Nella calma e pacifica stagione dei Philadelphia 76ers nei bassifondi della NBA arriva uno scossone, non dai giocatori, ma direttamente dai loro genitori. Dennis Marshall, padre di Kendall Marshall, playmaker appunto al servizio di coach Brown, si è infatti violentemente lamentato dello scarso utilizzo del figlio, da poco rientrato da un infortunio al crociato ed apparso in sole 9 partite per 16.2 minuti di media, producendo 4.3 punti e 3.9 assist di media.
Il signor Marshall ha usato i social network nel weekend per esprimere la propria frustrazione, ma lo ha fatto con accuse pesanti all’indirizzo dell’allenatore e di tutta l’organizzazione dei Sixers. “Dico sempre che c’è del razzismo nello sport” – ha scritto il padre del giocatore – “I ragazzi bianchi hanno sempre chance di avere successo anche quando giocano di m***a. Come fai ad essere considerato un tiratore se hai il 27% da tre punti? Non sai difendere ma giochi molto. Quale pensate sia la ragione?”.
Le accuse sembrano dirette a Nik Stauskas, compagno di Marshall che sta però giocando 23.0 minuti di media nonostante lo scarso rendimento e le povere percentuali (35% dal campo e 30% da tre). Il padre dell’ex Bucks e Lakers si è poi però scusato per il proprio comportamento, affermando di vergognarsi e di aver mandato una email ai Sixers per chiedere perdono.
Non è però un caso singolo all’interno del roster di Philly però, visto che anche Chuck Okafor, padre di Jahlil, si sarebbe lamentato insistentemente con Brown durante la partita contro i Clippers, essendo seduto proprio dietro la panchina dei Sixers. L’imbarazzante situazione ha necessitato, secondo quanto riportato, l’intervento del giocatore stesso, che avrebbe chiesto al genitore, a partita in corso, di smetterla. I sentimenti del padre della terza scelta all’ultimo Draft per l’allenatore dei 76ers non devono però essere dei più positivi, vista anche questa foto con annessa didascalia risalente proprio al match dello Staples Center.
Insomma, i Sixers al momento hanno più problemi con i genitori di uomini ormai cresciuti che con gli avversari, di cui a dir la verità non sembrano curarsi molto. Il caso vuole che già un anno fa, quando l’allora rookie KJ McDaniels militava a Philadelphia, la madre del giocatore in questione si fosse lamentata sempre per la situazione del figlio.
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