Esclusiva BU, Cantù: parlano i protagonisti della stagione nel giorno della presentazione

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BasketUniverso ha intervistato in esclusiva cinque giocatori della Pallacanestro Cantù: Zabian Dowdell, JaJuan Johnson, Fran Pilepic, Marco Laganà e Salvatore Parrillo.
I protagonisti della stagione canturina hanno parlato degli obiettivi stagionali dei lombardi, dei loro personali ma anche del camp in Lituania e delle prime impressioni che hanno avuto nei confronti del coach di Cantù, Rimas Kurtinaitis.

ZABIAN DOWDELL

Zabian Dowdell Cantù

 

Quali sono gli obiettivi che si è prefissato per questa stagione?

“Ovviamente io sono venuto qui per vincere lo Scudetto perché penso che abbiamo una squadra davvero molto competitiva e sono convinto che è anche un gruppo molto solido, perfetto per competere ad altissimi livelli!”.

Cosa ne pensa della ritiro a Palanga, nonostante lei abbia raggiunto tardi i suoi compagni, e qual è il suo pensiero su coach Kurtinaitis?

“E’ stato davvero molto interessante, durissimo, ma di un ottimo livello, perciò posso essere solo contento del lavoro che abbiamo fatto in Lituania. Il coach è un grande e sta provando ad insegnarci i giochi che ha nel suo playbook, sta ampliando le nostre capacità di conoscenza del gioco, fornendoci anche qualche segreto che ha maturato nella sua lunga carriera da giocatore. Ora stiamo provando a cercare la chimica e non è facile perché continuano ad aggiungersi giocatori, senza dimenticare che due non sono ancora in gruppo per i motivi che sappiamo.
Comunque sono davvero soddisfatto del camp lituano, ogni giorno vedevo miglioramenti, da tutti i punti di vista, fisici e di conoscenza dei compagni, e sono certo che continueremo a migliorare, così da essere pronti per l’esordio in campionato al PalaDesio”.

Lei è uno dei leader di questa squadra, se le fosse chiesto dalla società, sarebbe disposto a diventare il capitano di Cantù?

“Assolutamente sì. Fortunatamente ho giocato molte partite, alcune anche parecchio importanti, a partire da quando ero al college, nella mia carriera da giocatore e ho dovuto affrontare anche delle difficoltà di un certo livello, perciò sì, sarei prontissimo a diventare il capitano di un club glorioso com’è quello canturino. Inoltre credo molto in Kurtinaitis e proverò a mettere in campo quello che mi dirà di fare”.

Lei ha giocato in Eurolega, in Eurocup, ha dimostrato di essere una delle migliori point guard in Europa, come mai ha deciso di venire a giocare a Cantù?

“Diciamo che ci sono state varie situazioni contingenti che mi hanno portato qui: ero ancora sul mercato e Gerasimenko mi ha voluto fortemente, ho parlato con il mio agente, mi ha fatto notare le ambizioni di questo club e il roster che stavano allestendo, perciò abbiamo ritenuto che Cantù fosse la soluzione migliore per la mia carriera; inoltre ero già stato a giocare in Italia nell’annata da sophomore ed è un paese che mi è rimasto nel cuore, tutto questo mi ha portato a pensare che fosse il momento per tornarci a giocare, tenendo anche conto del fatto che la Serie A è uno dei migliori campionati di pallacanestro al mondo”.

Prima di decidere di venire qui ha per caso parlato con qualcuno, per esempio con Lawal, visto che avete giocato un anno insieme a Phoenix?

“Sinceramente no e non mi piace fare così quando devo scegliere la mia prossima avventura perché le opinioni di ognuno sono personali e non voglio essere influenzato dalle esperienze di qualcun altro, anche se fosse il mio migliore amico. Ho solamente parlato con il mio agente, ci ho pensato su un paio di giorni e alla fine ho deciso di firmare per Cantù”.

JAJUAN JOHNSON

jajuan johnson cantù

 

Lei è uno dei veterani di questa squadra perché ha giocato già a Cantù metà dell’anno scorso: quali sono gli obiettivi che si è prefissato per questa stagione?

“Il mio obiettivo è provare ad avere una stagione piena di successi, giocare la Coppa Italia e raggiungere i prayoff a fine stagione. In campionato vogliamo fare meglio dell’anno scorso perché non sono rimasto per nulla contento di come sono andate le cose; voglio che sia una grande annata e voglio viverla da protagonista”.

Perché ha scelto di tornare qui a Cantù dopo la passata stagione?

“Abbia finito malissimo la scorsa stagione e mi è dispiaciuto tantissimo ciò perché credo che questi tifosi meritino sempre il meglio. Così, visto che Gerasimenko ha sempre creduto moltissimo in me e ha voluto propormi nuovamente un contratto, ho deciso di accettare e ripartire da qui, con l’obiettivo di migliorare assolutamente il piazzamento della passata annata”.

Sarebbe disposto a diventare il capitano di questo team?

“Oh certamente! Mi piacciono davvero tanto le responsabilità e non sono uno che sente la pressione, poi sono fortunato perché giocherò in una squadra fortissima, composta da giocatori molto esperti e pronti ad aiutarsi l’un con l’altro nei momento di difficoltà”.

Com’è stato il camp in Lituania e qual è stato il suo primo impatto con Kurtinaitis?

“E’ stato un camp parecchio duro (sorride). Ma comunque penso sia stato davvero positivo per la squadra e spero che si continui a lavorare così perché è la strada giusta, sono convinto che quest’anno otterremo grandissimi risultati!
Su Kurtinaitis credo sia un grandissimo coach, uno dei migliori che io abbia mai avuto e uno dei migliori possibili da trovare in tutta Europa, e penso che sarà la chiave in più che ci aiuterà anche a giocare una bella pallacanestro”.

FRAN PILEPIC

fran pilepic cantù

 

 

Partiamo da una domanda classica: quali sono i suoi obiettivi personali e quelli della squadra?

“Gli obiettivi della squadra sono fare meglio dell’anno scorso e quindi certamente dobbiamo centrare i playoff, poi ci piacerebbe raggiungere le semifinali Scudetto; dopodiché tutto è possibile e non esistono squadra favorite oppure più forti. Io penso che questa Cantù sia tra le prime quattro-cinque compagini del campionato italiano e, per quanto riguarda me, il mio obiettivo è aiutare i miei compagni ad arrivare in semifinale, segnando tanti canestri, magari anche decisivi, e difendendo il più possibile.
In Europa non posso fare promesse o previsioni perché non sappiamo ancora quale competizione giocheremo e, quindi, per ora, dobbiamo concentrarci al 100% sul campionato italiano.
Penso che questa squadra sia strutturata molto bene e credo che i compagni e l’allenatore siano perfetti per me e tutto ciò mi aiuterà ancora di più a migliorare: ho ventisette anni, sono nel pieno della maturità cestistica, e voglio diventare una delle migliori guardie in Serie A, se non la migliore”.

Lei è un giocatore di grandissima esperienza e ha disputato tanti anni l’Eurolega: perché ha scelto di venire a giocare a Cantù, con la possibilità di non giocare nessuna coppa?

“L’anno scorso non è stata una stagione facile al Cedevita: hanno comprato tantissimi giocatori nel mio ruolo e io non ho potuto mostrare tutte le mie potenzialità perché non mi sono stati dati minuti a sufficienza per farlo. Sentivo che anche quest’annata sarebbe stata così, ovvero che avrei avuto comunque poco spazio, e ho deciso di rescindere il mio contratto con la squadra di Zagabria. Così ho iniziato a cercare un team che cercasse una shooting guard da mettere in quintetto e mi si è presentata la possibilità di venire a giocare in una squadra storica come Cantù, ecco perché ho deciso di accettare.
In queste quattro amichevoli di precampionato non ho fatto benissimo ma sto lavorando giorno dopo giorno per migliorare e sono certo che sarò prontissimo per la prima partita di campionato”.

Questa Cantù ha solo un’ala piccola di ruolo ed è Tremmell Darden: lei sarebbe disposto e si sentirebbe pronto a giocare nella posizione di “tre” in alcuni momenti della partita?

“Sì, abbiamo firmato da poco Darden e sono molto contento di questo acquisto perché è un grandissimo giocatore, che ci darà molta esperienza e leadership. Per quanto riguarda la domanda, sì, sono pronto a fare tutto quello che mi dirà il coach: non solo io, ma anche Laganà e Kariniauskas, ci alterneremo nella posizione di ala piccola per dare qualche minuto di riposo a Tremmell; anzi, nonostante siano delle point guard, forse loro sono persino più adatti di me a giocare da “tre” perché sono un po’ più alti e quindi farebbero meno fatica a difendere sui pari ruolo avversari: la mia posizione è la guardia ed è lì che spero di giocare tantissimi minuti”.

Cosa può dire ai suoi tifosi del camp in Lituania e quali sono le prime impressioni sul nuovo allenatore di Cantù, Rimas Kurtinaitis?

“Lui è stato un grandissimo giocatore e penso che ci possa aiutare ad imparare davvero tanto. Ognuno di noi migliorerà moltissimo quest’anno, è uno molto tosto, duro, gli allenamenti in Lituania sono stati davvero lunghi e ha cercato di recuperare le due settimane di ritardo facendoci stare sette ore al giorno in palestra, facendoci lavorare duramente ogni minuto. Abbiamo ancora qualche problemino perché stiamo provando a memorizzare moltissimi giochi ma il tempo a nostra disposizione non è tantissimo e, soprattutto, ci mancano ancora due giocatori di primissimo livello come Darden e Travis. Comunque sono molto fiducioso e credo che per la partita con Venezia avremo sistemato tutte queste difficoltà, provando subito a vincere il primo match contro la Reyer di fronte al nostro pubblico che sembra davvero calorosissimo!”.

MARCO LAGANA’

marco laganà cantù

 

Allora Laganà, partiamo dalla tua condizioni fisiche: come sta e come mai ha saltato un paio di partite in Lituania?

“Io ora mi sento bene. Per quanto riguarda le partite che ho saltato, non sono dovute a nulla di particolare, non ho giocato quelle due amichevoli perché, come previsto da programma, non posso scendere in campo quattro volte in sei giorni, quindi ho dovuto fermarmi un attimo. Comunque sono stati allenamenti molto intensi e di ottimo livello: abbiamo fatto sette ore al giorno e ho giocato trenta minuti di media, perciò sono molto contento della mia preparazione fisica e mi sento pronto per questa nuova stagione”.

Quali sono i suoi obiettivi per la stagione? Kurtinaitis sembra abbia molta fiducia in lei, la mette sempre in quintetto titolare, sia in allenamento ma anche nelle partite che ha disputato in Lituania.

“E’ vero, sono sempre partito in quintetto e il coach mi sta dando fiducia, cosa per cui lo ringrazio infinitamente. Io vengo da due stagioni difficili e mi serve l’affetto di tutto il pubblico di Cantù che non manca mai. I miei obiettivi di quest’anno sono tornare al 100% il più presto possibile, riprendere a diventare un giocatore di pallacanestro e poi aiutare i miei compagni a raggiungere gli obiettivi che la società si è prefissata”.

Come descriverebbe Kurtinaitis come persona e come allenatore?

“All’inizio ce l’avevano descritto come una persona molta fredda, molto distaccato, però invece è uno con cui puoi parlare, sempre pronto ad ascoltare i tuoi problemi e, inoltre, un grandissimo lavoratore perché ci fa stare tantissimo in palestra; la sua fissa principale è il tiro, tant’è che facciamo moltissime sessioni di tiro. Sono sicuro che porterà molto giovamento anche ai giovani che potranno imparare tantissimo da lui”.

Invece sentirebbe la pressione se dovesse diventare il nuovo capitano di Cantù, visto che è il più “vecchio”, essendo al suo terzo anno in Brianza?

“Tra gli italiani mi sento il punto di riferimento e spesso mi vengono a chiedere consiglio: su come muoversi in città, dove andare a mangiare, in che locali uscire,… Sinceramente mi farebbe molto piacere, sarebbe un grande onore per me diventare il capitano di una società storica come questa, sarebbe anche una grande responsabilità che accetterei volentieri però, se la società dovesse decidere di non eleggere me, ma un altro, non ci sarebbe alcun problema e proverò comunque ad essere un leader di questa Cantù, a livello emotivo ma anche sul parquet di gioco”.

Aveva detto che quest’anno le avrebbe fatto piacere avere molti più minuti a disposizione, visto che sono due anni che non gioca: cosa l’ha convinto a rimanere qui a Cantù?

“Chiaramente dopo due infortuni così ho bisogno di giocare ma la spinta che mi ha fatto rimanere qui è che il coach non è italiano e quindi non mi conosce, mi valuta da zero, e gli proverò a dimostrare il mio valore ogni giorno in palestra durante gli allenamenti. Quindi, se me lo meriterò, scenderò in campo, altrimenti starò in panchina, non è uno di quelli che ha preferenze: se deve panchinare qualcuno, lo fa senza nemmeno guardarlo in faccia. Sono contento comunque che la famiglia Gerasimenko abbia creduto in me, soprattutto Dmitry, con il quale mi sono anche allenato nel mese di agosto e mi ha aiutato tantissimo; io voglio ricambiare la fiducia datami giocando sempre al massimo delle mie possibilità, cercando di aiutare i miei compagni a raggiungere tutti gli obiettivi prefissati”.

SALVATORE PARRILLO

Salvatore parrillo cantù

L’anno scorso ha iniziato la stagione a Napoli per poi finire, in maniera un po’ rocambolesca, a giocare la finale Scudetto con Reggio Emilia. Quali sono i suoi obiettivi personali, soprattutto a livello di minutaggio, per questa annata?

“Di solito non parlo mai di minutaggio perché credo molto nella meritocrazia e, per sperare di potermi ritagliare minuti importanti, devo dare tutto in allenamento e devo essere bravo a farmi trovare pronto quando Kurtinaitis mi chiamerà in causa; perciò spero che il minutaggio sarà importante perché vorrà dire che me lo sarò meritato”.

Come valuta quest’inizio di stagione particolare con un ritiro fatto all’estero e in un paese non molto gettonato per le preparazioni estive?

“E’ stato un camp davvero molto intenso. Ci siamo allenati tanto e abbiamo fatto delle amichevoli che ci sono servite per poter arrivare al 100% alla prima partita di campionato, che è il nostro primo obiettivo della stagione. Oltre a ciò, si sta creando anche un bel gruppo e spero che presto arriveranno anche i risultati”.

Questo fine settimana sarete impegnati nel Trofeo Lombardia: sarà importante il risultato oppure quello che conta è migliorarvi sempre di più per essere pronti ora del 2 ottobre?

“Vincere è sempre meglio che perdere (ride). Il nostro obiettivo è far bene, vincere più partite possibili, ma l’obiettivo è sempre arrivare in forma per il match di Desio contro Venezia”.

Lei ha avuto la fortuna di essere allenato per qualche mese da un grandissimo coach come Max Menetti: come valuta l’attuale allenatore, Rimas Kurtinaitis?

“Lui, essendo stato un giocatore, molte cose le capisce prima che verranno fatte da noi in campo e quindi non posso che ritenermi molto fortunato di poter essere allenato da un altro grande allenatore e cercherò di sfruttare quest’occasione nel miglior modo possibile, provando sempre di più a crescere e migliorarmi”.

1 thoughts on “Esclusiva BU, Cantù: parlano i protagonisti della stagione nel giorno della presentazione

  1. Devo fare i miei complimenti personali ad Alessandro Saraceno, ragazzo giovane, ma che dimostra di avere molto talento. Mi sono molto piaciute le sue interviste ai giocatori della Pallacanestro Cantù. Se posso trovare due cose negative di questo pezzo, sono la esclusiva “BU” che sembra il verso di un cane e l’aver indicato Max Menetti come un grandissimo allenatore. Magari lo potrà diventare e glielo auguro, ma attualmente lo considero un buon allenatore come tanti altri, con la fortuna di avere un buon gruppo di italiani e fino allo scorso campionato due leader come i due giocatori lituani, che quest’anno non ci saranno più in squadra.

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