Italiani d’America: anvedi come segna il Beli, il Gallo martella ma sparacchia

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Dopo un’ulteriore settimana, è arrivato il momento di tornare a esaminare le prestazioni e il rendimento dei tre giocatori azzurri impegnati oltreoceano, Andrea Bargnani, Danilo Gallinari e Marco Belinelli, ormai veri e propri veterani della lega più famosa al mondo. Qualche cambiamento significativo rispetto alle prime settimane c’è stato, dal momento che, dopo esserci prodigati in elogi disparati a Gallinari nell’ultimo mese, è arrivato il momento di incoronare il Beli, almeno per questa settimana.

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In grande spolvero il nostro Marco Belinelli, che questa settimana si è distinto con i suoi Sacramento Kings.

L’ex Bulls e Spurs è stato infatti il migliore italiano degli ultimi sette giorni; merito di tre prestazioni di discreto spessore, fatte di concretezza e precisione. Orlando Magic, Charlotte Hornets e Milwaukee Bucks sono state vittime del mortifero tiro del bolognese, che sta imparando a convivere offensivamente anche con l’ingombrante presenza di Cousins e in grado anche di aggiustare man mano le percentuali. Fatta eccezione per l’unica sconfitta dei tre incontri, quella contro la franchigia presieduta da Michael Jordan, in cui ha concluso con un brutto 2/8 dall’arco, Il Beli è stato invece molto più preciso contro Magic e Bucks, match che hanno visto trionfare la squadra californiana, capace di vincere 5 delle ultime 8 partite e di dare una buona sterzata alla sua stagione dopo un disastrato inizio. 17 punti contro Charlotte e Milwaukee e 13 contro Orlando hanno inoltre provvisto ad alzare ancora di più la sua personale media di punti, giunta a 12.8, finora il massimo della sua carriera americana.

Se è vero, d’altro canto, che le percentuali non sono idilliache come nei recenti anni in Texas, è giusto ricordare come la nostra migliore guardia sia deputata alla finalizzazione di molti più palloni rispetto a prima. Una responsabilità di sicuro maggiore, ma voluta dallo stesso giocatore nel momento in cui quest’estate ha deciso di firmare il contratto proposto da Vlade Divac.

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Con l’assenza di Faried, il nostro Gallo si è dovuto dilettare anche a rimbalzo, con risultati più che discreti.

Se Belinelli sale, non si può affermare con la medesima sicurezza che il Gallo scende. Sarebbe ingiusto accusare l’ex Milano di un calo di rendimento, soprattutto se contro Phoenix, Golden State e Los Angeles Clippers è stato in grado ha messo a segno 15, 19 e 20 punti, catturando anche 10, 6 e 18 rimbalzi, record assoluto della sua carriera. L’assenza di Faried per infortunio lo sta costringendo a un maggiore lavoro sporco sotto le plance, peraltro eseguito egregiamente, ma ciò forse lo porta a essere molto meno lucido dall’altra parte del campo, considerando le ultime pessime percentuali dal campo, che hanno oscillato tra il 20% contro Griffin e Paul al massimo di 28% contro gli uomini dell’Arizona. Gallinari ha visto poco il canestro, quasi per nulla da fuori, dove ha chiuso addirittura con 0/6 nell’ultima sfida. Il ritorno di Faried potrà portargli benefici sotto questo punto di vista? Si spera di sì, anche se gli score si mantengono sempre molto elevati grazie alla sua straordinaria capacità di subire fallo e guadagnare molti tiri dalla lunetta. Con i Clippers sono stati ben 16 i punti dalla linea della carità, mentre contro i campioni in carica erano già stati 10. Segnali dell’intelligenza di un giocatore che, a seconda delle circostanze sul campo, riesce ad attingere ad ogni pezzo del suo repertorio.

 
A proposito di repertori, anche Andrea Bargnani sta ritrovando il suo, in seguito a un primo mese molto complesso e difficile per lui. Il pivot romano sta carburando: nelle rotazioni del proprio coach è ancora una chiara seconda linea, dal momento che difficilmente riesce a scollinare i venti minuti di utilizzo, ma almeno le sue cifre stanno crescendo. Nella vittoria con Boston e nella sconfitta con Okc, l’ex prima scelta del draft ha chiuso con 12 e 13 punti, centellinando molto bene i tiri presi e chiudendo sempre con percentuali oltre il 50%. Ormai non ha più l’età e la possibilità di divenire un fenomeno, ma la sua carriera può ancora garantirgli qualche soddisfazione, che quest’anno potrà essere al massimo a titolo personale. Nulla di tremendo, per un giocatore che, nei suoi anni oltre l’Atlantico ha sempre avuto la sfortuna di trovarsi in contesti non altamente competitivi o ben costruiti e amagamati.

Giovanni Aiello

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