Top&Flop NBA 2015: 70-12 per i Warriors, sorpresa Hawks, non decollano i Kings

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Il 2015 ha sicuramente incoronato i Golden State Warriors come miglior squadra, non solo per la vittoria del titolo ma soprattutto per il gioco espresso e per i tanti traguardi raggiunti. Altra grande sorpresa dell’anno sono stati gli Atlanta Hawks, capaci di ottenere 60 vittorie lo scorso anno e riconfermarsi nonostante le difficoltà iniziali in questa stagione. Male il progetto Lakers che stenta a decollare, i soliti 76ers e i Sacramento Kings che nonostante vari investimenti si mantengono ancora lontani dalla zona PO. 

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TOP TEAM

1) Golden State Warriors

72 vittorie e 10 sconfitte considerando solo le gare di regular season disputate nel 2015 e, come dicevamo prima, una vera e propria rivoluzione applicata alla pallacanestro. Steve Kerr ha ideato un sistema tanto estremo quanto perfetto per i giocatore che ha avuto a disposizione ed è riuscito a far compiere ad ognuno di essi uno o due passi in avanti. E’ il caso di Stephen Curry che da ottimo giocatore è diventato un vero e proprio dominatore, o Draymond Green che da onesto lavoratore è passato a sfornare triple doppie come se nulla fosse. Hanno dovuto incassare alcuni colpi solo nelle prime 3 sfide delle scorse Finals quando la fisicità dei Cavs e l’ambiente caldissimo hanno giocato dei brutti scherzi a Curry e compagni, per il resto non sono mai sembrati in serie difficoltà. In questa stagione hanno perso solo 2 delle 32 gare disputate (una senza Harrison Barnes e Stephen Curry due giorni fa) candidandosi nuovamente alla vittoria dell’anello. La strada da fare è tanta, i paragoni con i Bulls di Jordan e Pippen sono stati scomodati e riconquistare di nuovo l’anello non sarà facile, ma questi Warriors hanno le carte in regola per continuare a sorprendere tutti e battere tutti i record.

mike-budenholzer_5298892) Atlanta Hawks

Il 4-0 subito dai Cleveland Cavaliers nelle finali di Conference pesa tanto, ma se relazioniamo le aspettative che avevano Hawks e Cavs all’inizio della scorsa stagione pare chiaro quanto quella degli Hawks possa essere definita una favola. Applicando grossomodo dei principi molto simili a quelli applicati dai Golden State Warriors, Mike Budenholzer (eletto coach of the year 2014/2015) e gli Atlanta Hawks hanno raggiunto quota 60 vittorie lo scorso anno e il secondo record dietro quello di GS. Ciò che più colpisce di questo nucleo di giocatori è il fatto che nessuno di essi sia mai stato considerato una stella, pur avendo le qualità per esserlo: è il caso di Al Horford che è uno dei lunghi più educati e completi o di Paul Millsap che è diventato un giocatore dal bagaglio offensivo quasi illimitato. L’inizio di questa stagione non è stato semplice, ma nelle ultime settimane il gioco è migliorato e si è ottenuta la seconda piazza ad Est che però quest’anno sembra essere molto più competitivo.

3) Cleveland Cavaliers

L’estate del 2014 rappresenta un momento fondamentale nella storia sportiva di Cleveland. Dopo 4 anni e 2 titoli in Florida, torna a casa LeBron James, accompagnato da Kevin Love. DI colpo i Cavs si trasformano nella favorita al titolo ma come sappiamo di semplice ed automatico non c’è stato un bel nulla. Del rapporto e dei problemi tra James, Love e Blatt se n’è parlato anche troppo durante la scorsa stagione, così come del fatto che dopo un anno e mezzo Love non abbia ancora un vero e proprio ruolo nell’attacco dei Cavs. Senza dilungarci in tutto ciò limitiamoci ad evidenziare alcuni dati: da quando i Cavs hanno preso su richiesta di James sia Jr Smith e Iman Shumpert che Timofey Mozgov la squadra va a gonfissime vele. La seconda metà della scorsa stagione è stata ottima, così come la cavalcata ai PO terminata solo in finale anche a causa di numerosi infortuni. Quest’anno il record parla di 21 vittorie in 30 partite, buono, ma non sembra essere abbastanza. Tra Cavs e Warriors c’è ancora un gradino di differenza ma bisogna considerare il fatto che fino ad ora Kyrie Irving ha giocato solo 3 partite, pertanto aspettiamo un suo pieno recupero prima di esprimere dei giudizi sulla stagione in corso.

 

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FLOP TEAM

1) Philadelphia 76ers

L’anno scorso Knicks e T’Wolves hanno fatto peggio, ma per un motivo o per l’altro si sono rialzate in questa stagione e comunque hanno dimostrato netti miglioramenti. I Philadelphia 76ers sono invece sul fondo della classifica da svariati anni e ogni stagione tentano di far peggio rispetto alla precedente. Probabilmente è il modo giusto per accumulare talento dal Draft, ma non per far sviluppare i giovani. Discutibili inoltre alcune scelte come il recente taglio di Tony Wroten, la scelta di Okafor considerando che si poteva contare già su Noel, Saric (che arriverà il prossimo anno) e Embiid (che salterà la stagione per infortunio) e lo scambio di Michael Carter Williams per l’ennesima scelta al Draft. Per mettere ordine nel progetto è appena arrivato Mike D’Antoni che con la sua esperienza proverà a risollevare il destino di questi 76ers che ormai sono prossimi a battere tutti i record negativi. In questa stagione hanno vinto appena 3 partite, peraltro due nelle ultime tre, e la frustazione dei giovani pare evidente. Si aspettano cambiamenti.

2) Los Angeles Lakers

Ecco l’altro progetto che stenta a decollare ma che per ovvi motivi decollerà prima o poi. Il quartultimo posto dello scorso anno ha portato D’Angelo Russell che insieme al rientrato Jiulius Randle aumentano le speranze per il futuro. Oltre a loro non c’è nulla, o meglio, per ora c’è il solito Kobe anche se logorato dai guai fisici, ma il prossimo anno non ci sarà più neanche lui. Come al solito il loro obiettivo è quello di portare una stella in città tramite la Free Agency perchè parlare di obiettivi per questa stagione non avrebbe senso.

DeMarcus Cousins, Rajon Rondo3) Sacramento Kings

Ecco l’esempio di un progetto diverso dai precedenti ma comunque fallimentare: si è provato a vincere prima con le scelte al Draft che hanno portato gente come Isaiah Thomas, Tyreke Evans, DeMarcus Cousins, Ben McLemore, Jimmer Fredette, ora la società ha deciso di investire su buoni giocatori come Rondo, Belinelli, Koufos ma ancora una volta i Sacramento Kings fanno una fatica incredibile ad esprimere bel gioco e ad ottenere dei buoni risultati. Come se ciò non bastasse, l’annata è stata caratterizzata anche da numerosi litigi tra Cousins e il nuovo coach George Karl che ha sostituito a metà della scorsa stagione Mike Malone che per la prima volta aveva fatto assomigliare i Kings ad una vera squadra. Lo scorso anno hanno totalizzato appena 29 vittorie, quest’anno hanno un record di 12-20 che li inserisce in una lunga lista di squadre che ad oggi potrebbero raggiungere gli ultimi 2/3 posti validi per l’ingresso ai Playoff. Ultimo dato: come hanno chiuso il 2015 i Kings? Riuscendo nell’impresa di esser battuti dai 76ers. Chapeau.

Luca Diamante

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