Giovani Made in Italy: Gabriele Stefanini, dall’Emilia al New Jersey con un canestro davanti

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Dopo aver trattato finora giocatori classe ‘97 e ‘98, per la prima volta scendiamo di annata e trattiamo il primo ‘99, e lo andiamo a pescare in una cittadina dove la pallacanestro è ormai radicata grazie ai successi che la squadra principale sta ottenendo negli ultimi anni, ovvero Reggio Emilia. La compagine biancorossa, sotto la guida di Max Menetti, oltre alle eccellenti qualità mostrate nella massima serie professionistica nostrana, può vantarsi di avere anche un ottimo settore giovanile, che si sta confermando tra i migliori a livello nazionale per scouting e crescita funzionale degli italiani. Federico Mussini è di sicuro l’esempio più eclatante di quanto emerso dalle giovanili biancorosse tramite un programma di crescita che ha dato tempo al ragazzo in due anni di maturare e farsi un nome per ambire alla NBA tramite il suo nuovo percorso all’università di St John’s; tra gli altri, però, questo progetto ha saputo plasmare anche giocatori come Artur Strautins, Giovanni Pini (ora ad Avellino), Ojars Silins e attualmente segue molto da vicino lo sviluppo di giovani quali Alessandro Lever, Federico Bonacini, Luca Degli Esposti Castori, Arnold Mitt e molti altri. Tuttavia c’è un classe ‘99 che ha seguito il suo percorso in terra emiliana tra il Basket San Lazzaro e la Pallacanestro Reggiana e ora ha deciso di provare una nuova avventura nelle high school americane, in compagnia dell’amico Thomas Binelli (figlio d’arte e anche lui prodotto biancorosso): stiamo parlando ovviamente di Gabriele Stefanini. Il giocatore, in questo percorso che vi presenteremo, ha cortesemente rilasciato a BasketUniverso alcune informazioni sulla sua storia e sul suo rapporto tecnico e tattico con il mondo della pallacanestro.

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NOME E COGNOME: Gabriele Stefanini

NATO IL: 18/7/1999 a Bologna

RUOLO: Play-Guardia

SQUADRA: Bergen Catholic High School (Oradell, New Jersey)

Due cose saltano subito all’occhio a osservare i dati anagrafici di questo atleta: Luglio 1999 e Bologna. Se per il luogo di nascita è quasi una tradizione crescere con il top della pallacanestro italiana vicino a casa, mese e anno sono addirittura storici: l’Italia, 15 giorni prima, aveva vinto il suo secondo titolo europeo battendo la Spagna nella finale di Parigi con la formazione allenata da Bogdan “Boscia” Tanjevic che rimarrà negli annali come una delle più forti di sempre con Basile, Galanda, Fucka, Marconato, Myers. Se nasci sotto queste due stelle, e con un padre ex-professionista, come racconta lo stesso Gabriele “hai una palla e un canestro davanti”.

Muove i suoi primi passi con una palla in mano con il baby basket della Fortitudo all’età di 4 anni, per poi passare a 8 nelle giovanili del Basket San Lazzaro, dove la formazione di giovani cestisti è uno dei fiori all’occhiello non solo in Emilia Romagna, ma anche in tutto il panorama nazionale. Rimarrà con il BSL fino all’U14, non prima però di essersi fatto notare per le sue qualità di realizzatore ambidestro, in particolare a due eventi.

Il primo è un classico per i giovani talenti, ovvero “Il Trofeo delle Regioni” che per i classe ‘99 si tiene a Montecatini Terme; il bolognese gioca un ruolo da protagonista nell’Emilia Romagna guidando i suoi fino alla vittoria del torneo, battendo in finale il Veneto contro cui realizza 19 punti (top scorer per i suoi) conditi da 6 rimbalzi e 5 falli subiti mostrando subito un’intraprendenza e doti offensive molto interessanti. Il salto vero però arriva alla fine di quell’anno con le Finali Nazionali U14 di Bormio: Gabriele cresce sempre di più con il passare delle partite e dell’importanza di esse, trascinando la BSL con i compagni Binelli e Degli Esposti Castori fino alla finale contro la Reyer Venezia dove purtroppo si deve arrendere; nonostante ciò viene inserito nel miglior quintetto della manifestazione dopo un torneo da 15 punti di media. Il ragazzo, oltre a quest’evento, partecipa anche alle Finali Nazionali U15 di Cento dove però il BSL viene eliminato al primo turno; nonostante questo, si è già fatto un nome tra i suoi coetanei e nel Settembre del 2013 passa in prestito al vivaio biancorosso della Grissin Bon Reggio Emilia.

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Al primo anno con la nuova maglia viaggia nel migliore dei modi: sotto la guida di Giuseppe Mangone, la formazione biancorossa vive una grandissima annata con il n.14 centro focale della squadra. Inizia a migliorare nel suo ruolo ormai definito di combo-guard ambidestra con capacità offensive fuori dalla norma e lo notano anche gli avversari. Un esempio? Il Torneo di Gallo (Fe) in cui, dopo due crescenti partite in cui Reggio vince contro Vicenza e l’ex-BSL, porta la squadra a conquistare la competizione battendo in finale al supplementare la Virtus Bologna, realizzando i canestri decisivi nel momento più importante della partita e concludendo con 37 punti e ovviamente il titolo di MVP del torneo. Il campionato si conclude con la conquista delle Finali Nazionali U15 di Padova: il bolognese, nonostante le percentuali al tiro poco convincenti in tutto l’arco della manifestazione, si conferma come uno dei leader della Grissin Bon viaggiando a quasi 21 punti di media (conditi da quasi 7 rimbalzi), una squadra forse non bella ma sicuramente vincente, che perderà solo una partita, ovvero la semifinale contro la Stella Azzurra, per poi concludere la manifestazione al 3° posto con Stefanini inserito nel miglior quintetto del torneo. L’estate che ne seguirà sarà molto fruttuosa: non solo a livello azzurro, dove riceverà la convocazione per il classico “Torneo dell’Amicizia”, in cui si confermerà un giocatore con tanti punti nelle mani, ma anche a livello internazionale venendo convocato per l’Adidas EuroCamp di Treviso. Il ragazzo, a proposito, ha detto a BasketUniverso che “sicuramente da primo italiano classe ’99, in una vetrina del genere con i migliori della classe 98 d’Europa, penso mi abbia portato notorietà e interesse nelle mie capacità tecniche, di certo non fisiche visto che ero il più piccolo; in quei 3 giorni di allenamento non abbiamo avuto modo di fare cose molto tecniche, tutto è improntato a farsi notare e spero di esserci riuscito“. Sicuramente le sue capacità offensive non sono certo passate inosservate.

Nel suo secondo anno con i reggiani, il ragazzo comincia a trasformarsi in un giocatore funzionale all’interno di un contesto di squadra con la nuova U17 biancorossa: il risultato è sempre lo stesso, ovvero le Finali Nazionali U17 di Treviso in cui mantiene buone cifre (9,5 punti e 7 rimbalzi di media) ma non si ripete lo stesso successo dell’anno precedente; l’Assigeco Casalpusterlengo della stellina Nemanja Dincic affossa i reggiani ai quarti, chiudendo anzitempo il loro torneo. La stagione però per Gabriele non è ancora finita perchè lo aspettano i ritiri azzurri, per decidere chi dovrà andare agli Europei U16 di Kaunas: manco a dirlo, viene inserito nelle 12 scelte di coach Bocchino e ad Agosto va a giocarsi le carte con la casacca azzurra in Lituania. La competizione però si rivela spietata e la nazionale azzurra finisce indietro nella graduatoria, nonostante un bilancio positivo (5-3), chiudendo la manifestazione al 10° posto, complici le tre partite perse contro le formazioni slave: nonostante ciò, Stefanini riesce a brillare. Il reggiano risulta il miglior marcatore della nazionale con 13.4 punti, con il 60% dal campo e un buonissimo 35% dall’arco, conditi da 3.9 rimbalzi, 2.1 assist e soprattutto 2.3 recuperi a partita mostrando spunti interessanti anche nella propria metà campo.

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Al termine di quell’estate però arriva una svolta importante nella carriera di un giocatore: “Volevo trovare un modo per arrivare ad avere un titolo di studio e giocare ad alto livello: gli States credo mi possano dare entrambe le cose così appena ho avuto richieste e opportunità, potendo scegliere, dopo aver parlato proprio con Checco (Pierfrancesco Oliva, ndr) e coach Billy (Billy Armstrong, ndr) non ho avuto dubbi a scegliere questa strada e questa location.” Il ragazzo decide di interrompere il percorso con la Grissin Bon per maturare a livello cestistico nel paese dove la trasformazione di un giocatore di pallacanestro passa attraverso un lavoro più duro dal punto di vista tecnico e fisico: la sua destinazione è la stessa porta da cui è entrato appunto Oliva, ovvero la Bergen Catholic High School (Oradell, New Jersey) assieme all’inseparabile compagno Thomas Binelli. Affidandoci solamente alle statistiche, si può capire come l’annata del n.10 stia viaggiando su ottimi livelli con un record di 18-6 e il terzo posto a livello statale; sotto il profilo individuale Gabriele sta mantenendo ottime cifre, secondo miglior marcatore di squadra. Rispetto allo stile di gioco giovanile italiano, il classe ’99 ha trovato “più intensità, velocità e soprattutto fisicità. La gestione delle partite è molto più tattica, tutto è molto diverso, giocare ogni due giorni e tenere sempre un livello di concentrazione alto non è facile; in allenamento non esistono falli, se vuoi tirare, lo fai se sei in grado, perché i compagni comunque ti bloccano in tutti i modi.”

A livello tecnico abbiamo di fronte un play-guardia ambidestro con una vasta gamma di soluzioni offensive: parliamo di un giocatore che ha sviluppato una tipologia di gioco in attacco che gli permette di essere difficilmente marcabile, che si tratti di 1vs1 o di palleggio, arresto e tiro. Ha infatti un primo passo bruciante che gli dà la velocità giusta per battere l’avversario, ma nel contempo possiede anche una dote notevole nel controllare il corpo per cambiare soluzioni in corsa in caso di aiuto da parte della difesa. L’arresto e tiro è sicuramente la sua soluzione preferita con un’ottima e veloce esecuzione e un buonissimo rilascio, e sta migliorando anche nel tiro dalla lunga distanza, non tanto in termini di range quanto di costanza. Fa anche un’insolito buon uso del piede perno, soprattutto vicino al ferro dove, anche contro avversari di stazza maggiore, riesce ad eluderli per un appoggio o un canestro in sospensione. Andando a guardare il ball-handling si nota sicuramente un buon uso di questo fondamentale, anche se nell’1vs1 andrebbe velocizzato per poter far saltare il difensore e batterlo subito. Non è un passatore puro o un assistman, almeno per il ruolo che ricopre, ma sicuramente in questo può migliorare, considerando il fatto che è un giocatore di squadra. Altre doti che sicuramente lo contraddistinguono sono la transizione veloce e il contropiede, in cui predispone di una velocità tale da impedire alla difesa di riorganizzarsi e avere così la possibilità di un 1vs1 in corsa dove difficilmente sbaglia, ma soprattutto sono più che discrete abilità da rimbalzista, partecipa attivamente sotto i tabelloni per favorire la ripartenza veloce del gioco. In difesa finora è stato difficilmente inquadrabile in 1vs1, ma riesce a posizionarsi bene sulle possibili linee di passaggio sfruttando così le sue abilità come stealer, in modo da favorire un 1vs0 o il contropiede di squadra. Un punto in cui il ragazzo deve migliorare? Ce lo racconta lui stesso: “Credo la mia autostima sia stata il punto più debole ad oggi”, segno di un giocatore che deve crescere di convinzione.

Insomma, ha un potenziale offensivo immenso, è un ragazzo con i piedi per terra e tanta voglia di migliorarsi: la strada verso alti traguardi è ancora lunga, perciò a Gabriele servirà la giusta concentrazione per mantenere costante il suo rendimento considerato che deve ancora compiere 17 anni. Il tempo è tutto dalla sua parte in un’ambiente dove il valore di un giocatore di pallacanestro può essere pienamente espresso, rigorosamente“con una palla e un canestro davanti”.

Federico Gaibotti

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