Knox sul derby: “Sento una certa eccitazione, ma non è paragonabile alla sfida tra Unc e Duke”

Serie A2 News

Mancano più di due settimane ad una delle partite più attese del campionato in Serie A2, il derby di Bologna tra VirtusFortitudo, una partita che divide a metà un’intera città e che ha già registrato il tutto esaurito.

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Justin Knox ai tempi di Unc con il suo ex compagno John Henson (scout.com). 

In attesa che le due storiche rivali si affrontino sul campo, il 6 gennaio, faranno sicuramente discutere le dichiarazioni di Justin Knox, centro della Fortitudo Bologna, che è stato intervistato da Enrico Schiavina sul Corriere di Bologna. Il giocatore statunitense ha, infatti, paragonato il derby di BasketCity con quello tra Unc e Duke definendolo meno importante della sfida tra due college del North Carolina, parole che probabilmente non piaceranno ai tifosi fortitudini.

Ecco un estratto delle sue dichiarazioni:

“Il derby? Sì, ne ho sentito parlare, sento che c’è eccitazione in giro ed è bello così. Ma non credo sia nulla di paragonabile a Unc-Duke…. Qui a Bologna ci sono due squadre della stessa città, lì la gente del posto la vive come una questione di orgoglio del territorio. Per i biglietti i tifosi fanno la coda anche di notte, dormendo sotto le tende. Gli studenti organizzano di tutto, feste, parate, prese in giro ai rivali, c’è un tifo caldissimo: niente a che vedere con l’NBA. C’è forte senso di appartenenza, anche un po’ di ideologia: Duke è un’università privata, la mia UNC è statale, per i nostri tifosi i Tar Heels rappresentano il vero spirito popolare del North Carolina, mentre da loro c’è molta gente di fuori e per questo sono odiati.
Ho 27 anni e ho giocato in tanti posti del mondo: Malesia, Turchia, Bielorussia, Porto Rico… Bologna è meglio, certo. Ma è il mio mestiere e cerco di farlo meglio possibile, senza farmi condizionare da niente. Ci alleniamo e pensiamo alla prossima partita, non al derby. Cos’altro potremmo fare? Poi capisco che invece i tifosi pensano solo alla partita contro i rivali. Era così anche a UNC.”

Fabio Silietti

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