VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA: 5,5
Stagione fallimentare? Tutto da buttare? Epilogo negativo? Non c’è un’indicazione chiara e precisa di quella che è stata la stagione della Virtus. Neo-promossa, dopo un solo anno in A2, era partita con un buon mercato, affiancando al gruppo della passata stagione i due migliori italiani (Gentile e Aradori) e due americani di livello europeo (Lafayette e Slaughter). Ma non sempre quello che è certo sulla carta si verifica anche nel rettangolo di gioco. Alti e bassi per le V nere, falcidiati dagli infortuni per tutta la stagione, con un roster incompleto, fino a tre giornate dal termine della regular season e rotazioni corte. Molte partite perse nel finale, molti punti persi per strada senza sapere esattamente come e perché. Alla fine un nono posto per la classifica avulsa, per la quale hanno pesato (e molto) le sconfitte casalinghe con Cantù e Varese: partite dove, per l’ennesima volta, la Virtus ha giocato decimata da infortuni anche se, in linea di massima, ci si aspettava qualcosa in più. 
Se la Final Eight di Coppa Italia è stata ampiamente centrata (primo obiettivo stagionale), non sono stati centrati i playoff (secondo obiettivo dichiarato della stagione). Una stagione fatta di scommesse: la conferma in blocco del gruppo dell’A2, la scommessa (vinta) di Pajola, coach Ramagli. Calato il sipario sul 2017-2018, ci sarà una semi-rifondazione. Saranno Aradori, Baldi Rossi e Pajola i giocatori da cui ripartire, dopo un’annata incompleta sotto tutti i punti di vista, a livello societario, a livello di roster, a livello di risultati e anche per la dea bendata. Una stagione di transizione, di passaggio, per riportare la Virtus in alto, con un progetto serio. Alcune basi di quest’anno ci sono e il futuro è roseo, più di quanto sia stato difficile mandare giù il boccone amaro di questa stagione della Segafredo.
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