Robin Lopez e la guerra aperta contro tutte le mascotte NBA

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Ci sono guerre che vanno combattute, non importa se l’avversario è più numeroso o se è vestito da pupazzo con addosso una maglia NBA. Quel che va fatto, va fatto. Robin Lopez, centro dei Portland Trail Blazers, non sopporta le mascotte. Sì, quelle ideate dalle squadre per i bambini e in generale per divertire il pubblico, il nostro Robin le detesta, le detesta a tal punto da tormentarle durante le trasferte della sua squadra.

Tutto ebbe inizio nel 2013, quando il meno famoso dei fratelli Lopez se la prese con Hooper, il cavallo dei Detroit Pistons, rubandogli la coda e ponendosela in testa come trofeo, una vera dichiarazione di guerra a tutte le oneste mascotte là fuori.

Ora siamo nel 2015 ed il centro non ha ancora smesso di mietere vittime. Hooper rimane tra i suoi preferiti, ma possiamo contare anche Stuff degli Orlando Magic, Coyote dei San Antonio Spurs e Slamson dei Sacramento Kings. Per non parlare di Clutch, degli Houston Rockets, che per fermare il tristo mietitore (di mascotte) si è anche armato, ma è stato tutto inutile. D’altronde, lo stesso Lopez aveva dichiarato di “volerlo distruggere”, e mantiene sempre le promesse.

E’ dovuto intervenire Harry the Hawk degli omonimi Atlanta Hawks, che si è erto a capo delle mascotte, affermando che questo scempio non sarebbe potuto proseguire. E invece anche lui è finito KO, non senza combattere. Eccome se ha combattuto, in una sfida all’ultimo sangue a chi sbatte per primo le palpebre. Harry aveva anche vinto, ma questo non ha fermato la furia folle di Robin Lopez, che se l’è presa con lui al termine dell’incontro, proprio sotto gli occhi di tutte le altre mascotte.

L’unico ad avergli tenuto testa, fino ad oggi, è Moondog, una delle due mascotte dei Cleveland Cavaliers, ma solo verbalmente e via Twitter. Il cane con la mezzaluna ha sminuito coraggiosamente Lopez, definendolo il fratello meno importante, per citarlo: “Nessuno si ricorda la guerra tra le mascotte ed Ed Mikan (fratello meno talentuoso di George, cinque volte campione NBA e uno dei più dominanti lunghi della storia, ndr)”. 

Ma le parole non sono servite, Lopez ha continuato a malmenare mascotte anche in questi mesi, gli ultimi due episodi a Toronto e Washington nell’ultima settimana, senza che nessuno intervenisse in difesa dei poveri pupazzi.

La speranza, anche se vana almeno stando all’andamento della sua squadra, è ora riposta in Franklin, l’ultimo arrivato nella famiglia delle mascotte, il cane blu che rappresenta i Philadelphia 76ers.

Questo è un appello. Se qualcuno conosce un modo per fermarlo, per favore avverta Harry the Hawk, ormai impegnato in questa battaglia. Il mondo ha bisogno delle mascotte.

Francesco Manzi

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