Le pagelle di Milano-Sassari: DJO e Lydeka non bastano, Milano brilla con la Trinità più Radu

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Nel posticipo domenicale di Serie A, Milano ha mantenuto la sua imbattibilità in campionato, battendo una buona Dinamo Sassari, autrice di una prova discreta e capace di stare in partita per tutta la durata del match senza mai tirare i remi in barca. Di seguito le nostre valutazioni ai giocatori delle due compagini:

OLIMPIA MILANO

gentile milano

Kalnietis 6: compitino banale, con qualche evidente sbavatura soprattutto al’inizio, ma che si alza di livello col tempo, quel tanto che basta per portare a casa la pagnotta quotidiana e non avere particolari rimorsi di coscienza. Accettabile, ma non di più.

Cinciarini 5: no, non ci siamo. Il capitano non rende, non tira fuori gli artigli, non sembra avere quella sua solita predisposizione mentale a lasciare tutto ciò che si ha sul parquet. Molle, si limita a un’ordinaria amministrazione piatta, priva di ogni minimo spunto creativo. Se vuole guadagnare minutaggio non è questa la via da percorrere.

Simon 7: è un giocatore incredibile, che probabilmente si sta evolvendo. Abituato a lasciare il segno apparendo in tutta la sua maestosità, nelle ultime partite sta decidendo di dare ugualmente un ottimo contributo, ma stando nell’ombra, senza dare troppo nell’occhio. Pensi che possa dare molto di più, e probabilmente è vero, ma poi dai un’occhiata alle statistiche e vedi come 11 punti, 8 assist e 7 rimbalzi lo abbiano condotto ancora una volta vicino alla tripla doppia. Il tutto senza mai dare l’idea di accelerare per davvero, gestendo la situazione con calma e freddezza glaciale. Killer silenzioso.

Abass 6: tira due volte, segna, ma per il resto sta lì, senza rubare spazio e palloni ai compagni, aspettando che arrivi la palla giusta. Magari un tocco di intraprendenza in più non guasterebbe, ma al momento gli basta essere al posto giusto nel momento giusto.

sanders milanoSanders 7: a Sassari non ci hanno messo molto tempo per rimpiangerlo, ma lui non ha compassione e calca la mano ogni volta che ne ha la possibilità. Tira da fuori, entra nella difesa sarda come un coltello nel burro, ha mille armi a disposizione e sembra che nessuna possa fare cilecca, almeno fino a quando non stampa una schiacciata in contropiede sul ferro. Figura da pollo, ma un leone che ruggisce sempre può sopportarlo e, alla fine, dimostra sempre di essere il re.

Fontecchio 6: finalmente Repesa non gli concede solo le briciole e lui prova a darsi da fare nel lavoro sporco, visto che già sono in tanti a doversi dividere punti, tiri e responsabilità offensive. Lavora bene a rimbalzo, difende, fa spendere falli. Deve ancora lavorare sodo, ma nel frattempo può andare.

Gentile 7: veniva da una settimana difficile, ma la risposta sul campo raramente è mancata da parte sua, bisogna dargliene atto. Dopo l’Efes, altra prestazione di qualità condita da punti, assist, maturità e miglioramento a cronometro fermo. Tra secondo e terzo periodo pare immarcabile, forse lo è davvero, e con Sanders dà una buona spallata al match. Tempo fa si sussurrava fossero incompatibili, alla faccia.

Dragic 6,5: e bravo Zoran. Veniva dalla brutta prestazione di coppa, ma ciò non lo condiziona e si mette a tirare e segnare con fiducia, meritandosi una maggiore presenza sul campo. Più che una star, sembra poter essere un mestierante di immensa qualità. A dirlo pare una blasfemia, ma lui si sbatte, mette mattoncini e non ha pretese snob. Ad avercene giocatori così.

Pascolo 5,5: ancora una volta parte in quintetto, non entusiasma, viene sostituito subito e non si toglie più sopramaglia e asciugamano fino alla sirena conclusiva. Repesa lo utilizza male, o lui sta facendo poco per meritarsi qualcosa in più? Magari la verità sta nel mezzo, come nella maggior parte dei casi. Peccato però, perché il suo ambientamento a Milano sembrava iniziato alla grande. Ora ci vuole coraggio e sudore, nulla è perduto!

McLean 6: destinato a divenire l’uomo delle piccole cose. I rimbalzi, gli assist inaspettati, i continui blocchi, le giuste spaziature, la difesa, i tagliafuori. Non sono aspetti che entusiasmano, ma rendono perfettamente l’idea di un giocatore abile e intelligente nel capire qual è la sua dimensione nella squadra, quando poter fare di più e quando accontentarsi. Non è un centro di ruolo, ma si è calato in questi panni con abnegazione e professionalità. Applausi sinceri.

Raduljca 7: quando riceve la palla, sono rari i casi in cui non porti a scuola i suoi avversari. Un fisico così grande abbinato a movenze dai tratti celestiali, una rudezza esterna abbinata a polpastrelli di grande sensibilità: tutto molto bello. Certo, a volte senza palla lo ammazzeresti, ma poi lo guardi dietro la sua barba e decidi che, no, è meglio non toccarlo.

Coach, Repesa 6: una partita vinta, mai ammazzata, ma dove il rischio è stato sempre ridotto ai minimi termini. Potrebbe gestire meglio i minutaggi di alcuni giocatori, potrebbe dare qualche scampolo a Cerella, ma i suoi giocano e vincono tirando al massimo, e solo per alcuni tratti, la terza marcia. Allora va bene così, senza strafare e con le proprie gerarchie prestabilite.

 

DINAMO SASSARI

johnson-odom sassari

Stipcevic 5,5: i redattori sardi del nostro sito hanno un po’ stramaledetto quel suo sentirsi il Curry della situazione, quel suo abusare ingiusto e non richiesto del tiro da tre. Un po’ perché gliene sono entrati pochi, un po’ perché si è reso prevedibile, un po’ perché qualcun altro nei minuti finali si sarebbe potuto ergere a salvatore della patria meglio di lui. Esagerato.

Johnson-Odom 7: ecco, forse qualche pallone in più nei minuti finali glielo si poteva concedere, visto che offensivamente è stato un’ancora di salvezza per tutto il tempo. Finte, crossover, step back, scorribande, un repertorio che ha fatto divertire i suoi e ammattire i difensori milanesi. Certo, la percentuale da tre è meglio ignorarla, e infatti non la scriviamo, ma a certi giocatori si deve pur concedere qualcosa.

Lacey 5: un fulmine con 6 punti consecutivi all’inizio del secondo quarto che costringono addirittura Repesa al timeout. Le sue buone opere durano quel lasso di tempo di due minuti. Il resto è il nulla più assoluto.

Lydeka 7: Raduljca è un brutto cliente, ma lui si arma e si adopera come può, usando bene la sua prestanza nel pitturato altrui, offrendo sempre ai compagni una soluzione d’appoggio comoda ed efficace. Apporto di punti e rimbalzi molto buono, non può essere un trascinatore ma non è nemmeno l’uomo che ti tradisce. Fedele alla causa.

Olaseni 5: esuberanza che promette bene all’inizio, ma che poi non mantiene promesse e premesse. Falli sciocchi lo sradicano dalla partita molto presto.

Dusko Savanovic

Savanovic 6: un giocatore molto piacevole da vedere all’opera, con movimenti chirurgici e pulitissimi. Peccato che i compagni nel secondo tempo non lo vedano quasi mai, tanto da estraniarlo quasi dalla contesa. Merita maggior considerazione nel gioco, ragion per cui reputiamo non meriti un’insufficienza.

Devecchi 5,5: si appiccica bene a Simon nel primo tempo, ma dall’arco non ne becca una e Sassari non può permettersi di avere un giocatore in meno nell’altra metà campo.

Sacchetti 5: soltanto la repulsione di mio padre per i tatuaggi mi ha fatto accorgere della sua presenza in campo. Ha e avrebbe avuto molto in più da dare, ma i suoi pari ruolo avversari lo travolgono e gli fanno pesare tutto lo scarto tra le parti.

Carter 5,5: problemi di falli lo condizionano molto. Ha un lampo nel terzo periodo, ma non può bastare, né a lui né alla sua squadra.

Coach, Pasquini 6: i suoi se la giocano fino alla fine e questo è un merito innegabile, forse avrebbero potuto sfruttare meglio i frangenti finali, ma l’impressione è che Milano fosse conscia della sua superiorità. La squadra c’è mentalmente, tatticamente e fisicamente, ma foorse una guardia o ala piccola in più non guasterebbe.

 

Bernardo Cianfrocca

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