VENEZIA
Stone 4: non pervenuto, la difesa di Trento lo battezza e lui va in crisi d’identità.
Viggiano 6-: si rende utile come può nei pochi minuti in cui viene utilizzato.
Haynes 5: prova qualche iniziativa personale ma finisce con il creare più confusione che cose positive.
Tonut 6: uno dei pochi a farsi vedere con qualche sussulto, i compagni però non lo seguono.
Ejim 5-: la voglia non manca ma contro gli atleti di Trento non può far valere il suo fisico, la tecnica resta poca roba.
Filloy 4,5: De Raffaele spera che inventi qualcosa come contro Avellino ma la Dolomiti Energia gioca a un ritmo troppo elevato per lui che sbaglia molte più scelte rispetto al solito.
Ress: s.v.
McGee: non entra mai nel match, i pochissimi minuti giocati sono un’attenuante importante.
Visconti: n.e.
Bramos 5,5: la sua mano ha bisogno di essere armata con continuità, gli arrivano pochi palloni giocabili ma non insacca nemmeno quelli.
Batista 5+: il dinamismo di Hogue ha la meglio sulla sua stazza, chiude con un buon bottino a rimbalzo ma non prende neanche la targa di Hogue.
Peric 6: riesce dare qualche alternativa ai suoi, tira bene dall’arco ma Trento banchetta nel pitturato e lui non può essere esente da colpe.
Coach De Raffaele 4: Venezia non entra mai in partita e il suo allenatore non è in grado di scuoterla in nessun modo la reazione finale è tardiva. La Reyer paga un evidente gap atletico a Trento e su questo non ha molte colpe ma comunque non riesce mai a cambiare lo spartito: pochissimo pick and roll, mai una prova di small ball e Mcgee inspiegabilmente panchinato senza pietà.
TRENTO
Sutton 8: a tratti sembra dotato di ruote motrici, nessuno riesce a impensierirlo quando decide di andare al ferro. Un paio di canestri difficilissimo da lontano completano l’opera.
Gomes 7: solamente i falli riescono a limitarlo nel primo tempo ma fa in tempo ad iscriversi alla festa a partire dal terzo periodo.
Forray 6,5: il solito metronomo, aggiunge anche qualche lettura difensiva da palati fini e due giocate importanti per respingere il timido tentativo di rimonta veneto.
Lovisotto: n.e.
Flaccadori 6+: gioca una finale scudetto da veterano, s’infila alla perfezione nelle pieghe della partita senza strafare.
Shield 7+: doppia cifra silenziosa per lui, bravissimo a sfruttare tutto ciò che la difesa veneziana gli lascia in campo aperto e dalla distanza. Nel finale è lui a togliere le castagne dal fuoco all’Aquila.
Conti: n.e.
Hogue 7+: gioca almeno 20 cm più in alto di qualsiasi atleta della Reyer, vince con facilità disarmante il duello con Batista.
Craft 7,5: un computer. Capisce e interpreta il gioco con diversi secondi di anticipo rispetto a qualsiasi altro giocatore sul campo, un vero e proprio clinic di playmaking. Non a caso quando esce lui, l’Umana rientra.
Lechtaler 6: tanta sostanza e la solita dedizione alla causa.
Coach Buscaglia 8: gara 1 è un suo capolavoro. Impartisce istruzioni difensive recepite alla perfezione dalla sua squadra, ogni suo giocatore sfrutta i difetti dell’avversario diretto per trarre vantaggio, il resto lo fanno un gruppo fantastico e un sistema di gioco da spellarsi le mani. La sua squadra diverte si diverte sui due lati del campo: questo fa la differenza a qualsiasi livello.
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