Pierce è immenso, ma alla fine la scampa Atlanta: le pagelle di Hawks-Wizards

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Gli Atlanta Hawks, non senza fatica, riescono alla fine a scamparla per 4-2 contro dei mai domi Washington Wizards. Paul Pierce è la vera anima della franchigia capitolina che deve fare a meno di Wall per tre gare a causa delle fratture alla mano. Atlanta invece viene rialzata nei momenti difficili da Al Horford che decide gara 5 quasi sulla sirena e che trascina i suoi quando più ne hanno più bisogno portandoli ad una finale di conference che mancava alla franchigia della Georgia dal 1970.

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Atlanta Hawks:

Al Horford 8.5: Se gli Hawks sono arrivati in fondo ad est gran parte del merito è decisamente suo. Sfiora la doppia doppia di media nella serie (16.8 ppg e 9.8 rbg) aggiungendo un notevole contributo anche in fase di assistenza (4.3 apg) e mette la parola fine su gara 5 con un appoggio preziossimo, conducendo così i suoi alla tanto agognata finale di conference.

DeMarre Carroll 8: L’ala piccola Hawks continua a stupire e dopo una regular season molto solida, Carroll si migliora ulteriormente ai playoff con la ciliegina sulla torta di gara 6 in cui mette a segno 25 punti, 10 rimbalzi tirando col 9/14 dal campo. Vero e proprio uomo della provvidenza per i suoi, sa farsi trovare sempre nel posto giusto al momento giusto.

Dennis Shroeder 7.5: Il piccolo tedesco cresce di partita in partita, mostrando una straripante personalità. Si fa trovare sempre pronto e non fa rimpiangere un Teague apparso appannato in diversi tratti della serie.

Paul Millsap 7: Come al solito la PF ex Utah porta il suo massiccio contributo alla causa. I suoi 15.7 punti, 8.3 rimbalzi e 4.2 assist di media sono un toccasana per gli uomini di Budenholzer che durante la serie hanno sofferto molto gli avversari.

Mike Muscala 6.5: Gioca poco, ma per un soffio non porta i suoi all’overtime in gara 3 pareggiando la gara prima del buzzer di Pierce.

Mike Scott 6.5: Anche lui vede il campo molto poco, ma le sue triple nel quarto quarto di gara 3 sono fondamentali.

Jeff Teague 6: Sufficienza risicata per il play titolare di Atlanta. Le cifre complessive della PG potrebbero far pensare ad una serie più che decorosa, ma in realtà Teague risulta molto al di sotto del suo standard. La serie per lui parte male, ma almeno ha il merito di finire in crescendo portando punti (20) ed assist (7) importanti in gara 6 che chiudono di fatto la serie.

Kent Bazemore 5.5: Nonostante un quarto d’ora abbondante di media a partita per lui, l’ex Golden State Warriors non riesce mai ad incidere più di tanto nella serie.

Pero Antic 5: Pochi minuti per lui nella serie, ma anche quando viene chiamato in causa non riesce a produrre molto.

Kyle Korver 4: Dopo una regular season ed un primo turno di playoff straripante, il cecchino degli Hawks ha avuto grosse difficoltà nella serie contro gli Wizards. Per lui solo 7 punti e 4.3 rimbalzi di media a partita con un misero 28-6% da dietro l’arco dei 3 punti. Se gli Hawks vogliono puntare in alto, il numero 26 di Atlanta dovrà sicuramente cambiare registro.

Coach Mike Budenholzer 6.5: Andato sotto 2-1 nella serie, il coach of the year dimostra la sua bravura riuscendo a scuotere i suoi e a sistemare i problemi della squadra.

Paul Pierce: quante volte è stato decisivo per i Wizards nei playoffs?

Washington Wizards:

Paul Pierce 7.5: “La Verità ti fa male lo so” cantava Caterina Caselli. A 37 anni the Truth ha giocato una serie magistrale: ha chiuso gara 3 con un buzzer beater e avrebbe vinto anche gara 4 e gara 6. Offensivamente un giocatore ancora sublime, con 14 punti di media e il 48.7% dall’arco dei tre punti, ma ha mostrato difficoltà nella metà campo difensiva. Trash talking, lavoro sporco (soprattutto a rimbalzo con 4.8 a sera) e tanta leadership, in un gruppo giovane che però non sono bastati per l’allungo finale.

Bradley Beal 8: Sicuramente il migliore e più continuo dei suoi. “Stecca” gara 3 ma per il resto della serire non scende mai sotto i 20 punti ed è costretto agli straordinari vista l’assenza di Wall. A 21 anni registra 25.2 punti, 5 assist e 5.7 rimbalzi a partita, con un massimo di 34 punti in gara 4.

John Wall 7: E’ costretto a saltare tre partite per l’infortunio al polso, ma quando è in campo la differenza la fa lui e si vede, andando in doppia doppia sia in gara 1 che in gara 6. Con lui a pieno regime forse Washington avrebbe avuto molte più speranze, ma la sorte ha voluto così. Deve assolutamente costruirsi un mid-jumper e lavorare sul tiro da tre punti in questa off-season.

Marcin Gortat 6.5: Soffre terribilmente un centro atipico come Al Horford e fatta eccezzione per gara 1 non cattura mai più di 9 rimbalzi. In difesa è solido e nei pick and roll offensivi con Beal/Pierce è sempre una garanzia, ma rispetto alla serie precedente è calato di rendimento: 17.3 punti e 10 rimbalzi con i Nets rispetto ai 9.2 punti e 8 rimbalzi nel secondo turno.

Nene 6: Difensivamente non arriva alla sufficienza, anche perché deve vedersela con Paul Millsap, ma in attacco riesce comunque a dare il suo, come ad esempio in gara 3 con 17 punti e 7/9 dal campo.

Otto Porter 7: Esce dalla panchina e Wittman sembra aver trovato il suo ruolo naturale: Porter gioca una serie stupenda, diventando dalla un giocatore fondamentale della second unit su entrambe le metà campo di gioco. Cattura 8.5 rimbalzi a partita (più di Nene e Gortat) e in gara 3 sfiora la doppia doppia.

Drew Gooden 5: Come era pronosticabile cala di rendimento rispetto la serie precedente, ma è prezioso in gara 1 con 12 punti e due triple in meno di 15 minuti.

Ramon Session 5.5: Con l’infortunio di Wall ha la possibilità di prendersi minuti importanti e in gara 2 realizza 21 punti, ma mantiene per tutta la serie percentuali dal campo decisamente troppo basse.

Kevin Seraphin 5: Gioca praticamente solo gara 6 e comunque segna 13 punti e cattura 8 rimbalzi.

Garret Temple s.v.: Poco spazio per giocare, anche dopo l’infortunio di Wall.

Coach Randy Wittman 6.5: Mette in difficoltà gli Hawks dovendo fare a meno di Wall per tre partite e ha quasi portato la serie a gara 7 nonostante le scarse rotazioni. Ha inoltre contribuito all’esplosione di Porter che si sposa perfettamente nel suo schema di gioco dandogli minuti importanti.

Gabriele Galbiati

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