MVP ladder: Harden e Westbrook cavalli senza briglie avanti sul gruppo di top-roster leader

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L’MVP è da sempre il titolo individuale più ambito a livello individuale dai giocatori NBA.

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Il premio è da sempre stato oggetto di critiche ed al centro delle discussioni di tutte le categorie di appassionati NBA: dagli esperti, agli analisti, passando per gli avventurieri da blog e ad i giovani alle prime armi con questo strano mondo.

Quest’anno, anche se siamo ad appena 15 partite di stagione regolare, la discussione sta accendendo ancora di più caldamente la faida tra due filosofie che raramente trovano punti in comune: i sostenitori della teoria che il premio vada al giocatore più forte della stagione indipendentemente dal risultato della propria squadra ed i sostenitori della teoria per cui sia meritevole il giocatore che più ha permesso alla propria squadra di vincere il maggior numero di partite e raggiungere le prime posizioni nei tabelloni di conference.

Lato nostro non ci schieriamo nel dibattito tra filosofie, fondamentalmente perchè dobbiamo essere prima di tutto osservatori e quindi dobbiamo cercare nel limite delle nostre possibilità di riportare i fatti come stanno. Proveremo quindi ad analizzare i migliori tre giocatori secondo il nostro umile giudizio:

James Harden: impressionanti le cifre del condottiero di Houston: 28.7 punti, 7.7 rimbalzi e 12.5 assist a partita (leader NBA). I critici evidenziano le ormai famosissime lacune difensive del “Barba”, ma rimane il fatto che il sistema D’Antoniano con i ritmi di regular season e i giocatori nel roster di Houston si sposano perfettamente con il modo di giocare del nostro primo in classifica.
Il numero 13 dei Rockets, dunque, potrebmvp1be avere attorno a se le circostanze adatte per proseguire con un cammino lineare sia in termini di risultati di squadra che individuali.

Russell Westbrook: “The Beast Unleashed” si è giustamente preso la squadra sulle spalle e sta sparando cifre ancora più impressionanti di Harden: 31.8 punti (leader NBA), 9.6 rimbalzi (davanti a gente come Towns, Griffin, Millsap e potremmo continuare…) e 10.5 assist (dietro solo ad Harden) a serata. Impressionanti è dire poco, il leader maximo dei Thunder in questo inizio stagione ha più volte guidato la squadra a mille all’ora tra vittorie da lasciar senza fiato o contro un muro, senza fiato… Ecco questo è il punto, quanto potrà reggere a certi ritmi?

LeBron: beh il giocatore più forte del pianeta è lui, la squadra più forte del pianeta è sua, ma secondo noi questo non basta per il premio di MVP di stagione regolare, infatti il 23 di Cleveland sembra giocare testando se stesso e la squadra, con il solo obiettivo di arrivare ai Play-Off nella migliore condizione possibile (avete presente il giovedì per la Moto GP e la F1, ecco la sensazione è quella). Per questo motivo, nonostante stia guidando i Cavs ad est, a meno di improvvise accelerazioni lo teniamo sul gradino più basso del podio.

Meritevoli di citazione ci sono sicuramente Chris Paul e Blake Griffin che stanno letteralmente guidando i Clippers ad un record inimmaginabile per una squadra che sembrava non poter più raggiungere un’apice del proprio percorso, Kevin Durant che ha inserito la terza nelle ultime uscite dei Warriors, ma anche DeRozan che fino a tre giorni fa viaggiava a 34 punti di media ed Anthony Davis che nonostante le sfortune dei Pellicans ha incastrato almeno 3 prestazioni da gigante del gioco, infine Leonard che dopo aver attirato i riflettori nell’esordio stagionale, ha deciso in stile totalmente “Leonardiano” di spegnere i fari, ma continuare a trascinare gli Spurs.

Stefano Muratorio

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