Luka Dončić – WonderBoy

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Charles Bukowski sarebbe stato uno scrittore americano, di origine tedesca, come tanti altri, forse sconosciuto ai più, mi ci metto dentro tranquillamente anch’io, se non avesse sfornato una serie infinita di perle di saggezza davvero difficili da trovare in epoca moderna: è infatti famoso anche tra i più giovani per alcuni aforismi meravigliosi che spesso accompagnano le foto postate su Instagram o Facebook da parte di questi ragazzi, che hanno tra i 13 e i 18 anni, fascia d’età all’interno della quale troviamo proprio il nostro protagonista. Su Twitter, uno dei Social Network più diffusi al mondo, sono stati addirittura aperti più account, in varie lingue del mondo, dove vengono twittate queste frasi e quello italiano oggi conta addirittura circa 31.500 follower. Tantissimi.

A questo punto la domanda sorge spontanea: perché quest’introduzione su Charles Bukowski in un articolo di pallacanestro? La risposta sta in questa citazione, che potrebbe tranquillamente accompagnare l’immagine profilo del ragazzo di cui parleremo: “Genio è l’uomo capace di dire cose profonde, in un modo semplice”.

ondacero.es
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Questa definizione di genio è tanto semplice, quanto efficace, come il nostro ragazzo arrivato dalla Slovenia: Luka Dončić, soprannominato WonderBoy.

Il numero 7 Blancos è un bambino che è già (obbligatoriamente) diventato uomo perché stiamo parlando della stella, della punta di diamante, di uno dei top team europei: il Real Madrid. Piccolo particolare da non trascurare: è un classe 1999 che diventerà maggiorenne l’ultimo giorno del mese di febbraio. Dončić è ormai conosciuto e amato da tutti, perché è impossibile non volere bene ad un ragazzino di 201 centimetri che sa praticamente fare già tutto, anche se questo non è mai abbastanza: playmaking, visione di gioco, atletismo, difesa, scelta di giocata sempre perfetta, rimbalzi e anche qualche stoppata che non guasta mai. In EuroLega sta viaggiando ad 8 punti, 4 rimbalzi e 4 assist di media in poco più di 19 minuti giocati, però l’esplosione tra dicembre e gennaio è stata impressionante: infatti nelle ultime sette partite è andato quattro volte in doppia cifra, ha già realizzato il suo career-high di assistenze (11), chiudendo anche tre volte con più di 30 di valutazione, perché è meraviglioso in tutti e tre gli aspetti fondamentali del gioco, cioè tiro, rimbalzo e assist.

luka-doncic-zalgirisForse in pochi sapranno che la prima grande consacrazione europea di WonderBoy è arrivata in Italia, a Roma. Nell’Aprile 2012, quando vestiva ancora la maglia dell’Union Olimpija Ljubljana, venne premiato MVP del torneo Lido di Roma (LDR) nella categoria Under 13, quando in finale, contro la rappresentativa del Lazio, chiuse in tripla doppia: 54 punti, 11 rimbalzi, 10 assist. Roba da NBA. Il Real Madrid ci ha messo poco a farsi avanti e a settembre dello stesso anno lo ha firmato con un quinquennale, anche se Dončić aveva già vestito la “camiseta blanca” nella Minicopa ACB del 2012, giunto in prestito proprio da Lubiana per quei pochi giorni, e in finale aveva segnato 20 punti ai rivali storici del Barcelona.

Dopo un paio di stagioni da fenomeno tra under 16 e under 18, nel 2014-2015 è inserito nel Real Madrid B, nel quale diventa subito uno dei leader della squadra, viaggiando a 14.5 ppg e 6.2 apg, oltre a 3 rimbalzi. I dirigenti del Real sanno di avere in mano un fenomeno e aspettano solo il momento giusto per lanciarlo. Manca veramente poco. Il 30 Aprile 2015 diventa il più giovane esordiente di tutta la storia Blanca in ACB – non di sempre in Spagna perché questo record appartiene ancora a Ricky Rubio, che nel 2005 esordì ad appena 14 anni con Badalona – a soli 16 anni, 2 mesi e 2 giorni.

Nella stagione successiva, cioè in quella passata, Doncic è partito praticamente come dodicesimo o giù di lì nel roster di Pablo Laso, cosa che spesso succede anche in Italia: almeno un paio di slot della squadra vengono occupati da dei ragazzi del settore giovanile. Il problema è che lo sloveno non è un ragazzo qualunque, il problema è che lui “sa fare cose profonde, rendendole semplicissime”, parafrasando Bukowski. Infatti il sedicenne si mette subito in luce in estate, con alcune amichevoli giocate da vero MVP, e Laso allora decide di lanciarlo definitivamente anche in ACB: all’esordio con Valencia gioca solo sette minuti e segna cinque punti, ma già alla seconda è in doppia cifra e all’ottava realizza il suo massimo stagionale (15+6+4) nella vittoria contro Bilbao, diventando anche il più giovane under 17 per punti segnati e per valutazione (22) in un singolo match. In mezzo girone, a meno di diciassette anni, abbiamo già un giocatore che dà il suo importante contributo ai massimi livelli del basket europeo.

E poi arriva la stagione della consacrazione: questa. Oggi Luka Dončić è indubbiamente tra i primi giocatori dell’EuroLega, tant’è che è già stato nominato due volte MVP of the week della prima competizione Eca. Un paio di settimane fa ha fatto il giro del mondo un video in cui umilia la difesa del Baskonia (16+9+6, 30 di valutazione), appoggiando comodamente due punti alla tabella.

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Quello che però fa veramente specie di WonderBoy è la costanza con cui fa certe cose: ormai guardiamo le partite del Real Madrid in EuroLeague solo perché aspettiano che questo sloveno compia una “genialata” stile quella di Vitoria. L’astro nascente del basket europeo è davvero un giocatore moderno, totale, se per giocatore moderno intendiamo LeBron James: infatti il nativo di Akron è 203 centimetri per 113 chilogrammi di muscoli, e può giocare dall’1 al 3 senza problemi, in occorrenza sa occupare anche lo spot di ala forte e di centro; il nativo di Ljubljana è 201 centimetri per 100 chili – sulla muscolatura deve e sta lavorando, ha comunque 17 anni, nemmeno il King, quindici anni fa, quando entrava in NBA, era fisicamente il giocatore che è oggi – e anch’egli sa giocare da playmaker fino ad ala piccola, ma anche grande. Naturalmente questo non vuol essere un paragone con il miglior giocatore al mondo, Dončić ha ancora tantissimo da dimostrare. Abbiamo parlato di James solo per sottolineare il fatto che è pienamente un giocatore della nuova generazione, con la testa sulle spalle, che non difetta in quasi nessun aspetto del gioco – è addirittura un atleta incredibile, pur essendo bianco (chiedere a Jamel McLean per credere) – e che in America potrà tranquillamente realizzare parecchie triple doppie in una stagione, per come stanno le cose oggi, poi solo il futuro ci saprà dare una risposta.

Capitolo paragoni. Moltissimi lo mettono sullo stesso piano di Drazen Petrovic, altri dicono che è addirittura superiore a lui, già oggi. Altri ancora invece sostengono che non gli potrebbe nemmeno allacciare le scarpe. Queste comparazioni lasciano il tempo che trovano per due semplici motivi: il primo è che purtroppo Drazen ci ha lasciato troppo presto e, sfortunatamente, in NBA non ha potuto dimostrare tutto il suo valore, come ha divinamente fatto in Europa e con la Nazionale; il secondo è che la pallacanestro degli anni Novanta non ha quasi più nulla a che vedere con quella dei giorni nostri: un tempo i playmaker dovevano solo saper smazzare la palla, oggi devono prendere rimbalzi e infilare i palloni nel canestro, i centri non sapevano cosa volesse dire uscire dall’area pitturata mentre Towns, Emiid, Davis e compagnia, palleggiano e tirano come se fossero un metro e ottanta, giusto per citare due aspetti del gioco che sono profondamente mutati negli ultimi vent’anni.

Per ora si può solo dire che il futuro è ampiamente nelle mani di WonderBoy e l’Europa non aveva un prospetto del genere dai tempi di Ricky Rubio, senza dimenticare però il fatto che il giocatore di El Masnou ha sempre difettato ampiamente in una caratteristica: il tiro. E le cose non sono cambiate in sei anni di NBA. Dončić ha invece davvero tutto per essere un crack anche in America, dato che ormai in Europa ha già dimostrato di poter stare sullo stesso piano di Teodosic, Melli, Spanoulis, Langford e tutti gli altri.

Il migliore interprete dei sogni, è chi li realizza”.
Cit. Charles Bukowski.

Ecco, questa frase potrebbe essere la descrizione di un’altra foto profilo Facebook di Luka Doncic, ma noi ci auguriamo che possa esserlo della sua vita.

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