Alessandro Gentile: “In Italia si vedono scene di guerra. Il basket? Per me avrebbero già dovuto cancellare tutto”

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Alessandro Gentile qualche settimana fa si era già espresso sul pericolo coronavirus in Italia, e poco più tardi era anche stato il primo giocatore di basket ad avviare una raccolta fondi per un ospedale, quello di Caserta in particolare.

Nelle scorse ore la stella dell’Aquila Basket Trento è stata intervistata, soprattutto riguardo la pandemia, da SDNA, sito sportivo greco. Gentile in Grecia ha giocato per qualche mese, al Panathinaikos, durante la stagione 2016-17. Il giocatore ha provato a raccontare ai media ellenici la situazione che si sta vivendo nel nostro Paese:

Il divieto di circolazione è piuttosto severo, ma penso che potrebbe esserlo ancor di più. Sfortunatamente, ci sono ancora persone che non comprendono la situazione. Alcuni stanno ancora uscendo. E’ difficile per tutti. Le scene che si vedono sembrano provenire da una zona di guerra, è incredibile. Sembra un film.

Ci sono molte storie scioccanti, eventi orribili. In alcuni ospedali non c’è spazio e le persone muoiono nelle loro case. Le immagini dei camion dell’esercito che portano i morti fuori da Bergamo perché lì non c’è più spazio sono pazzesche. La situazione vissuta da chi lavora negli ospedali, in particolare, è difficile e angosciante. E’ un incubo.

AleGent poi è stato interrogato su quello che dovrebbe fare il basket, secondo lui, in un contesto simile. Tutti i campionati finora sono stati soltanto sospesi, sostanzialmente ad oltranza finché la situazione non sarà sistemata:

Capisco le conseguenze finanziarie della cancellazione dei campionati e dell’Eurolega. Probabilmente non dovrei essere io a dirlo, però la salute deve essere la priorità. Se parliamo di basket e pensiamo a quando potranno proseguire i campionati, mostriamo mancanza di rispetto per la situazione che ci circonda. Siamo fortunati, come giocatori. Certo, è il nostro lavoro e siamo pagati per questo. Ma credo che dobbiamo pensare anche a chi sta combattendo per la propria vita, negli ospedali, per sopravvivere. Dobbiamo pensare a loro e a tutti coloro che gli sono accanto per aiutarli. Non ha senso discutere di basket e tenere il passo con tutto, perché le nostre menti non sarebbero abbastanza concentrate sullo sport. Secondo me tutto sarebbe dovuto essere già cancellato, anche se ci saranno implicazioni economiche per tutti noi. Lo so, ma la salute è al di sopra dello sport e di tutto il resto.

Francesco Manzi

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