NBA Christmas Day 2004, Kobe VS Shaq per la prima volta

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Per tutti noi appassionati NBA il 25 dicembre è un giorno speciale oltre che sacro, indipendentemente dalla fede religiosa. Come tutte le occasioni buone per incrementare guadagni e fans, il Natale è sfruttato a pieno dalla lega che da sempre offre un calendario particolare, sia per orari che per livello dei confronti, accontentando tutti in tutto il globo. Solitamente il match clou è il rematch delle Finals dell’anno precedente ma nel 2004 qualcosa andò storta. Ma prima facciamo un passo indietro…

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Estate 2004. I rapporti tra Kobe Bryant e Shaquille O’Neal non sono mai stati idilliaci, ma questo era ormai evidente a tutti da tempo, le principali differenze con il passato erano fondamentalmente due: l’ultima stagione si era conclusa con una sonora sconfitta in finale per mano dei Detroit Pistons ed il nuovo contratto di Bryant. Durante quell’estate la famiglia Buss aveva proposto a Kobe uno dei contratti più redditizi della storia NBA, 136 milioni totali per 7 anni. A questo punto era chiaro che la dirigenza aveva scelto di riporre piani, speranze e progetti futuri nelle mani del 24. Non dovrebbe essere difficile immaginare la reazione di Shaq a tutto ciò, un giocatore di quel calibro e con quell’ego non poteva accettare un simile affronto. Il 14 luglio 2004 gli equilibri della lega vengono stravolti: Shaquille O’Neal viene spedito a Miami in cambio di Lamar Odom, Caron Butler, Brian Grant ed una prima scelta futura.

Il 25 dicembre 2004 non ci fu nessun rematch delle Finals, David Stern e l’NBA avevano, ancora una volta, deciso per il bene di tutti i tifosi: i Los Angeles Lakers di Kobe Bryant avrebbero sfidato i Miami Heat di O’Neal e Dwyane Wade allo Staples Center. L’inizio di stagione in California non era stato per nulla semplice, Odom non era ancora pronto ad essere un All Star, l’addio di Shaq aveva lasciato il vuoto, sopratutto sotto i tabelloni, e a Kobe, che non ha mai avuto problemi a trascinare intere squadre a forza di tiri e soluzioni personali, mancava evidentemente un partner per essere veramente competitivo ad alti livelli. Il record era un modestissimo 14-12, nulla in confronto al 22-7 degli avversari che inoltre potevano vantare ben 11 vittorie nelle ultime 11 partite giocate.

shaqIn molti non si sarebbero stupiti di vedere un trionfo schiacciante di O’Neal sul suo ex parquet contro quello che ora era il suo nemico numero uno. Ma probabilmente in molti non si erano ancora rassegnati al fatto che per Kobe Bryant nulla fosse impossibile, soprattutto in determinate circostanze e contro determinati avversari. La partita scivola via piacevolmente e Kobe non ha la minima intenzione di uscire sconfitto da un confronto di tale portata, trascinerà i suoi come tante volte ha fatto durante la sua lunga e gloriosa carriera chiudendo il match con 42 punti e 6 assist. Dopo aver commesso il suo quarto, quinto e sesto fallo nell’ultimo quarto, Shaq viene espulso a 2.15 dalla fine della partita con il punteggio sul 91-91. Il sesto fallo fu molto emblematico: Kobe lascia a terra il suo difensore, attacca il ferro e Shaq, consapevole di aver commesso già 5 falli, non si tira indietro ed abbatte abbastanza duramente il suo ex compagno. Due liberi di Kobe Bryant, uno di Lamar Odom, il precedente canestro da due punti di D-Wade e il libero di Christian Laettner portano la partita sul 94-94 a un minuto e mezzo dalla fine, da li in poi nessuno segnerà. L’espulsione di O’Neal rovina la magica atmosfera e la rivalità che si era creata sul parquet, Kobe Bryant non segnerà neanche un punto durante l’overtime (cosa che, a memoria, non credo sia più successa durante la sua carriera). Lamar Odom si caricherà la squadra sulle spalle ma i suoi 8 punti di fila non basteranno e i Los Angeles Lakers perderanno 104-102 il match.

Quella stagione terminò nel peggiore dei modi per Kobe Bryant e i suoi che mancarono la qualificazione ai playoff, Shaq fece risorgere i Miami Heat guidandoli al primo posto ad Est ed alla finale di conference persa in gara 7 ai danni dei Detroit Pistons. Nulla di grave visto che l’anno successivo lui e Wade vinceranno l’anello contro i Mavericks dopo una rimonta clamorosa.

Di seguito, i momenti salienti di quella che fu una grandissima partita giocata con intensità da entrambe le squadra, soprattutto dai loro leader, commentata da Federico Buffa e Flavio Tranquillo.

Luca Diamante

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