La classe ’93: dal tetto d’Europa al dominio della Serie A

Nazionali Rubriche Serie A News

“Questi ragazzi hanno talento”, era quanto dicevano gli addetti ai lavori prima che la nostra nazionale under 20 nel 2013 partisse per Tallinn alla volta dei Campionati Europei di categoria.

della valle italiaA guidare quei ragazzi c’era il solito, grande, Pino Sacripanti, ormai un guru dell’under 20, colui che prima di tutti ha creduto nella forza di quegli azzurrini e, forse, il vero artefice di quel successo.
La stella di quella nazionale veniva dall’Ohio, anzi, da Ohio State: Amedeo Della Valle. Il figlio di Carlo stava frequentando il college ma ha sempre espresso la sua volontà di giocare con la nazionale gli Europei qualora Sacripanti ritenesse necessaria la sua presenza, ma come avrebbe potuto non ritenerla necessaria?
I fidi scudieri di Amedeo erano il canturino Abass, i veneziani Tonut e Ruzzier, il giovanissimo bolognese Aristide Landi (1994) ma a capitanare tutti, a portare l’esperienza necessaria, pur essendo un loro coetaneo, ci pensava il calabrese, ma biellese di adozione, Marco Laganà.
Fu una cavalcata storica: la vittoria ai quarti di finale contro la Lituania, con rimonta incredibile, rimane una delle imprese più grandi della storia della nazionale under 20. Dopo quella vittoria, la strada si fece un po’ più in discesa, non tanto per gli avversari che incontrammo, più perché gli stessi ragazzi ci iniziarono a credere, per davvero.
La vittoria finale contro la Lettonia di Janis Berzins (26 alla fine), in casa loro, è stata l’apoteosi di quella lunga scalata che ha portato i nostri ragazzi classe 1993 a vincere l’Europeo.

Ma due anni e mezzo dopo che fine hanno fatto? Dominano la Serie A.abass cantù
Il primo a mettersi in luce è stato (naturalmente) Della Valle, il quale, l’anno passato, ha quasi vinto uno scudetto, giocando una serie finale contro Sassari praticamente perfetta, ma la sua rivincita è arrivata pochi mesi dopo in Supercoppa contro Milano quando la sua Reggio è riuscita a conquistare il primo storico trofeo italiano e lui è stato nominato MVP della manifestazione: ormai Ame è un top assoluto della nostra Serie A.
Subito dietro di lui, forse alla pari, troviamo il capitano canturino Awudu Abass; Abi si è messo in luce nei passati playoff contro Venezia, mettendo a referto delle prestazioni davvero mostruose e risultando il fulcro di quella squadra, nonostante ci fosse un certo Metta World Peace in spogliatoio. A questo punto la società ha voluto fare di lui il perno anche dell’Acqua Vitasnella 2015-2016 e lui sta ripagando la società (forse famiglia è il termine migliore) con caterve di punti, come quanto successo ieri: 29 e 34 di valutazione; ma non è un unicum perché Abass sta viaggiando a più di 20 da addirittura quattro partite. Tra l’altro, Abi ha “rischiato” di essere selezionato allo scorso draft ma poi non se n’è fatto nulla.
Tra gli altri davvero molto bene Ruzzier, il quale continua a non segnare moltissimo ma fa la differenza con la sua leadership e i suoi assist sempre al bacio per le schiacciate di Josh Owens (giocare 15 minuti di media in questa Venezia, con un pacchetto esterni davvero importante, non è affatto facile).
Infine abbiamo Stefano Tonut. Il figlio di Alberto sta vivendo la sua prima stagione di Serie A, dopo aver dominato con Trieste in A2, e l’inizio non è stato facile, proprio perché, come per Ruzzier, deve vedersela con giocatori del calibro di Green, Goss, lo stesso Ruzzier e Jackson. Nonostante ciò, ieri sera contro Reggio Emilia è stato indubbiamente il migliore in campo, mandando addirittura una volta a scuola un fenomeno qual è Rimantas Kaukenas, con un canestro più fallo che tonut veneziarealizzi solo se hai la convinzione giusta. Il “Tonno” ha un futuro più che roseo dinnanzi a sé e in più ha un maestro come Charlie Recalcati che gli indicherà la via.

I due ’94 di quella spedizione erano Matteo Imbrò e Aristide Landi. Il primo ha giocato fino all’anno scorso alla Virtus Bologna, trovando poco spazio, perciò ha preferito ripartire dall’A2 ed in particolare da Ferentino. Il secondo, invece, dopo un’ottima stagione a Mantova, ora si è accasato a Trieste e potrebbe proprio essere il prossimo a fare il salto nella massima serie.

Menzione speciale per lo sfortunato Marco Laganà, il quale avrebbe una grandissima opportunità in quel di Cantù ma la “sfiga” lo perseguita e, dopo aver perso un anno per un infortunio subito a Biella, anche questa stagione si è chiusa anzitempo per lui per una lesione del legamento crociato anteriore; naturalmente gli rinnoviamo ancora un grossissimo in bocca al lupo.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.