Milano-Avellino, le pagelle: Simon di un altro livello, bocciati i lunghi irpini

Pagelle Serie A

Milano conquista la sua prima Supercoppa battendo nettamente la Sidigas Avellino davanti al proprio pubblico. Tra un Simon dalla superiorità quasi imbarazzante ed il pessimo esordio di Fesenko, ecco le pagelle del match.

Olimpia Milano

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Andrea Cinciarini 7: gioca meno di Hickman, ma parte in quintetto ed è calato nella parte di capitano. Dimostra di avere leadership e disputa un match ordinato, senza sbavature.

Rakim Sanders 7: non è la solita forza della natura in attacco, ma si batte in difesa ed è costantemente a disturbare sulle linee di passaggio, il che gli frutta anche due recuperi concretizzati e almeno un altro paio vani.

Krunoslav Simon 9: servono parole? Davvero? Una due giorni che lo incorona ancora una volta come uno dei migliori giocatori passati dal nostro campionato negli ultimi anni. Chiude con 25 punti, 5 rimbalzi, 8 assist e 5 triple a segno, di un altro livello rispetto agli altri interpreti.

Milan Macvan 6: ieri nemmeno in campo, oggi in quintetto al posto dell’infortunato Raduljica. Non gioca una partita insufficiente, ma non convince appieno.

Alessandro Gentile 5,5: spiace, ma la palma di peggiore dell’Olimpia oggi è sua. Impreciso al tiro, troppo falloso, alla fine gioca solo 15′ e segna solo 2 punti.

Jamel McLean 7: non serve segnare 20 punti per essere tra i migliori, l’americano termina il match con soli 5 eppure manda in tilt i lunghi irpini solo con la propria presenza sul parquet.

Ricky Hickman 7,5: gioca con una semplicità disarmante, in un paio di occasioni parte dalla propria area e in palleggio vola a canestro dall’altra parte del campo. Esce dalla panchina e impatta la partita alla perfezione, con 15 punti a referto.

Davide Pascolo 7: meno utilizzato rispetto alla semifinale, anche per la presenza di Macvan nelle rotazioni, nel momento migliore di Milano trova il modo di essere protagonista con un paio di canestri dei suoi.

Zoran Dragic 7: premiato come miglior rimbalzista della finale con 7 carambole, lo sloveno è uno dei migliori in campo, attaccando il canestro spesso e con successo.

Simone Fontecchio 6: un paio di minuti alla fine per bagnare il proprio esordio ufficiale al Forum, un paio di errori ma poi il canestro, in schiacciata.

Bruno Cerella sv: entra negli ultimi 4′ a partita decisa e si fa notare per lottare a rimbalzo contro Cusin, tra l’altro con successo.

Coach Jasmin Repesa 7: sfrutta alla perfezione la superiorità del suo roster, il risultato è una partita dominata dai suoi dall’inizio alla fine.

 

Scandone Avellino

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Joe Ragland 6,5: è il miglior marcatore di Avellino con 18 punti, ma è impreciso al tiro con un 6/17 totale.

Marques Green 5,5: si guadagna quasi la sufficienza grazie alle tre triple, ma arrivano quasi tutte a partita virtualmente conclusa. Recupera 3 palloni ma ne perde 4.

Adonis Thomas 5: metà dei punti li segna nell’inutile quarto quarto, nel resto del match sparacchia da tre punti (0/6) e poco più.

Marteen Leunen 5: due triple e poco altro, insieme a Cusin e Fesenko viene risucchiato nel vortice di McLean, perdendo anche 2 palloni.

Levi Randolph 5,5: non ripete la positiva prestazione di ieri, l’americano segna 10 punti con 4/8 da due ma si vede poco.

Marco Cusin 5: male come ieri, è costretto a giocare tanti minuti per i problemi di falli di Fesenko ma commette troppi errori, tra palle perse e falli commessi.

Kyrylo Fesenko 4,5: il peggiore tra gli irpini, esce con 5 falli nel terzo quarto e si dimostra troppo lento per stare dietro ai lunghi meneghini, con anche 3 palle perse è totalmente bocciato all’esordio ufficiale. Forse non era al top della forma.

Retin Obasohan 6: alla fine i punti sono 12, con percentuali anche dignitose rispetto ad altri compagni. La sua partita però è troppo silenziosa.

Andrea Zerini 6: lotta a rimbalzo in attacco conquistandone 3, gioca soli 10′ e fa quello che può. Probabilmente il migliore del reparto lunghi di Avellino.

Coach Pino Sacripanti 5,5: tradito dai propri lunghi, deve affidarsi ai tiratori senza fortuna.

Francesco Manzi

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