Prospetti NBA: Dragan Bender

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In attesa del draft che si terrà il prossimo 23 giugno presso il Barclyas Center di Brooklyn, vediamo alcuni dei prospetti più interessanti che entreranno a far parte del grande palcoscenico della NBA.

Oggi trattiamo del gioiellino croato del Maccabi Tel Aviv che si prepara ad esordire davanti al pubblico d’oltreoceano, Dragan Bender. Il ragazzo è nato in Bosnia ma cresciuto in Croazia, dove ha mostrato fin da adolescente di possedere doti straordinarie e in molti aspetti del gioco. Esordisce a soli 15 anni nel campionato professionistico con la maglia del KK Split ma non si accontenta e, nella stagione seguente, contribuisce alla promozione nella massima serie del KK Kastela confezionando il tutto con un tiro allo scadere decisivo. Il Maccabi Tel Aviv non ci pensa due volte e brucia la concorrenza di vari club europei portando in Israele il giocatore che viene mandato anche qui a farsi le ossa nella seconda serie per poi fare ritorno nel team allenato dal connazionale Zan Tabak. Lo spazio per il lungo 18enne durante la stagione appena trascorsa è abbastanza scarso ma Bender cerca comunque di sfruttarlo per esibire tutto il suo talento e il suo potenziale valore attirando le attenzioni dall’america e decidendo così di dichiararsi eleggibile per il prossimo draft.

Bender rappresenta un giocatore dal talento naturale, un’ala forte di 2.15 metri con proprietà di fondamentali invidiabili che uniti ad un fisico longilineo permettono di sviluppare un set di gioco di valore inestimabile. Un giocatore molto versatile in prospettiva futura, il croato può vantare un buon tiro dal perimetro, zona preferita al momento in fase offensiva, ma se la cava anche in post basso sfruttando i suoi centimetri. Potenzialmente un rimbalzista devastante anche se l’ha dimostrato ben poco finora, ma le braccia infinite fanno valere la sua presenza sotto canestro da cui può tranquillamente far partire e condurre il contropiede per cercare uno scarico per i compagni o concludere al ferro. Tutto ciò deriva da un fisico tutt’altro che lento nonostante la stazza e da mani educatissime e buona visione di gioco che evidenziano abilità sia nel passaggio che nella fase di playmaking. Le sue caratteristiche fisiche e tecniche danno a Bender la possibilità di giocare sia da ala forte che da centro, ma all’occasione ha dimostrato di adattarsi anche come ala piccola e per un diciottenne significa che i margini di evoluzione sono incredibili. L’altra faccia della medaglia mette in evidenza innanzitutto un fisico longilineo con braccia lunghe ma sorretto da poco più di 100 chilogrammi e questo implica inevitabilmente difficoltà nella fase difensiva, assorbire il contatto nell’uno contro uno e nella protezione del canestro; in situazione di rimbalzo il peso conta e avere i tentacoli spesso non è sufficiente contro avversari imponenti. Anche la produzione offensiva ne risente: sia nel gioco in post che fronte a canestro Bender può fare molta fatica specialmente nell’ambiente NBA che pullula di lunghi fisici e atletici. Per ora si può affidare al suo talento e alla tecnica perchè anche riguardo all’atletismo non siamo proprio a livelli idonei per lo standard cestistico attuale. Comunque è opportuno ribadire che parliamo di un classe 1997 che non ha avuto i minuti sufficienti per esprimersi a pieno e che deve dimostrare una miriade di aspetti non solo fisici e tecnici ma soprattutto mentali, la personalità che contraddistingue i fenomeni indispensabile per affermarsi fin da subito fra le stelle del gioco, vedi Kristaps Porzingis.

Negli States Bender è considerato fin dal momento in cui si è reso eleggibile una delle prime 6 scelte che verranno chiamate al draft e ciò da un lato non sorprende perchè è inopinabile che sia un 2.15 di talento, versatile, con clamorosi margini di miglioramento e con, seppur accennata, esperienza internazionale a livello professionistico a differenza dei suoi coetanei del college. Dall’altro lato però costituisce un enigma: aver speso l’ultima stagione in un Maccabi Tel Aviv abbastanza deludente, che aveva acquisito varie pedine importanti, in cui il croato si è visto ben poco in campo, non conferisce la possibilità di offrire un quadro chiaro su un Dragan Bender che deve ancora compiere 19 anni e sull’approccio mentale che può avere in un campo NBA. Al momento la cosa certa è che sembra proprio improntato a diventare una classica ala forte perimetrale ma ha tutto il potenziale per avvicinarsi ad un modello come il suo idolo Toni Kukoc. Dando per scontato che Ben Simmons e Brandon Ingram verranno chiamati alle prime due posizioni dai Philadelphia 76ers e Los Angeles Lakers, Bender dovrebbe essere scelto senza troppi indugi tra la 3 e la 7 da squadre che arricchirebbero il proprio roster di giovani promettenti con un altro talento ma d’impronta europea e quindi più scolastico, che nel campionato americano attuale non farebbe male. Squadre come i Boston Celtics, detentori della 3, che però potrebbero sfruttarlo come pedina di scambio per una trade importante o indirizzare la scelta su un altro pretendente; Phoenix Suns e Minnesota Timberwolves non scarterebbero uno come Bender e sperano a loro volta di poter mettere le mani su un europeo con buoni fondamentali come hanno fatto i Knicks nel 2015. I workout che il lungo svolgerà nei prossimi giorni daranno risposta ad alcuni quesiti, soprattutto sul livello di maturità e personalità dell’ex allievo di Nikola Vujcic che servirà a far rimangiare i prevedibili disappunti di molti tifosi americani alla sua chiamata come è stato l’anno scorso per Porzingis, allora sconosciuto.

Redazione BasketUniverso

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