Immortale

NBA News


Today is the day
,

Kobe giocherà la sua ultima partita ufficiale in NBA, la numero 1346, tutte con la maglia giallo-viola dei Los Angeles Lakers. E’ difficile per me raccontare cosa ha significato questo giocatore, anche se forse, la parola “giocatore”, è per certi versi riduttiva. Potrei star qui ad elencare dozzine di aggettivi, ad esaltare quanto fatto durante la sua carriera, i suoi record e le sue partite leggendarie ma non credo che possano rappresentare e descrivere al meglio, l’impatto che ha avuto su alcune delle scelte compiute nei miei primi 22 anni di vita.

Ho deciso così di immaginare la mia vita tra circa 20 anni, in una piacevole domenica sera di inizio giugno, seduto davanti al televisore con mio figlio a gustarmi la replica di Gara1 delle NBA Finals, giocata la notte precedente (ahimè vista l’età e gli impegni che si richiedono ad uomo di 40 e passa anni, non credo riusciei a svegliarmi nel cuore della notte per seguire le gesta dei migliori atleti del pianeta. Mi immagino Kobe Bryant, Kevin Garnett e Tim Duncan dirigere lo studio pre-partita, facendomi così tornare ragazzo, tornare indietro nel tempo e rivivere le loro imprese e i loro trionfi nella mia mente. Poi entra in scena mio figlio di 10 anni che sta da poco compiendo i primi passi verso la pallacanestro, e con la naturalezza che solo un bambino può avere, mi chiede chi è quel signore un po più basso degli altri; lo aveva riconosciuto, somigliava vagamente a quel tizio appeso sul muro della sua camera, ritratto in un vecchio poster che alza un dito al cielo.

Papà, papà, ma il signore al centro somiglia alla foto nella mia camera vero?
Certo, si chiama Kobe Bryant, ed è stato uno dei più forti giocatori di basket di tutti tempi.

E come mai c’è la sua foto nella mia camera?
Perché vedi, quel quadro me lo regalò il nonno molti, ma molti anni fa. Lui sapeva che era il mio giocatore preferito e che provavo sempre ad imitarlo quando ero ragazzo.

E perché lo facevi?
Perché volevo essere come lui, volevo imitare tutto ciò che faceva durante le partite. E’ stato il mio idolo di infanzia. Lo sai che molti notti mi svegliavo di nascosto e accendevo la tv solo per vederlo giocare? Spesso anche mi vedevo con i miei amici, pieni di biscotti, merendine e succhi di frutta pur di non addormentarci e perdere quei momenti bellissimi.

Davvero?  Era così tanto forte?
Forte? Era il più forte! Voleva sempre vincere, aveva una marcia in più rispetto a tutti gli altri. Niente riusciva a fermarlo. Si allenava e giocava anche quando era infortunato, come quando papà camminava con le stampelle ti ricordi?

Veramente? Secondo me era un po’ pazzo..
Hai detto bene era veramente pazzo! Ma amavo quel pazzo, ho iniziato a giocare basket un po’ grazie allo zio, e un po’ grazie a lui. Quello che più mi piaceva di quel giocatore, era che riusciva sempre a fare canestro in ogni modo. Anche io ci ho provato, e riprovato tante volte ma non ci riuscivo mai.

Come mai?
Perché sai lui aveva qualcosa che non tutti hanno, voleva essere il migliore di tutti e per farlo si allenava più di tutti. Non allenava solo sé stesso, ma aiutava i suoi compagni di squadra ad essere migliori perché senza di loro non avrebbe mai raggiunto i suoi obiettivi. Pensa che in una partita segnò 81 punti che sono tantissimi! Però alla fine dell’anno non vinse niente perché non aveva fiducia nei suoi compagni. Quando capì questo, diventò ancora più forte e vinse altri due campionati, e il tuo papà si ricorda quelle partite come se fossero successe ieri.

Wow che bella storia.. Secondo te papà posso essere come lui?
Certo che puoi figliolo, puoi diventare qualsiasi cosa tu voglia ma non ti devi mai arrendere. Il tuo papà sarà sempre qui vicino a te a sostenerti.

Grazie papà, sei tu il migliore di tutti.

espn_midyrzoom_18b

Mi piace immaginare tutto questo, sarà solo una fantasia anche un po’ melodrammatica con un finale che penso tutti quelli che leggeranno questo mio pensiero, sperano un giorno di poter ascoltare.
Ad un bambino non puoi che raccontarlo così, semplice, attraverso le emozioni più pure, quelle che custodiamo per tutta la vita gelosamente, quasi non volessimo vengano contaminate e messe in discussione. Mi piace immaginare tutto questo, poter lasciare un ricordo che dei semplici highlights su internet non possono trasmettere. La gioia della vittoria in Gara 7 di Finale contro i Celtics del 2010; le lacrime nel vederti tirare due tiri liberi dopo la rottura del tendine di Achille contro Golden State, esattamente 3 anni fa il 13 aprile del 2013. Emozioni che solo il tuo idolo può farti provare. Immortale.

Oggi è il 13 aprile del 2016. Finisce un’era. La storia è stata scritta. Spetta a noi raccontarla. Grazie di tutto Kobe.

Lorenzo Simonazzi

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.