena, questo weekend, BasketUniverso ha realizzato otto interviste ai protagonisti della competizione.

Di seguito quella a Jazz Ferguson, stella dell’Angelico Biella, capolista del girone Ovest è autentica sorpresa di questa stagione.
Con quali condizioni fisiche e mentali vi avvicinate alla Coppa Italia?

Personalmente sto molto bene, mi sento in ottima forma e punto a mantenere questa condizione; anche a livello di squadra, a parte il piccolo infortunio a De Vico, stiamo attraversando un buon periodo di forma fisica. A livello mentale personalmente ritengo di aver assunto un ruolo di “leader emotivo” nel quale mi trovo a mio agio; coach Carrea ha costruito una grande mentalità collettiva che ci dona grande stabilità mentale. In una parola, stiamo bene.


Giocherete la prima partita contro Mantova: conosci l’avversario? L’anno scorso hai giocato 5 partite di playoff con la Dinamica che oltre al coach ha confermato anche alcuni elementi importanti, quali difficoltà incontrerete?

E’ vero, nonostante il risultato è stata un’esperienza positiva. Mantova è una squadra con molto talento con ragazzi che sarebbero tranquillamente titolari in qualsiasi altra squadra del campionato, e possono far valere una buona esperienza in categoria. Sarà ovviamente molto difficile affrontarli, così come sarà una battaglia ogni partita che dovremo giocare perché tutte le squadre sono forti e possono contare su giocatori validi. ferguson biella

Chi è la squadra favorita per la vittoria finale?

Io penso che Biella abbia ottime possibilità di arrivare fino in fondo: stiamo bene, abbiamo un sistema che funziona, siamo un grande gruppo, e giocheremo con l’obiettivo di provare a portare a casa la coppa. L’importante sarà concentrarci su ogni partita senza pensare a cosa potrebbe succedere il giorno dopo, cercando di fare ciò che in quel momento sarà necessario per vincere.


Questa è la seconda stagione in cui il campionato di A2 è diviso nei 2 gironi Est/Ovest, cosa pensi di questa scelta e quali migliorie si potrebbero apportare per incrementare il livello e lo spettacolo?

Ho avuto modo di vedere alcune partite del girone Est, e penso che in generale non ci sia grande differenza nel livello delle squadre. E’ vero che nell’altro girone ci sono più piazze blasonate (le due bolognesi, Treviso, Verona), però credo che se guardiamo la parte alta della classifica di entrambi i gironi, il valore delle forze in campo più o meno si equivalga, perché tante compagini del girone Ovest possono contare su giocatori di valore e allenatori molto preparati.


Quest’anno, rispetto alla scorsa stagione, nei momenti decisivi delle partite sembri più lucido e pronto per fare sempre la scelta giusta: merito del duro lavoro individuale estivo per migliorare forza e resistenza, oppure questo si deve a un diverso ruolo che ricopri in campo? ferguson biella

Sono vere entrambe le cose: durante l’estate ho svolto un duro lavoro individuale per migliorare non solo la forza fisica, ma anche la capacità di resistenza alla fatica, e questo mi permette di essere meno stanco quando i palloni pesano di più. Oltre a ciò, in effetti questa stagione il mio ruolo in campo è leggermente  cambiato, perché oltre a un sistema di gioco collaudato che il coach ha saputo dare alla squadra, conta molto il fatto che le responsabilità e i possessi sono molto più distribuiti. L’anno scorso avevo molta più pressione su di me e dovevo farmi carico di quasi tutti i palloni difficili. Quest’anno invece posso dedicarmi meno al playmaking grazie agli enormi miglioramenti di Venuto e ai minuti importanti che Massone si sta ritagliando, il che mi consente di avere meno gli occhi delle difese concentrati su di me; inoltre Hall gestisce molti possessi da regista aggiunto, attirando su di sé il raddoppio, il che consente di liberare gli altri compagni. Da non trascurare anche l’apporto di De Vico, Tessitori e Udom che sono ragazzi su cui spesso possiamo permetterci di costruire giochi ad hoc durante il match, e tutti questi fattori sommati fanno sì che ai finali di partita io possa arrivare più lucido, meno stanco, e con le difese che mi prestano qualche attenzione in meno.


Da fuori si vede un Jazz sempre più leader in campo, con un occhio particolare per i giovani compagni, possiamo dire che tu sia un “big brother” nei loro confronti? 

La squadra di quest’anno è sicuramente la più giovane nella quale io abbia mai giocato, ma allo stesso tempo possiamo contare su un enorme potenziale, su abilità certe e su un ottimo talento collettivo. Gran merito di questo va alla società e al coach, che sono stati in grado di costruire un sistema che funziona, e ciò consente ai giovani di avere minuti importanti e di qualità. Infatti i vari Pollone, Weathle, Massone giocano non tanto per fare minuti, ma vengono messi in campo quando il loro apporto è fondamentale e quando possono dare minuti di qualità alle necessità della squadra, e questo li fa crescere tantissimo. Io mi sento benissimo nel ruolo di “fratello maggiore”, mi piace sfidarli in allenamento e spronarli a crescere e migliorare, ho cercato di ritagliarmi un ruolo di leader vocale, cercando di aiutare i miei compagni più giovani e meno esperti sia in allenamento che in partita, guidandoli nei momenti importanti. Questa è una squadra in cui, a differenza delle altre, i “vecchi” si arrabbiano non quando un giovane si prende un tiro, ma al contrario quando capita che un ragazzo giovane non si prenda la proprie responsabilità facilmente potrebbe “sentirsi le sue”, e questo è fondamentale per la crescita di un giocatore.


Si ringraziano Pallacanestro Biella e Jazzmarr Ferguson per la disponibilità. 

Grafica di Walter Bertagnoli.

Riccardo Picco

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