Jordi Bertomeu, CEO di Euroleague Basketball al centro delle vicende tra FIBA (capitanata da Patrick Baumann) e la stessa Eurolega, non molla ancora la presa e, in una lunga intervista al Corriere della Sera, dice la sua a riguardo, parlando anche della possibilità di trasferimento della sede del Preolimpico di luglio da Torino alla Germania. Ecco i punti salienti:
Situazione FIBA-EL: “La colpa non è la mia. Baumann potrebbe dire lo stesso ma il punto è che appena 15 giorni fa la situazione era ben diversa: proprio in questi giorni la Fiba si è accorta che nemmeno l’Eurocup andrà dalla sua parte e ha reagito in maniera esagerata, direi quasi brutale.”
Esclusione delle varie Nazionali da Europei e Olimpiadi: “Mi chiedo come la FIBA, che ha tanto sbandierato la questione della meritocrazia, possa ora presentarsi da Spagna e Lituania, che hanno guadagnato la qualificazione sul campo, e dire: a Rio voi non ci andate”
Questione torneo preolimpico Torino: “Baumann ha spedito una lettera a Germania e Finlandia chiedendo la loro disponibilità a organizzare il torneo. Organizzare un preolimpico in 4 giorni? Ma che credibilità può avere una Federazione che vuole questo? Se io fossi Gianni Petrucci direi: «Il preolimpico a Torino non si tocca. Ci togliete il preolimpico? Andiamo in tribunale!». Invece si è concentrato solo su Sassari, Reggio Emilia e Trento”
Andare in tribunale: “Giocare con i tempi dei tribunali non è eticamente serio. Se la strategia della Fiba è di approfittare del timing favorevole, può farlo, ma prima o poi però il verdetto arriva. E sono certo la giustizia mi darà ragione.”
Sassari-Reggio Emilia-Trento: “Abbiamo un contatto costante, sono tranquilli. Non dico che siano contenti, ma sono consci delle conseguenze della loro scelta. E comunque vada, Eurolega sarà al loro fianco”
Soluzione condivisa: “Abbiamo scritto due volte alla FIBA per sederci a un tavolo: nessuna risposta. Non avrei mai immaginato di arrivare a questo punto. Considero legittima la proposta di passare dalla loro parte ma non la reazione al loro no. Ma alla fine vinceremo noi in un modo o nell’altro.”
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