Bagno di folla alla Palestra Porelli di Bologna, dove il popolo della Virtus, dopo la presentazione di Pietro Aradori, si è ritrovata per il primo saluto ufficiale ad Alessandro Gentile, di ritorno dalla stagione a metà tra Grecia (Panathinaikos) e Israele (Hapoel Jerusalem). Bologna Basket ha raccolto le dichiarazioni del numero uno Bucci e dello stesso numero 0 campano.

Il sogno del presidente di vedere i due nazionali insieme sotto il simbolo delle Vu nere si è realizzato: “Adesso abbiamo due grandi giocatori, credo sia una cosa molto bella. Questa squadra ci sta entusiasmando, ci fa sognare delle cose molto belle e molto lontane. Ma bisogna costruirla. E qui voi tifosi siete importanti. Dobbiamo mettere insieme dei grandi campioni, cerchiamo di prendere Lawal. Julio Trovato sta lavorando per portare a casa contratti importanti. E io dico che l’unione che c’è stata con voi tifosi l’anno scorso deve esserci anche quest’anno. L’amore dei tifosi è più importante nei momenti difficili. […] Io mi auguro di vincere il più possibile, vogliamo fare un grande campionato. Ma i risultati sono sempre casuali, il lavoro e l’impegno no. E noi lavoriamo per questo.
È stato poi il turno dell’ex capitano dell’Olimpia Milano: “Grazie per essere qui, so che è scomodo essere chiusi in una palestra il 20 luglio. Grazie a voi e alla società che mi ha dato l’opportunità di giocare in una società così gloriosa. Sono carico e motivato, ci vorrà un po’ di tempo ma credo che potremo fare bene. Il vostro apporto sarà fondamentale, ho visto la finale con Trieste, sono stato al palazzetto e ho sentito il vostro calore. L’affetto dei tifosi è fondamentale, quando le cose vanno bene ma soprattutto quando vanno male. Se stiamo tutti uniti credo ci potremo divertire.
Per me è un anno di ripartenza, non c’è bisogno di nascondere che l’ultima stagione è stata travagliata e complicata. Vorrei ripartire, parto da zero come il numero che ho scelto”. Perchè la Virtus? “Perchè è una squadra con ambizione e ha un grande progetto, e ha puntato sulla forza dei giocatori italiani, io credo molto nella forza del gruppo italiano. Anche perchè è una società storica, non devo certo dirlo io, e anche per giocare con mio fratello.”
Sul rientro nella pallacanestro italiana ha detto “È questione di lavorare, allenarsi, e lavorare in un ambiente compatto, che ti è vicino, che ti desidera e ti vuole. Sentirsi voluto e desiderato è quello che un giocatore vuole. E lavorare in un ambiente così è la medicina per tornare a certi livelli.
Mentre sull’addio a Milano lo scorso anno si è espresso così “Non ho molto da dire a riguardo. Quando una stagione va così di sicuro la colpa è del giocatore per prima cosa, e poi ci sono tante altre variabili che non so qui a dire. Ora voglio parlare solo della Virtus e del futuro, grazie a Dio ho 24 anni per cui qualche altro anno potrò giocare.”
Infine ha parlato del fratello Stefano, suo compagno di squadra alla Virtus: “Eravamo sempre in contatto, giocare con lui è una cosa che desideravo tanto, era successo solo per un breve periodo in Nazionale. E’ una cosa indescrivibile, una grande soddisfazione.
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