17 Maggio 2013: l’ultima pagina della bella Forlì

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Ripensando a due anni fa, fa sentire malissimo pensare a come sia finita una storia di passione cestistica come poche nel panorama italiano. Ripensando a due anni fa, nessuno avrebbe potuto immaginare che un tempio della pallacanestro italiana sarebbe crollato nel giro di poco tempo. Questa è la tragica storia della Fulgor Libertas Forlì, squadra entrata a far parte del panorama cestistico nel ’99 in sostituzione della Libera Pallacanestro Forlì, la società originaria fondata nel 1949. Parliamo di una piazza che ha visto giocatori di grande spessore, italiani e internazionali: se pensiamo al panorama recente italiano vengono fuori nomi del calibro di Frassineti, Tassinari, Forray, Poletti, Tomassini, Musso e Campani tanto per dirne alcuni; o Goldwire, Wanamaker, Roderick, Zizic e Becirovic se pensiamo ai giocatori internazionali. Insomma, una città che accoglie e sa apprezzare la buona pallacanestro.

Bernardo Musso: uno dei giocatori che ha scritto pagine importanti a Forlì
Bernardo Musso: uno dei giocatori che ha scritto pagine importanti a Forlì

Non è mai salita in Serie A, ma ci fu un periodo in cui la città ha sognato il traguardo come non mai: era la stagione 2012/2013, la squadra era in Legadue Gold (l’attuale A2 Gold)… O meglio, non avrebbe dovuto neanche andarci considerato che la stagione precedente era finita all’ultimo posto. La rinuncia di Piacenza al campionato, ripescò i romagnoli che sembravano destinati a una stagione in cui sudore e sangue sarebbero state le caratteristiche della squadra da plasmare. Questo compito venne messo nelle mani del general manager Ario Costa e del coach Sandro Dell’Agnello che si trovano con un budget ridottissimo. Ne viene fuori un roster che mischia esperienza e talento, ma soprattutto serietà nel lavoro in allenamento e sul campo. Il Palacredito di Romagna non riesce a credere ai suoi occhi: dopo un’inizio di stagione altalentante, la squadra supera tutte le aspettative e ostacoli alti, come le difficoltà economiche che spingono la società a cedere un giocatore pregiato come Todic a stagione in corso, e arriva a sorpresa ai playoff. Mai la società aveva toccato un picco più alto: ora il sogno era a sole tre serie, tutte da sudare. Sarebbe stato difficile, ma il risultato raggiunto fino ad allora era molto più che soddisfacente. Il sogno si chiuderà solamente alla terza gara di playoff del primo turno contro Brescia: è il 17 Maggio 2013. Di fronte a un Palacredito di Romagna completamente gremito, la squadra lotta per 40′ ma solo nel quarto finale deve cedere alla superiorità biancoblu: un palazzetto intero applaude la sua squadra con un “grazie ragazzi” durato un’eternità per una squadra che contro tutti aveva raggiunto un risultato inimmaginabile. La guida di capitan Borsato, il talento di Musso, la solidità di Natali, l’esperienza di Soloperto, l’esplosione di Spencer, uno straordinario Roderick, il contributo importante di Simeoli e i giovani Tessitori e Basile in crescita sono i personaggi di un gruppo che rimarrà nei cuori della città romagnola. 17 Maggio 2013. Qui finisce forse la stagione più bella.

Sandro Dell'Agnello: con lui alla guida, Forlì raggiunse una storica partecipazione ai playoff
Sandro Dell’Agnello: con lui alla guida, Forlì raggiunse una storica partecipazione ai playoff

L’estate del 2013 però torna a picchiare con il caldo, in particolare il rosso arriva dai conti societari malgestiti e causa di una possibile non iscrizione al campionato. Questo punto dolente spoglia la società biancorossa di giocatori, allenatore e GM per saldare i debiti della stessa: sembra una storia destinata a chiudere i battenti prima ancora di scendere in campo. Il nuovo duo manageriale Giannelli/Benzoni però ci crede e ottiene l’iscrizione al campionato: ma il budget è ridotto tanto quanto se non meno di quello dell’anno precedente per mancanza di sponsor, e così l’obiettivo cambia. Non più eccessi per puntare in alto, ma giovani emergenti che facciano ben preservare i conti ma al contempo salvino la squadra in categoria. Per l’appianamento dei debiti? Si cercherà di risanarli nel corso della stagione con sponsor e persone disposte ad investire sul progetto. La squadra viene plasmata, ma il progetto purtroppo non attira investitori: il debito invece di diminuire, cresce e la stagione si rivela un fallimento anche per la condannata retrocessione.

Jazzmarr Ferguson: ha giocato per Forlì nella stagione 2013/2014
Jazzmarr Ferguson: ha giocato per Forlì nella stagione 2013/2014

Il progetto biancorosso sembra finire qui con Giannelli e Benzoni pronti a mollare le redini. Si vocifera di possibili acquirenti, poi il 30 Luglio però arriva la svolta: Massimiliano Boccio acquista il 99% delle quote societarie, definendo così un passaggio importante e forse una nuova speranza per i tifosi biancorossi. Speranza che sbalordisce i tifosi con l’annuncio di 5 milioni di euro di budget, uno dei più alti della storia cestistica italiana. Sembra un sogno, la visione di una squadra inarrestabile con cui nessuno possa competere: intanto però i tifosi rimangono con il fiato sospeso tutta l’estate per l’iscrizione al campionato che viene effettuata all’ultimo momento. Il roster che viene fuori dal mercato è di primo livello: sembra pronta la scalata alla massima serie.

Sani Becirovic: uno dei colpi migliori della Fulgor Libertas nel'estate 2014
Sani Becirovic: uno dei colpi migliori della Fulgor Libertas nel’estate 2014

Ma il granito si spezza nel corso della stagione: precontratti non conclusi, stipendi non pagati, giocatori sfrattati, bonifici errati o non accettati, sparizioni improvvise del presidente e altre notizie invece che fatti contraddistinguono il periodo biancorosso dall’inizio del campionato fino ad oggi. La lettera di Boccio è il tocco finale: addio pallacanestro! Addio a una società storica e soprattutto ai tifosi, i quali non meritano una simile caduta. E’ silenzio ora al Palacredito di Romagna: lo spettacolo è finito, buonanotte gente! Putroppo, per la città romagnola, non ci sarà più una squadra. Non c’è più possibilità di sognare ora. Non c’è più bellezza. Non c’è più l’orgoglio. Non c’è più un 17 Maggio 2013.

Federico Gaibotti

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