Il pagellone di fine anno di Serie A: Betaland Capo d’Orlando

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BETALAND CAPO D’ORLANDO: 5

L’Orlandina è da considerarsi la sorpresa in negativo di questa stagione 2017-2018, nonostante anche altre squadre non siano riuscite a centrate i rispettivi obiettivi.
La formazione, prima allenata da Gennaro Di Carlo, artefice del miracolo dello scorso anno, e poi da Andrea Mazzon, nelle ultime settimane, non è per nulla riuscita a ripetere quanto fatto vedere nel 2016-2017, non trovando mai un gioco, complice anche i numerosi cambiamenti di roster che non hanno permesso ai coach di creare un’identità di squadra.
I paladini avevano iniziato tutto sommato bene l’annata, vincendo il playoff e approdando così ai gironi di FIBA Champions League, prima volta nella storia di Capo d’Orlando. La campagna europea non è stata brillante, con solo 2 vittorie su 14 partite giocate, di cui però una in Lettonia, a Ventspils.
Tutto sommato l’inizio di Serie A non è stato nemmeno disastroso, con una vittoria a Reggio Emilia e 10 punti alla fine del girone d’andata. Gli addetti ai lavori si aspettavano un ritorno sulla falsa riga di quello d’andata, concludendo così a circa 20 punti e raggiungendo una tranquilla salvezza. Eppure è veramente andato tutto storto.
Una serie di infortuni e incomprensioni hanno maciullato il roster a disposizione di coach Di Carlo, che non è riuscito a gestire il doppio impegno tra campionato e coppa, forse anche a causa dell’inesperienza; tant’è che, comunque, dei giocatori presenti al playoff contro l’Avtodor Saratov, all’ultima gara di campionato contro Cremona erano presenti soltanto Arnoldas Kulboka, Ergin Atsur ed Arturs Strautins, che però ha praticamente giocato quasi tutto l’anno in A2 con Orzinuovi, salvo poi tornare nelle ultime critiche settimane.
Il tentativo del GM Peppe Sindoni di correggere il tiro c’è stato, soprattutto con l’inserimento di giocatori del calibro di Eric Maynor e Justin Knox, portando però ad esiti di basso livello, complice un malessere del gruppo abbastanza evidente, che si è riversato sul parquet con 14 sconfitte di fila e la conseguente retrocessione.
Oggettivamente il roster messo in piedi dai siciliani non era fatto da ultima piazza in classifica: sicuramente, come talento, i giocatori orlandini avevano un qualcosa in più di Pesaro e forse anche di Brindisi e Pistoia ma, alla fine, la VL è riuscita a trovare delle energie mentali e fisiche inaspettate che le hanno permesso di andare a vincere al Mediolanum Forum contro Milano e di superare, all’Adratic Arena, la Reyer Venezia campione d’Italia in carica e prima alla fine della regular season.
Quello che la famiglia Sindoni si può rimproverare è di non aver provato a dare una svolta alla stagione con il cambio in panchina un mesetto prima di Pasqua, quando la serie di sconfitte si era già allungata oltre le dita di una mano, completando quasi la seconda.
Ora però nulla è perduto perché l’Orlandina ripartirà dall’A2 con però la possibilità di ritornare subito in Serie A poiché l’anno prossimo saranno 3 le promozione dalla categoria cadetta. Certo, Peppe Sindoni dovrà essere bravo e lucido a lavorare sin da ora per creare una squadra competitiva per il pronto ritorno in LBA. Ma non abbiamo dubbi sulle sue qualità.

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