Coppa Italia A2, Alessandro Piazza: “Giuste due promozioni. Un onore far parte di questo progetto”

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In occasione della Coppa Italia di Serie A2 che si svolgerà a Bologna, all’Unipol Arena, questo weekend, BasketUniverso ha realizzato otto interviste ai protagonisti della competizione.

La sesta intervista che vi proponiamo, dopo quelle di Jazz Ferguson, Alessandro Amici, Andrea Pecile, Matteo Palermo e Marco Spissu, è quella di Alessandro Piazza, playmaker della Fortitudo Moncada Agrigento che ai quarti se la dovrà vedere con i padroni di casa della Virtus Bologna.

 

piazza agrigento

In che condizione fisica e mentale arrivate alla Coppa Italia?

Sappiamo che giocare a Bologna rappresenta una grande vetrina, al di là della condizione in cui siamo dobbiamo cercare di sfruttare quest’occasione che abbiamo tutti noi. Non si gioca tutti i giorni contro la Virtus Bologna e in un palazzo del genere, dobbiamo prendere questa sfida in maniera molto positiva e provare a fare uno sgambetto a quella che ritengo essere la squadra favorita.

 

Il vostro avversario in Coppa sarà appunto la Segafredo Bologna: come pensate di prepararvi a questo match d’esordio?

Dobbiamo prepararci al meglio, ci sarà tanta gente e sicuramente loro hanno grandi aspettative per questa Coppa Italia. Dovremo difendere soprattutto, perché quando concediamo troppo nella nostra metà campo facciamo fatica. Inoltre, dobbiamo giocare con entusiasmo in attacco e cercare di sfruttare le nostre peculiarità.

 

Secondo te chi è la favorita per la vittoria finale?

Come dicevo prima, Bologna gioca in casa e avrà tante attenzioni di sicuro, ma ci sono tante squadre che possono fare bene e noi siamo tra quelle. Dobbiamo arrivare carichi e cercare di approcciare al meglio la gara con i bianconeri.

 

Ormai è il secondo anno che giocate con la formula di Division Est/Ovest: che idea ti sei fatto finora di questo metodo e quali miglioramenti potrebbero essere approntati?

Prima di tutto penso che debbano esserci due promozioni, una non basta, anche perché ci sono tante piazze storiche che farebbero bene al campionato di Serie A. Noi siamo penalizzati dal punto di vista delle trasferte sempre molto lunghe, ma è un campionato bello e avvincente, di alto livello. A parte il problema dell’unica promozione lo considero un buon campionato, con tante società che stanno crescendo.

 

piazza agrigentoSiete una squadra che cerca di dare continuità a un progetto che punta sempre in alto, come ti senti ad essere uno dei perni principali di tale progetto?

Sicuramente ripetersi ogni anno non è facile, ma ci proviamo comunque. In questa stagione abbiamo avuto tanti alti e bassi ma mancano ancora diverse partite e può succedere di tutto. Sentirsi uno dei giocatori più importanti è un grande onore, soprattutto quando riusciamo a ottenere risultati importanti e far parlare di Agrigento. Anche quest’anno, per fare un esempio, La Gazzetta dello Sport ha dedicato spazio alla nostra società, e questa non è certamente una cosa usuale per questa città a livello cestistico. Dobbiamo cercare, anno dopo anno, di aggiungere sempre risultati positivi: per noi stessi, per la squadra e per tutto il lavoro fatto in questi anni.

 

Sperate ancora di ripetere il sogno di due anni fa, quello della sfiorata promozione?

La promozione è l’obiettivo massimo che noi speriamo di raggiungere. Ci abbiamo già provato in passato, penso che nonostante la classifica oggi non sia ottimale l’obiettivo sia quello di andare ai playoff e giocarsela con tutti. Sappiamo che con una sola promozione e dovendo affrontare squadre anche con tanta storia e un grande pubblico nei playoff non sarà facile. Da parte nostra abbiamo l’entusiasmo: sicuramente non è semplice, due anni fa abbiamo compiuto un mezzo miracolo sportivo ma, se tutti ricordano la finale, anche che in quella stagione arrivammo ottavi vivendo anche momenti molto duri. E’ vero che nei playoff tutto si azzera, ma ci si portano dietro le certezze costruite durante i mesi della stagione regolare. Per questo dobbiamo pensare prima a noi stessi, per arrivarci nelle migliori condizioni possibili, e poi alle altre squadre.

Federico Gaibotti

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