Marco Crespi spiega il #ContagioAzzurro a BSC: “Serve formazione di qualità”

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Inizierà il primo weekend di Ottobre, a Ragusa, l’avventura di Marco Crespi come nuovo commissario tecnico della Nazionale Femminile. Ai microfoni di Basket Social Club, trasmissione in onda il sabato mattina (10-12) su Radio Godot, l’ex tecnico di Pesaro ha raccontato le sue intenzioni e le motivazioni alla vigilia di una nuova avventura.

Cosa prova ad essere il nuovo commissario tecnico della Nazionale femminile.

Quando ho ricevuto una domenica mattina la chiamata del presidente Petrucci ho subito pensato che fosse davvero una cosa bella. Abbiamo trovato l’accordo in quarantotto ore: perché c’è un ambiente in crescita, che ha trasmesso grande entusiasmo al movimento e perché mi piace conoscere cose nuove e vivere nuove sfide.

C. Zandalasini esulta dopo un canestro

Avrà due anni di contratto. Sarà una figura importante nella crescita di Cecilia Zandalasini.

Penso che sia piacevole per ogni allenatore poter allenare talenti così forti e persone serie come Zandalasini, sarà un’esperienza coinvolgente e motivante. Ma il movimento femminile non è solo Zandalasini: un commissario tecnico ha l’obbligo di sapere che esiste un ampio numero di ragazze che possono competere ad alto livello ed ha l’obbligo di allargare la base da cui attingere.

#ContagioAzzurro.

Penso che la Nazionale debba essere motivo di contagio e di entusiasmo per tutti. Ho presentato un progetto che è stato ben accolto, ed è quello di #ContagioAzzurro: andare a visitare i club singolarmente, andare ad allenare le giocatrici di interesse nazionale, di andare a parlare sul campo con gli allenatori delle squadre di serie A1, allargando anche alla serie A2.

Crespi e Tanjevic di nuovo vicini.

Tanjevic per me è un maestro di basket e di vita. Abbiamo vinto insieme ma soprattutto abbiamo fatto un percorso insieme. Quando ci sentiamo al telefono non parliamo solo di basket ma di ogni aspetto della vita.

Di cosa ha bisogno il movimento italiano?

L’analisi non deve essere fatta per slogan o per titoli che possano sembrare populisti. Bisogna investire nella formazione e la formazione ha bisogno di regole, a partire dai club affinché il tutto avvenga nel modo qualitativamente migliore possibile ed affinché la formazione sia un investimento e non un costo. Si può anche pensare di costruire accademie per facilitare questo aspetto ma credo che il bisogno primario sia dare qualità alla formazione.

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