NBA Preview: Atlanta Hawks, presente grigio per un futuro roseo, si spera

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Atlanta Hawks

Sesti ad Est nel 2013/2014 (44-38)

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Roster:

Jeff Teague, Shelvin Mack, Dennis Schroder / Louis Williams, Jared Cunningham, John Jenkins / Kyle Korver, DeMarre Carroll, Cartier Martin / Paul Millsap, Elton Brand, Gustavo Ayon, Mike Scott / Al Horford, Pero Antic

La Stella : Al Horford

Dopo la partenza di Josh Smith, con cui ha giocato fianco a fianco ogni singola partita in maglia Hawks, il centro dominicano ha un nuovo partner sotto canestro, ovvero quel Paul Millsap arrivato in estate proprio per rimpiazzare Smith, che ha portato i suoi jumper ignoranti verso Detroit. Horford è ormai nel gotha del lunghi NBA, un giocatore di grande sostanza ed intelligenza abituato ad essere in squadre di alto livello sin dal college. Quest’anno, non per colpa sua, si trova in una squadra perdente che cercherà di arrivare all’ultimo posto disponibile per i playoffs e, se a metà stagione la situazione sarà già irrecuperabile, giocherà per perdere. Due volte All-Star, il figlio del grande Tito si dovrà caricare spesso l’attacco Hawks sulle spalle e, se non riuscirà a raggiungere la post-season, sarà sicuramente felice lo stesso dato che sua moglie è la ex Miss Universo Amelia Vega.

L’arma in più : Jeff Teague / Paul MillsapJeff+Teague+Atlanta+Hawks+v+Chicago+Bulls+06xYejZbnmGl

Perchè ben due armi in più per gli Hawks? Ecco subito spiegata la scelta: se con Jeff Teague andiamo sul sicuro, point guard in continua ascesa con punti e assist nelle mani, Paul Millsap è una vera e propria incognita, un boom or bust insomma. A Utah le han provate tutte (con Boozer e D-Will, con Jefferson o da solo) ma è rimasto un eterno talento non espresso fino in fondo, ora ha di fianco uno (Horford) che è l’antitesi del ballhog con cui ha avuto a che fare fino ad oggi (Boozer e Jefferson), quindi avrà l’opportunità di avere la palla in mano un pò più spesso. La domanda è sempre quella: boom or bust?

Il coach : Mike Budenholzer

Il delfino di coach Popovich: entrato a far parte della Lega nel 1994 come video coordinator degli Spurs, ha ricoperto questo ruolo per i due anni successivi per poi venire promosso ad assistant coach nel 1996 ed a capo assistant coach nel 2007. Dopo 18 anni passati a fianco di Gregg Popovich a San Antonio, Budenholzer sembrava il candidato ideale a rimpiazzarlo quando il grande maestro avrebbe dato le dimissioni (e forse lo è ancora) ma quest’estate ha deciso di accettare l’incarico come head coach per gli Atlanta Hawks: se riuscirà a staccarsi dallo stile militare-geniale di Pop ed a sviluppare un carattere ed un gioco tutto suo, con l’esperienza maturata all’ombra dell’Alamo potrebbe diventare uno dei migliori allenatori in circolazione. Aspettando la chiamata dagli Spurs, ovviamente.

Il mercato : via Smith, dentro Millsap ed un nuovo coach per un anno di transizioneHorford-Coach-Millsap-e1380636621838

Anche i muri dell Wells Fargo Center erano a conoscenza dell’infelicità pregressa di Josh Smith ad Atlanta e che era in cerca di un nuovo indirizzo già da un paio d’anni (dalla trade di Joe Johnson precisamente) e quel geniaccio di Danny Ferry (anche lui scuola Spurs come Budenholzer) è riuscito a rimpiazzare J-Smoove con un altro 4 che mette insieme cifre molto simili ma è più solido mentalmente e, soprattutto non prende i 54 milioni di dollari in 4 anni che i Pistons dovranno dare a Smith ma che si “accontenta” di 19 per le prossime due stagioni. Al draft gli Hawks han pescato il backup per Teague (Schroder) e soprattutto l’interessantissimo Nogueira alla 16 (arruolabile dalla prossima stagione). Ferry è riuscito a mettere Budenholzer nella situazione ideale per un coach al primo incarico da capo allenatore: ha una squadra già abbastanza competitiva e con lo spazio salariale con cui lavorare nella prossima, ricchissima, estate; l’unico problema? L’eufemistico scarso appeal di Atlanta, pari quasi a zero.

Aspettative : Playoffs sì, playoffs no, playoffs perchè?

Un parere sincero? Nella migliore delle ipotesi gli Hawks usciranno al primo turno sconfitti dalla Miami/Chicago/Indiana di turno come succede da innumerevoli anni a questa parte; a questo punto meglio perdere, solo che anche in quel caso avrebbero molte contender, forse anche di più. E quindi? Quindi buona fortuna a Budenholzer e soci.

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Francesco Manelli

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