Esclusiva BU, Carlo Recalcati: “Potrei continuare. Italia favorita per Rio. Le Final Eight…”

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Carlo Recalcati
è l’allenatore più vincente della storia della pallacanestro italiana con 542 vittorie (il 10 maggio 2015 ha superato Tonino Zorzi, fermo a 525). Il 14 Febbraio, Recalcati è stato esonerato dall’Umana Reyer Venezia e BasketUniverso lo ha raggiunto per un’intervista in esclusiva. Gli argomenti trattati vanno dal suddetto esonero, all’argento olimpico, passando per il Preolimpico e le ultime Final Eight.

 

Qualche settimana fa è stato esonerato da Venezia, come erano i suoi rapporti con Brugnaro prima della partita contro la Dinamo Sassari?

Abbiamo avuto occasioni di scontrarci e l’abbiamo sempre fatto con l’intento reciproco di essere propositivi, anche se c’è da dire che non sempre si riescono a mettere a posto i rapporti, i risultati, devo essere onesto, non hanno aiutato e dopo ognuno ha fatto la propria parte. Un presidente può prendere delle decisioni e in questo caso sono stato oggetto di questa scelta ed era nel suo diritto farlo. Io posso avere la mia convinzione che entrando in un periodo in cui non c’era il doppio impegno con l’Eurocup le cose sarebbero migliorate e sono convinto che miglioreranno, però questo fa parte della storia e sono cose che ormai non contano più. Mi dispiace che la società abbia preso una decisione del genere, però allo stesso tempo dico serenamente che ho fatto il massimo per ottenere i risultati migliori per Venezia, sul campo, portando la mia esperienza e cercando di essere propositivo. Se le cose sono state viste in modo negativo non dipende da me e per abitudine e formazione mentale, quando non posso incidere su determinate decisioni, non ci perdo il sonno perché non posso farci nulla. Cerco di impazzire nelle cose in cui posso essere determinante.

 

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Coach Recalcati accanto a Walter de Raffaele

Alcuni quotidiani hanno riportato la notizia secondo la quale quella di Venezia è stata
l’ultima panchina della sua carriera. Conferma queste voci?

In questo momento non lo so, perché una delle cose che avevo programmato con Brugnaro e Casarin era che avrei allenato quest’anno e l’anno prossimo sarei diventato l’assistente di Walter De Raffaele, del quale io ho una grandissima stima dal punto di vista tecnico e umano, cercando di accompagnarlo nelle sue prime esperienze da capo-allenatore. Ora la programmazione è saltata e di conseguenza anche l’idea che avevo che questa fosse l’ultima stagione. Ora è presto per dire se allenerò o no, le cose forzate non mi sono mai piaciute e, siccome la decisione di interrompere quest’anno la carriera da allenatore non è stata mia, non la digerisco e mi riesce difficile accettarla. Quindi dico che non escludo la possibilità di poter continuare ad allenare.

Nonostante lei sia nato a Milano, non ha mai allenato le scarpette rosse. Ha mai ricevuto
offerte da parte della società meneghina negli ultimi anni?

Sì, ci sono stati alcuni momenti da giocatore, ma soprattutto da allenatore, in cui Milano mi ha fatto offerte, ma spesso ero sotto contratto con un’altra società e ho sempre pensato che i contratti andassero portati a termine fino alla fine. Pur essendo un’offerta per me stimolante da milanese, era più importante rispettare gli accordi che avevo con le società di allora.

 

L'Italia festeggia l'argento olimpico.
L’Italia festeggia l’argento olimpico.

L’argento olimpico di Atene rimane una delle imprese più grandi della Nazionale. Tornando alla finale con l’Argentina, cosa cambierebbe? C’è rammarico per essere stati battuti da una squadra con cui avevate vinto qualche giorno prima?

I “se” e i “ma” non fanno parte del mio modo di essere, le cose bisogna farle nel momento in cui succede il fatto, bisogna prendere la decisione con la logica di quel momento e valutare quello che poteva essere è un esercizio che non mi appartiene. Battemmo l’Argentina nella prima fase del torneo, obiettivamente quando la partita non contava perché eravamo entrambe qualificate. E’ stata una partita utile solo per la posizione all’interno del girone (l’Italia chiuse seconda con un record di 3-2, ndr). Va detto che l’Argentina era la più forte Argentina della storia, una squadra di assoluto livello, visti i giocatori che facevano parte del roster. Quando si giocano queste manifestazioni, sono molto importanti i tempi di recupero ed è importante riposare qualche ora in più. Noi giocammo l’ultima partita contro la Lituania dopo di loro e arrivammo al villaggio Olimpico oltre la mezzanotte. Basile, che dovette fare l’antidoping, andò a dormire alle 2-3 di notte e poi giocammo il pomeriggio. Sono piccole cose che contano e magari ci è mancata un po’ di energia. Sono cose che rimangono nella testa, ma la mia idea, fin da quando ho visto che non riuscivamo a recuperare il gap, era ed è quella di non annacquare una così bella Olimpiade con dei rammarichi. Poiché le Olimpiadi sono una manifestazione importantissima, il secondo posto può essere visto come un successo.

Se qualcuno volesse vedere (o rivedere) la finale Olimpica del 2004, ecco il match completo:

 

Parlando di Nazionale, andiamo sul Preolimpico. Gallinari fuori per un mese, Bargnani che rischia di saltare questo finale di stagione e Belinelli fischiato a Sacramento. Riuscirà il calore del pubblico a spingere i ragazzi verso Rio?

Il fatto di giocare in Italia darà una mano soprattutto ai giocatori che arriveranno con il morale a terra. Ritrovarsi in un gruppo che già lo scorso anno ha dimostrato di essere molto unito servirà a tutti e tre, per sentirsi a casa. Il Gallo farà di tutto per dare il suo contributo che non è solo tecnico ma è anche utilissimo dal punto di vista morale; a Bargnani lo stop servirà per farlo arrivare in buone condizioni fisiche senza essersi spremuto troppo; per Belinelli, infine, se dovesse accusare i fischi di Sacramento, potrebbe essere un’occasione affinché emergano il suo carattere e la sua voglia di rivalsa. Non sono preoccupato per la loro situazione attuale.
Per quanto riguarda il Preolimpico, è una manifestazione che ci vede favoriti per il fatto che giocheremo in casa e per il lotto di squadre che ci è capitato. Non vanno trascurate né la Croazia né la Grecia, che però non si sa se saranno squadre rinnovate o se punteranno sui loro campioni. Andare alle Olimpiadi è una necessità per il movimento, perché è una manifestazione in cui hai la possibilità di avere una vetrina a livello mondiale e si ha l’occasione di provare a catturare nuovi appassionati. In futuro ci potrà essere un maggior numero di tifosi nei palazzetti e di conseguenza potrebbe allargarsi anche la fascia di persone, soprattutto di giovani, che si dilettano con la pallacanestro anche come giocatori.

 

pozzeccoNegli ultimi anni, un suo celebre giocatore quale Gianmarco Pozzecco ha intrapreso la carriera di allenatore. Si sarebbe ma aspettato un futuro del genere per la “Mosca Atomica”?

Era molto difficile ipotizzarlo quando era giocatore, però speravo che lo potesse fare perché nel momento in cui lui ha terminato la carriera si muoveva a 360°. Io lo spinsi a partecipare al corso allenatori a Bormio perché poteva essere una possibilità da sfruttare e sarebbe stato un vero peccato successivamente non poter accettare l’offerta di Capo d’Orlando. Invece, grazie al fatto di aver guardato un po’ più in là, si è trovato nella situazione di poter accettare l’offerta dei siciliani e devo dire che, quando ha accettato, ho scoperto un Poz diverso nelle riflessioni, capace di porre l’accento sull’impegno costante e l’applicazione dal punto di vista difensivo, credo che avrà anche un futuro importante da coach. E’ andato a Varese forse troppo presto, in un momento in cui la società aveva bisogno di lui e lui non poteva rifiutare. E’ stato messo sotto pressione dal fatto che lui ama fin troppo Varese ed è stata un’esperienza non positiva. Ora lavorare con Mršić lo aiuterà senz’altro grazie al suo essere molto riflessivo e ponderato.

 

Montegranaro è dovuta ripartire dalla Promozione, Siena ha grossi problemi. Citando due delle sue ex squadre, come si possono risolvere i problemi economici del basket italiano?

Bisogna avere la forza di porre attenzione alle problematiche e avere il coraggio di affrontarle in modo drastico e non sperare continuamente che le società possano trovare delle risorse all’interno del proprio territorio. Quando una società non ce la fa, deve avere il coraggio di fare un passo indietro così come ha fatto Toti con la Virtus Roma, il quale ha auto-retrocesso la sua squadra per farla sopravvivere e questo è un esempio da prendere in considerazione.
Teramo, invece, per esempio arrivò a scomparire dopo che per rimanere in Serie A pagò una wild card del valore di 500.000 euro. Probabilmente se non avesse pagato, Teramo esisterebbe ancora oggi perché avrebbe fatto un campionato più tranquillo e con meno costi. La strada, come detto, deve essere quella di avere il coraggio di prendere coscienza delle problematiche e di fare uno-due passi indietro senza arrivare a scomparire. La cosa peggiore per piazze importanti è vedere scomparire la realtà che li ha accompagnati per tanti anni.

 

Krunoslav Simon dell'Olimpia Milano durante le Final Eight di Coppa Italia
Krunoslav Simon dell’Olimpia Milano durante le Final Eight di Coppa Italia

Le Final Eight, numeri alla mano, non hanno riscosso tanto successo. Lei era al Forum, quale pensa che sia stato l’errore principale da parte della Lega?

Non conosco i numeri esatti di affluenza e di share anche perché nella seconda giornata sono andato a vedere mio nipote in U15 (ride), ma le ho viste comunque registrate. Le Final Eight sono una manifestazione importante e otto squadre sono davvero tante, si potrebbe concentrare l’evento su quattro squadre anche se questa è solo un’ipotesi che andrebbe comunque testata. Anche proporre quattro partite consecutive in un solo giorno rende difficile avere un seguito uguale durante tutto l’arco della giornata. Un’altra idea, quindi, potrebbe essere quella di tornare alle Final Eight in quattro giorni e iniziare i quarti il giovedì. C’è da considerare anche che Milano è una piazza esigente che ha attrattive diverse dalla pallacanestro e non ci può essere la pretesa che il Forum sia pieno per tutte le partite. Si potrebbe provare a scegliere una località diversa, nonostante non sia facile trovarne una in grado di voler organizzare un evento di questo calibro. Questi sono comunque ragionamenti che si fanno dando libero sfogo ai pensieri, ma è giusto farli per cercare di migliorare.

Oltre Varese, una sua storica squadra è la Pallacanestro Cantù. In Brianza è arrivato un investitore russo che sta facendo molto parlare di sé. Cosa pensa della politica di Gerasimenko, abbastanza rivoluzionaria per il basket italiano?

Per l’Italia è abbastanza rivoluzionaria perché ha portato le abitudini che vengono dalla Russia. Lui nel suo paese ha una società (il Krasnyj Oktjabr ndr), che ha creato dal nulla e sta costruendo un Palazzo dello Sport, probabilmente è arrivato nel nostro campionato pensando che si potessero proporre cose di questo genere. Chi ha avuto modo di conoscerlo mi ha detto che è una persona molto intelligente e che, una volta che ha capito qual è la realtà italiana, ha avuto la capacità di inserirsi mantenendo la sua iperattività ma adeguandola alle nostre regole, che sono un po’ diverse rispetto a quelle che ci sono in altri Paesi. La Pallacanestro Cantù era comunque in una fase di transizione, perché la famiglia Cremascoli aveva già annunciato il suo disimpegno. Una volta entrato nella routine del nostro movimento, potrà dare una bella spinta alla società.

Lo staff di Basketuniverso ringrazia il coach Carlo Recalcati e augura a lui il meglio per il futuro

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