Final Four preview: Michigan State Spartans

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Se non siete molto avvezzi al college basket sarete probabilmente stupiti di vedere il nome di Michigan State, squadra n.7 nel suo regional, a questa Final Four insieme a quelli di Kentucky, Wisconsin e Duke, che a fianco del loro nome hanno invece il n.1 e che hanno sicuramente una dose maggiore di talento, ma se seguite il basket universitario sapete invece benissimo che sottovalutare gli Spartans ed il loro allenatore, Tom Izzo, pùò rivelarsi un errore fatale nel mese di Marzo; infatti da quando il coach di chiare origini italiane si è seduto sulla panchina del college di East Lansing una delle caratteristiche della sua squadra è stata proprio quella di trasformarsi durante la March Madness, quando la pressione è alta e i palloni pesano e di stupire riuscendo ad arrivare in fondo anche in annate non straordinarie come questa, ecco allora brevemente chi sono gli Spartans:

Trice e Valentine
Trice e Valentine

La Michigan State University ha sempre avuto un buon programma di basket ma certamente non eccezionale, almeno fino ad un anno preciso: il 1977, quando un giocatore nato e cresciuto ad East Lansing, sede dell’università, decide di indossare la maglia biancoverde, Earvin Magic Johnson; sarà lui, nel 1979, a portare la scuola al primo titolo nazionale in una storica finale contro l’Indiana State di Larry Bird. Per ritornare ai fasti di fine anni ’70 bisogna aspettare una quindicina d’anni e l’arrivo di un allenatore di origini italiane, Tom Izzo, che riesce a costruire un ciclo vincente con pochi eguali, per lui parlano i numeri: 18 apparizioni consecutive al torneo, 7 titoli di conference, 7 partecipazioni alle Final Four ed il secondo titolo nazionale dell’università nel 2000.
All’inizio di questa stagione, la 20a di Izzo su questa panchina, non c’era però grande entusiasmo intorno agli Spartans che dopo gli addii di Adreyan Payne e Gary Harris non sembravano in grado di poter ripetere la stagione passata (eliminazione nella finale di Regional contro Connecticut) ed infatti l’inizio anno sembrava confermare le attese: tanti alti e bassi, una sconfitta invereconda contro un college semi-sconosciuto come Texas Southern, un gioco che fatica a decollare e l’infortunio a Branden Dawson. L’annata prosegue con una squadra che non riesce a trovare l’equilibrio definitivo ma che riesce comunque a terminare al terzo posto nella Big Ten; arriva così Marzo ed il torneo di conference e qualcosa sembra svoltare perché gli Spartans battono prima Indiana ai quarti e poi stupiscono tutti vincendo contro in semifinale Maryland, da cui avevano subito due batoste in regular season, nella finale contro Wisconsin i ragazzi di Tom Izzo sono costretti ad arrendersi al supplementare, ma la squadra sembra trasformata rispetto a sole due settimane prima. Comincia così il torneo ed a causa dei risultati altelenanti il numero che ricevono gli Spartans è il 7 dell’East Regional, al primo turno vincono comunque agevolmente contro Georgia ma già in quello successivo c’è un muro da scalare: Virginia, una delle squadre migliori della nazione ma gli Spartans sanno perfettamente che è Marzo, tutto può succedere ed infatti grazie ad una difesa asfissiante hanno la meglio sui Cavaliers per 60-54. Molti cominciano ad alzare un sopracciglio, mai scherzare con Tom Izzo a Marzo ed infatti alle Sweet 16 anche Oklahoma deve arrendersi, stessa sorte tocca a Lousville e a Rick Pitino nella finale del regional, gli Spartans sono ancora alle Final Four, cinque anni dopo l’ultima volta.

Michigan State v LouisvilleLa squadra può contare su una delle migliori difese della nazione, capace di costringere gli avversari al 33.9% dal campo durante il torneo; dal punto di vista offensivo fondamentale è l’apporto del trio Travis Trice-Denzel Valentine-Branden Dawson, con il primo in grado di giocare sia da play che da guardia mentre gli altri due vengono utilizzati da 3 e da 4. Sotto le plance si alternano i due centri Gavin Schilling e Matt Costello, scordatevi di vederli in NBA ma in quanto ad intensità ed attributi, soprattutto in difesa, non sono secondi a nessuno; durante il torneo è stato spesso utilizzato da play titolare il freshman Lourawls “Tum Tum” Nairn, altro mastino nella metacampo difensiva. Giocatore fondamentale è poi il sesto uomo Bryn Forbes, guardia tiratrice risultato decisivo contro Lousville, tira con quasi il 45% da dietro l’arco, c’è poi il freshman Marvin Clark, capace di uscire dalla panchina e offrire comunque minuti importanti.
Dal punto di vista del talento nessuno di questi sarà un all-star NBA ma Tom Izzo è stato in grado di compiere un mezzo miracolo riuscendo a tirar fuori il meglio da ognuno di questi giocatori portandoli alla 7° Final Four della sua carriera, che lui stesso ha definito come la più bella ed inaspettata.

L’ALLENATORE

Cutting the net...
Cutting the net…

Tom Izzo, appunto, da ormai 20 anni su questa panchina è la chiave del successo degli Spartans; nato in una famiglia di origini italiane ad Iron Mountain, località nella Upper Peninsula, uno stretto lembo di terra che si propoga all’interno del lago Michigan e che diviene praticamente irraggiungibile durante i mesi invernali, cresciuto giocando a basket ed a football ha però capito che la cosa che faceva davvero per lui era allenare ed infatti diviene già a 28 anni assistente a Michigan State, sulla cui panchina si siede quando di anni ne ha 40. Si fa notare per il suo stile di coaching, molto duro e diretto, e per i suoi allenamenti asfissianti a cui i freshman faticano ad abituarsi (famoso è un esercizio, da lui chiamato “The War”, in cui con protezioni ed elmetti da football i giocatori si scontrano per prendere il rimbalzo, l’importante è catturare la palla e non esistono regole), ma tutti lo ricordano come una persona pronto a dare tutto per la sua squadra ed i suoi giocatori, sono infatti tante le testimonianze di giocatori che ricordano con piacere gli anni passati ad East Lansing assieme a Tom Izzo: da Zach Randolph, passando per Jason Richardson, fino a Draymond Green. Persona molto genuina Izzo si è spesso fatto distinguere per i suoi comportamenti, nei primi anni si presentava alle partite in tuta mentre i suoi colleghi, in giacca e cravatta, lo guardavano quasi dall’alto verso il basso, ma hanno imparato in fretta a rispettarlo. Probabilmente il coach degli Spartans non ha mai allenato una vera all-star NBA, una delle sue caratteristiche è sempre stata quella di riuscire a tirare fuori il massimo dai giocatori che aveva a disposizione, e la squadra di quest’anno ne è la dimostrazione lampante, tanti onesti mestieranti del parquet che, proprio come il loro coach, non mollano mai, e forse proprio in questo sta la grandezza di Tom Izzo.

LA STELLA

NCAA+Basketball+Tournament+East+Regional+Syracuse+tdFd6KDx-FjxIn una squadra come gli Spartans è difficile trovare una vera e proprio stella ma se c’è un giocatore che rispecchia in pieno la filosofia di coach Izzo e che è risultato decisivo durante tutto il torneo questo è Travis Trice; poco meno di tre anni fa Travis era in un letto d’ospedale, pesava 15 chili in meno di adesso, dormiva 16 ore al giorno ed era affetto da un’infezione che i medici non riuscivano a diagnosticare ma fortunamente la cura è stata trovata e con un lungo processo di riabilitazione Travis è potuto tornare sul campo ad indossare la maglia biancoverde. E’ letteralmente esploso in questa stagione da senior; Trice è il vero leader della squadra, dotato di un ottimo tiro da tre e di un jumper dalla media che è sembrato immarcabile durante quest’anno, è dotato di gran velocità ed è molto abile nel gioco in transizione; nel torneo sta viaggiando a quasi 20 punti di media accompagnati da 4 assist, è stato nominato “Most Improved Player” nell’East Regional ed inserito nel terzo quintetto della Big Ten, viene in genere utilizzato come play anche se ha mostrato di potersi adattare anche al ruolo di guardia, in coppia con Nairn . Appena uscito dal liceo parecchi college lo scartarono perché troppo piccolo (1.83 per 77 Kg) ma la scommessa di Tom Izzo, che credette subito in lui, si sta rivelando azzeccata e Travis è riuscito ad attirare su di se l’attenzione dei media americani e anche di qualche squadra NBA.

Questo Sabato, alla mezzanotte italiana, al Lucas Oil Stadium di Indianapolis gli Spartans affronteranno Duke in una sfida che li vede, sulla carta, sfavoriti; i Blue Devils hanno maggior fisicità e talento ed un Jahill Okafor che pare inarrestabile ma i ragazzi di coach Izzo sanno perfettamente di essere andati ben oltre le aspettative e di poter giocare questa gara a mente sgombra, senza troppe pressioni…chissà che non riescano a togliersi altre soddisfazioni.

Redazione BasketUniverso

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