Nenad Vučinić, la giusta scelta di Nicola Alberani per la Scandone 3.0

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Una volta portata al capolinea l’avventura Stefano Sacripanti, la Sidigas Avellino, nelle vesti del suo GM Nicola Alberani, si è immediatamente messa alla ricerca di un nuovo Head Coach. La ricerca, contrariamente a quanto è stato detto al di fuori del PalaDelMauro, aveva un obiettivo preciso da raggiungere: un allenatore con una buona dose di esperienza internazionale e con tanta voglia di emergere tra i suoi pari-ruolo tramite il lavoro quotidiano in palestra. Prima di portarla al termine, però, la società biancoverde ha voluto rafforzare il rapporto con uno dei migliori dirigenti che la pallacanestro nostrana può vantare: infatti, Gianandrea De Cesare, ben consapevole dei passi in avanti che la sua Scandone ha fatto sotto la gestione Alberani, ha deciso di tenere con sé il nativo di Forlì almeno fino al 2021. Ma se, come diceva il filosofo Aristotele, “Una rondine non fa primavera…”, com’è giusto che sia, proprio lo stesso General Manager, non curandosi delle voci di mercato, si è accordato con un suo “caro vecchio amico”, Nenad Vučinić. Guardando il suo curriculum è facile intuire che i profili di Luca Banchi e Massimiliano Menetti, ossia dei coach visti come imminenti successori di Sacripanti, non presentassero i giusti requisiti. L’approdo in Irpinia dell’allenatore serbo (naturalizzato neozelandese, ndr), che ad una buona parte dei non addetti ai lavori è sembrato un segnale di un ridimensionamento del progetto Sidigas, in realtà va visto come una logica conseguenza dell’ampliamento, voluto da De Cesare, delle mansioni di Nicola Alberani, che pare abbia intenzione di rifarsi solo a persone di sua fiducia, quali il già citato Vučinić e Massimo Maffezzoli, di cui a breve sarà ufficializzato l’ingresso nello staff tecnico. Di preciso, se da una parte l’ormai ex assistant-coach dell’Happy Casa Brindisi aveva collaborato con Alberani nella Virtus Roma finalista del 2013, dall’altra il nativo di Belgrado fu chiamato nel 2011 dal dirigente forlivese proprio per condurre l’allora MarcoPolo Forlì alla salvezza. Grazie a otto vittorie nelle ultime nove giornate ed agli arrivi di Shawn Huff e Bobby Jones, i due portarono al termine la missione; ciò, però, non accadde l’anno successivo, che fu caratterizzato da innumerevoli sventure dentro e fuori dal parquet. Dopo aver ripercorso la sua unica esperienza italiana, cerchiamo di capire che tipo di allenatore è Nenad Vučinić.

Un allenatore giramondo ~ Pur essendo nato in Serbia, le sue prime esperienze cestistiche corrispondono alle avventure da giocatore prima e giocatore-allenatore poi dei Nelson Giants, in Nuova Zelanda. Nel 2001 fu scelto da Tab Baldwin per il ruolo di vice nello staff della nazionale neozelandese. Nel 2006 fu scelto come successore (fino al 2014, ndr): sotto la sua gestione i Tall Blacks nell’edizione turca dei Mondiali furono sconfitti agli ottavi dalla Russia mentre in quella successiva, del 2014, dalla Lituania. A livello di club, dopo aver vinto il campionato estone nella stagione 2008/09, ha svolto l’incarico di Head Coach del Darussafaka, prima di approdare in Cina.

La forza è nel gruppo ~ Insieme al già citato Baldwin, il nuovo capo-allenatore della Sidigas Avellino è una leggenda della pallacanestro neozelandese, che ha fatto durante la sua carriera della capacità di gestire il gruppo di giocatori a sua disposizione (e quindi anche le rotazioni) il suo principale punto di forza. Infatti, come dichiarato dallo stesso Baldwin in un’intervista ai microfoni della FIBA: Vucinic, dopo essere stato il tipico team-player (giocatore di sistema, ndr), ha dimostrato di avere una certa attitudine per il lavoro di allenatore. Inizialmente la sua pallacanestro si fondava su principi, offensivi e difensivi, alquanto basilari; poi, l’esperienza alla guida dei Tall Blacks gli ha permesso di evolversi dal punto di vista tattico. In conclusione, la Scandone per i prossimi due anni si è assicurata un uomo in grado di relazionarsi con i propri giocatori e pronto a superare ogni tipo di ostacolo.

 

 

Luigi Borriello

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