Italbasket, una GRANDE squadra

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214011850-8c7952e2-bbc5-443d-b47c-9fd7e0fbe516Ci troviamo a commentare qualcosa che nessuno voleva succedesse. Un’eliminazione ai quarti di finale contro la Lituania, proprio come due anni fa. Again.

Ed è certamente un peccato, perché questa edizione dei maestri dell’Est non è certamente una delle migliori degli ultimi anni; una squadra però con idee chiare, due grandissimi giocatori come Valanciunas e Maciulis, un playmaker con dei limiti ma di alto livello europeo (Kalnietis) e una banda di esperti e fisici role players.

Uscendo salvi dall’infernale girone di Berlino – che rischiava di portare tre qualificate nei primi quattro posti – la consapevolezza della nostra Italia è cresciuta a dismisura, e il tabellone ci forniva una ghiotta occasione per sfidare nuovamente la Serbia, a ranghi completi e con nessuna pressione. Abbiamo spazzato via il modesto Israele permettendoci di risparmiare energie per il futuro del torneo. Tutto girava: i quattro tenori ci davano soluzioni offensive infinite, Aradori e Cusin contribuivano dal primo secondo all’ultimo, Melli e Hackett garantivano sprazzi di intensità difensiva. Ci sentivamo una grande squadra. E lo eravamo. E lo siamo.

Perché questo è quello che mi preme sottolineare: anche ieri, in una partita che noi tutti ci aspettavamo di vincere, l’Italia si è dimostrata una grande squadra. Dapprima stando a contatto per tutto il primo tempo e permettendo a coach Pianigiani di giocare il secondo quarto senza Beli&Gallo: una situazione ottimale per il secondo tempo. Poi i lituani hanno continuato a macinare gioco, ci hanno anche staccato sul 48-40: timeout. Simone li guarda in faccia, due chiavi tattiche e in campo. 8-0 per noi, parità. That’s what great teams do.

italia
Tutti insieme, ancora una volta.

Siamo stati sempre lì, con le unghie e con i denti appesi ad un risultato che volevamo a tutti i costi e che sentivamo di meritare. Ma in un make-or-miss game come il basket è, la mancanza di cinismo e qualche hero-ball di troppo in attacco, e la poca lucidità in difesa in momenti-chiave ti fanno perdere la possibilità di mettere il naso avanti e possedere la partita, invece di accarezzarla mentre è in mano altrui.

Finché le gambe ci hanno retto, siamo stati quello che dovevamo essere: una squadra affiatata, offensiva, con voglia di essere competitivi e quella grinta unita allo spirito di gruppo che ti permette di non sentirti mai vinto. Sentivamo sempre di potercela fare, dopo quelle due incredibili notti di Berlino.

Coach Kazlauskas ha affermato che è stata la prima partita che ha preparato partendo dall’attacco e non dalla difesa, sapendo che l’Italia ha 80 punti nelle mani ad ogni allacciata di scarpe. Non sarà un consolation prize e non deve esserlo, ma è esattamente ciò a cui ambivamo e che ci ha portato a un passo dall’élite europea.

Non mi interessa partecipare al blame game – di cui ho letto fin troppi estratti sui social, sigh – specialmente con un gruppo come questo, che si merita solo applausi perché ha dimostrato di essere una squadra matura. E visto che lo siamo, oggi c’è una partita da vincere. Una partita difficilissima, contro un avversario – la Repubblica Ceca – che è ostico e che ha una struttura simile alla Lituania e due enormi talenti in Satoransky e Vesely.

 

Quindi alle 18:30 siate sul divano con gli amici, come avete fatto fino a ieri, e tifate quella grande squadra che ci ha dato dieci giorni di emozioni. Capite la nostra dimensione (che non è quella di Serbia e Francia) e accettate che nello sport i dettagli a volte ti fanno trionfare e altre volte ti tolgono quel sogno dalle mani. Ed è ciò che deve tenerci lì anche oggi, quel sogno: giocarci il preolimpico, magari al PalaIsoaki di Torino come si vocifera.

A me è bastato leggere il profilo Instagram di Ale Gentile per avere la certezza di vedere la Grande Italia anche oggi: dateci un occhio se vi serve capire appieno cosa si respira in quel meraviglioso spogliatoio.

Stiamo con i ragazzi, per quest’ultima (fingers crossed) sera di Eurobasket.

Manuel Riccio

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