Le cinque migliori partite del 2015

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Il 2015 è ormai terminato, ma i ricordi continuano a riaffiorare. Dall’Europeo, ai Playoffs NBA, fino al campionato italiano vinto da Sassari, ma non solo. L’anno appena concluso è stato portatore di record, pietre miliari della storia del gioco, emozioni a non finire. Cinque di noi si sono cimentati a raccontare le proprie sensazioni in quelle che, per loro, resteranno le partite indimenticabili del 2015.

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Spagna – Italia 98-105 (8 Settembre) di Roberto Caporilli

Sono partito dall’Italia alla volta di Berlino il giorno dopo la sofferta vittoria con l’Islanda, nella giornata in cui non erano previste gare nel nostro girone. L’inopinata sconfitta con la Turchia e la prestazione sottotono (voglio essere buono) con i nordici mi aveva convinto di andare in Germania più da turista che da tifoso. Inutile dire che c’era molto sconforto e la convinzione di essere già fuori da Eurobasket mi attanagliava pesantemente, il giorno della partita queste sensazioni erano comunque mitigate dall’eccitazione di esserci, essere alla Mercedes Benz Arena (uno spettacolo nello spettacolo) per vedere la “mia” Italia e, più in generale, una carrellata di campioni sullo stesso parquet. Il clima perciò non era negativo e già dal prepartita si intuiva che gli Azzurri avrebbero praticamente giocato in casa. Vedere da pochi passi la Nazionale è giù un’emozione; quella partita, come tutti ricorderete, ne ha regalate molte altre. Gioie che solo il basket sa regalare: le triple del Beli, le schiacciate del Mago, “o famo strano” del Gallo… Emozionanti davanti alla tv; indescrivibili dal vivo, mi hanno tolto la voce e riempito il cuore. Di certo la partita del mio 2015, probabilmente la partita della mia vita.

 

San Antonio Spurs – Boston Celtics 95-87 (1 Novembre) di Giovanni Aiello

Entrare nella leggenda: personaggio che, per il carattere eroico e straordinario delle sue imprese, è destinato ad acquistare, nel ricordo e nelle narrazioni, aspetto leggendario, mitico.

Sotto molti aspetti una partita insignificante, solamente la quarta di regular season. Sotto molti altri potremmo proprio definirla una brutta partita, ma ho avuto il privilegio di assistere alla Storia che riscrive la Storia: Tim Duncan, Tony Parker e Manu Ginobili, le colonne portanti di una delle squadre che maggiormente ha caratterizzato il basket mio e della mia generazione, battuta Boston sono diventati il trio più vincente della storia NBA, superando così il record di tre ex-Celtics (il caso a volte..) come Bird, Parish e McHale. Non ho mai nascosto la mia genuina simpatia per la squadra di Gregg Popovich, ma in questa particolare data le mie emozioni sono andate oltre la semplice ammirazione per queste tre leggende della pallacanestro giocata: ho realizzato il sogno di vedere i miei eroi, di cui ammiravo le gesta già da bambino, venire definitivamente segnati in cima al grande libro dei record. Così, dopo aver zittito gli scettici che dicevano “sono troppo vecchi” oppure “non ce la fanno più”, vi sfido a non fare il tifo per gli Spurs (anche) in questa ultima (?) stagione.

 

sassari scudetto

Grissin Bon Reggio Emilia – Dinamo Sassari 73-75 (26 Giugno) di Fabrizio Pinna

In una stagione caratterizzata dalla vittoria di 3 trofei su 3 in Italia, non è stato facile scegliere la partita più importante della stagione trionfale della Dinamo. Alla fine, la scelta è ricaduta su questa partita perchè è stata quella che ha permesso alla squadra allenata da coach Sacchetti di ottenere il trofeo più importante, lo storico scudetto. Una partita che era iniziata nel peggiore dei modi con la Dinamo sotto dopo 10′ per 21-4. In quel momento il sogno sembrava stesse per svanire, quando, trascinati dal solito orgoglio che ha caratterizzato quella formazione per tutto il corso della stagione, Logan e compagni avevano prima riaperto il match e nei primi minuti del quarto periodo erano riusciti a passare  in vantaggio per la prima volta nel match. Negli ultimi 3′ le squadre avevano giocato una partita sul punto a punto, ma negli ultimi secondi Dyson con un 2/2 dalla lunetta aveva regalato a Sassari il nuovo +2 (73-75). L’ultimo pallone della stagione era poi capitato nelle mani del grande ex della serie, Drake Diener, che però ha sbagliato il tiro della vittoria.

Pensare di poter vivere questa emozione il giorno della mia prima partita al PalaSerradimigni (l’11 novembre 2007), era una pura utopia, ma ancora una volta lo sport ha saputo regalare emozioni fortissime non solo a una città, ma a un’isola intera. L’attesa per quella partita, le sensazioni vissute durante e dopo insieme a tutti i tifosi occorsi a vederla su uno dei tanti maxi schermi della città, sono emozioni che rimarranno dentro il cuore di tutti i sardi appassionati di pallacanestro per sempre.

 

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Acqua Vitasnella Cantù – Olimpia EA7 Milano 83-64 (16 Aprile) di Alessandro Saraceno

Il derby con Milano è già di per sé indescrivibile, soprattutto per chi non l’ha mai vissuto di persona, ma in quella giornata si erano creati i presupposti di una partita indimenticabile.
In casa canturina era da poco arrivato un marziano, anzi, un Panda, che avrebbe, nel bene o nel male, cambiato il mio 2015. L’Acqua Vitasnella era da considerarsi una delle più grandi delusioni del campionato perché, roster alla mano, tutti la classificavano almeno da prime sei ai nastri di partenza, mentre in quel momento rischiava seriamente di non qualificarsi nemmeno per i Playoff. Il risultato del match pareva scontato, ma così non sarebbe stato. Cantù parte fortissima con questa nuova maglia color legno, realizzata proprio per la “settimana del legno”, e a prendersi la scena è subito Stefano Gentile. I brianzoli prendono sempre più il largo e il protagonista continua ad essere sempre Gentile, quello canturino però; un plus per me, dato il bel rapporto che si è andato a creare con lo Stefano persona in questi anni canturini. Insomma, vincere un derby contro Milano di 19 è sempre meraviglioso, grazie a Stefano, dopo tutte le critiche ricevute, per me, lo è stato ancora di più, ecco perché ho scelto questo match come il più bello del mio 2015.

 

San Antonio Spurs – Los Angeles Clippers 109-111 (2 Maggio) di Francesco Manzi

Non ho affrontato viaggi, non l’ho vista dal palazzetto (magari!) bensì dal divano di casa, la mattina successiva senza, per carità, aprire Facebook o quant’altro per evitare spoiler, ma Gara-7 del primo turno di Playoffs NBA tra Spurs e Clippers è stata la partita più memorabile e divertente del mio 2015. Una partita che ha coronato finalmente una delle squadre per cui simpatizzo, i Clippers, anche se per breve tempo, vista poi la figuraccia al turno successivo contro Houston. Il basket razionale, bello, corale degli Spurs contro il talento e l’atletismo di LA, ma soprattutto la partita che ha rilanciato Chris Paul. Non ho mai compreso il perché molte persone “infanghino” il playmaker che, tolto l’alieno col 30, sarebbe a mani basse il migliore della Lega dicendo che non sia clutch, che scompaia quando conta. La risposta è stata quella del 2 Maggio, e che risposta. Indimenticabile la tripla dal palleggio dopo essersi portato una mano alla coscia per un infortunio muscolare, così come le lacrime in panchina e l’uscita dal campo. Ancora più storico il ritorno in campo, i 27 punti e 6 assist con 5/6 da tre e, ovviamente il canestro dell’anno con un secondo da giocare, sul 109 pari. In una partita combattutissima (stento a ricordarne una più equilibrata), anche la ciliegina sulla torta. Rimane il rammarico per gli Spurs e per com’è poi proseguito il cammino dei Clippers, ma nonostante l’incontro non rimarrà impresso nei libri di storia del gioco, lo farà sicuramente nella mia testa. Soprattutto questa immagine, dopo la sirena. 

 

Buon 2016 a tutti.

Redazione BasketUniverso

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