Giovani Made in Italy: Andrea La Torre, un diamante da raffinare

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“Il nostro basket ha delle potenzialità assolute, […]. Il primo passo? Tornare a creare giocatori di scuola italiana ma spiegare loro che lo spazio in campo devono meritarselo e non pretenderlo perché italiani.

In questo tratto di intervista a Cesare Pancotto, pubblicato su “La Repubblica“, e‘ spiegata la base di questa nuova rubrica: un obiettivo nobile e dignitoso per il nostro movimento cestistico che parte proprio da quei roster su cui attualmente si tende a puntare poco. Per vedere a chi potrebbero essere affidate le chiavi del futuro, analizzeremo ogni mese un giocatore del campionato di DNG (Divisione Nazionale Giovanile, il campionato di Eccellenza U19 Nazionale), che potrebbe sfondare nei prossimi anni.

 

NOME E COGNOME: ANDREA LA TORRE

NATO IL: 14 Giugno 1997 a Viterbo

POSIZIONE: PLAYMAKER

SQUADRA: STELLA AZZURRA ROMA (Serie B)

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La nostra rubrica non poteva che partire da colui che è considerato la miglior promessa italiana attualmente in circolazione: Andrea La Torre, giocatore della Stella Azzurra. Il ragazzo ha già la palla a spicchi nel DNA, dal padre Gianluca (ex-Napoli) e lo zio Massimo. Già dal minibasket, a Santa Rosa, cominciano a vedere la vena realizzativa, un ottima applicazione dei fondamentali e lo sviluppo fisico del ragazzo e la Stella Azzurra decide di investire su di lui strappandolo a squadre anche di Serie A.

Investimento premiato al “Il Trofeo delle Regioni” del 2012: il giovane cestista non tradisce le attese con 14,7 punti di media e il primo posto nella classifica “valutazione” nella manifestazione. Di lui sorprendono già la capacità di trovare il canestro con facilità, la sua energia a rimbalzo, la sua buona difesa e soprattutto la sua intelligenza cestistica e la sua leadership: infatti La Torre, nonostante la sua altezza, viene impiegato nello spot di playmaker grazie al suo ball-handing, la sua visione del gioco e soprattutto il modo di gestire il pallone e la squadra, sorprendente per un ragazzo che deve ancora compiere 15 anni. I suoi numeri lo trascinano alle Finali Nazionali di Udine dove sbarlordisce i presenti con prestazioni mostruose tenendo una media di 20,8 punti a partita, trascinando la squadra capitolina alla prima finale giovanile della sua storia (sconfitti solamente dalla Reyer Venezia) e guadagnandosi meritatamente il premio come miglior giocatore della manifestazione .

Dalla stagione 2012-2013 inizia a crescere esponenzialmente soprattutto a livello di esperienza con il triplo impegno tra U17, U19 e DNB; poi al NIJT (Nike International Junior Tournament) di Roma a Dicembre, sua seconda edizione a soli 15 anni. Se il primo torneo era servito per saggiare il parquet (2,5 punti in 10’ di media), il secondo lo vede già più maturo: 10 punti, 5,3 rimbalzi, 0,8 assist e 1,3 palle rubate a partita diventano numeri interessanti a livello europeo. A livello internazionale esplode nel 2013: dopo aver partecipato alla preselezione del Jordan Brand Classic a Barcellona, il suo nome assieme ad altri 9, viene scelto tra i 41 ragazzi per andare a giocare la finalissima contro la selezione USA al Barclays Center. In quella partita, il gioiello romano sigla 10 punti, 5 rimbalzi, 1 assist e 3 recuperi in 22’ sul parquet a testimonianza di essere e potersela giocare con i migliori al mondo. L’ennesima affermazione arriva con la maglia della Nazionale al termine di quella stagione agonistica: vi sono gli europei U16 a Kiev e il giocatore laziale trascina la nazionale fino al 4° posto nella manifestazione viaggiando a 14 punti, 7,1 rimbalzi, 3 assist e 2,2 palle rubate a partita, in assoluto il leader di quel gruppo.

Andrea La Torre: con la maglia della nazionale ha disputato l'Europeo U16 e il mondiale U17. Ora lo aspetta l'europeo U18
Andrea La Torre: con la maglia della nazionale ha disputato l’Europeo U16 e il mondiale U17; rappresenterà i colori azzurri anche all’Europeo U18?

Da quell’annata, il percorso cestistico di questo ragazzo si è arricchito sempre più e nella stagione 2014-2015 è arrivata la prima gratifica: la vittoria all’Adidas Next Generation Junior Tournament di Roma e la nomina di MVP del torneo. Inoltre quest’anno, grazie all’accordo tra Veroli e Stella Azzurra, ha potuto giocare le sue carte in A2 Gold con la maglia ciociara, partendo sempre in quintetto titolare nello spot di 3: in 13 gare disputate, lo stellino ha siglato numeri importanti con 7,2 punti conditi da 3,2 rimbalzi, 1,2 assist e 1,1 recuperi in 25’ di media. Ora il ragazzo, dopo il fallimento del progetto verolano, è tornato a dedicarsi totalmente alla Stella Azzurra ma sembra che l’EA7 Milano, il Brose Bamberg e soprattutto anche scout NBA comunque hanno il suo nome in cima alla lista…

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Se dovessimo parlare delle caratteristiche tecniche del ragazzo, al momento può considerarsi il migliore della sua annata: parliamo di un giocatore formidabile in attacco, in difesa e soprattutto e’ in grado di giocare in tutti e cinque i ruoli. Le sue doti di rimbalzista, il suo fisico in pieno sviluppo e il suo gioco spalle a canestro gli consentono di farsi valere sul pitturato; tuttavia presenta  anche una morbidezza di mano mancina dentro e fuori dall’arco tipiche di una shooting guard, ma soprattutto ha sviluppato una dote di leadership, una visione e cognizione di gioco tali da permettergli di giocare anche come regista. La sua capacità di attaccare il canestro è pari a quella di un’ala per finalizzazione e variabilità di soluzione, tuttavia manca ancora di quella esplosività che gli consentirebbe di essere un giocatore pericoloso nel ruolo di swingman. Nell’uno contro uno, non ha paura del contatto fisico e grazie ai cambi di direzione riesce a battere il suo difensore costringendolo a mandarlo dal lato della sua mano favorevole . Riesce a crearsi bene il tiro dal palleggio e in sospensione con un buon rilascio veloce ed efficace, tuttavia la sua pecca sono i viaggi in lunetta dove tira tra il 50 e il 60%, un dato davvero basso per un giocatore specializzato nel ruolo di playmaker; tra le altre doti offensive, corre bene in transizione e riesce a farsi largo sotto canestro anche se deve migliorare l’uso della mano debole. Ha pressochè un buon uso dei fondamentali, soprattutto nel passaggio dove il giocatore laziale riesce ad essere determinante. In difesa non è una figura intimidatoria vicino al ferro in termini di stoppate, ma ha ottima comprensione del gioco con letture che spesso producono falli in attacco o palle recuperate, repertorio particolarmente affine all’atleta laziale; si può migliorare il tagliafuori e il lavoro dei piedi contro avversari più piccoli e rapidi. A livello di personalità, ha pochi rivali per leadership e approccio mentale al match anche se gli manca ancora quella lucidità soprattutto nei minuti finali che accomuna i “clutch players”.

Ci sono tutte le premesse per diventare un giocatore di grandissimo livello, tuttavia gli manca ancora quel titolo nazionale a livello giovanile, che gli consentirebbe di avere tutto un occhio di riguardo più attento. Ha due anni ancora per riuscire nell’obiettivo di vincerlo e ha tutte le carte in regola per raggiungere il traguardo; a livello europeo aspettiamo le finali dell’Adidas Next Generation Tournament a Madrid e probabilmente agli europei U18 in cui lo stellino dovrà alzare di più il suo livello.

Comunque sia, il quadro generale dà una definizione di un atleta molto dotato in continua crescita, ma che ha ancora tutto da dimostrare: insomma, un diamante da raffinare.

Federico Gaibotti

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