All Star Game 2015: Gli Snobbati

Home Rubriche

Le convocazioni all’All Star Game sono un’arma a doppio taglio per i giocatori NBA: un riconoscimento importante se lo si raggiunge, una cocente delusione se si viene lasciati fuori. Era stato così per Lance Stephenson e Kyle Lowry l’anno scorso, quando entrambi erano stati snobbati a sorpresa e si erano messi a lavorare ancora più duramente per dimenticare l’esclusione. Solo il playmaker dei Toronto Raptors si è preso la rivincita, venendo inserito addirittura in quintetto quest’anno. Ma chi sono i delusi di quest’anno? Vediamoli insieme divisi per Conference.

EASTERN CONFERENCE

Kyle Korver: Ad oggi il miglior tiratore della NBA per percentuali, che parlano del 52% dal campo, 53% da tre punti e 92% dalla lunetta. Nessuno nella storia ha mantenuto questi numeri per una stagione intera e, se dovesse continuare così, l’ala degli Atlanta Hawks potrebbe diventare il primo giocatore a realizzare un’annata con percentuali 50-50-90. Questo, insieme ai 13.0 punti, 4.2 rimbalzi e 2.9 assist di media, non è bastato per vedere Korver ottenere la prima convocazione in carriera. Tre sono stati gli Hawks chiamati all’All Star Game, forse KK avrebbe meritato più di Paul Millsap.

Nikola Vucevic: 19.5 punti e 11.3 rimbalzi di media, più di così il centro montenegrino non poteva proprio fare. Anche qui lascia qualche perplessità la sua esclusione: Vooch è sicuramente il miglior giocatore degli Orlando Magic e quest’anno è una vera macchina da doppie-doppie, secondo nella Lega solo a Pau Gasol, che però è finito in quintetto (29 lo spagnolo, 28 Vucevic). Il centro dei Magic paga forse la scarsa attenzione riposta nella propria squadra, il nome che sarebbe potuto saltare è probabilmente sempre quello di Paul Millsap, oppure di un Dwyane Wade non più al top della forma fisica.

Brandon Knight: Il playmaker dei Milwaukee Bucks sta vivendo la propria miglior stagione in carriera. La sua squadra è la vera sorpresa della Eastern Conference: sesta in classifica nonostante la maggior parte degli appassionati la desse in lottery ad inizio anno. Parte del merito, se non gran parte, va proprio a Knight, leader dei Bucks che sono orfani di Jabari Parker da ormai quasi due mesi. L’ex Pistons sta segnando 17.8 punti di media con 5.2 assist e cade spesso nel dimenticatoio per via dello small market che è la città di Milwaukee.

Derrick Rose: Al primo anno completo (incrociamo le dita) dal giorno dell’infortunio al crociato, il playmaker dei Chicago Bulls non riesce a tornare all’All Star Game. Sono ormai tre anni che D-Rose non si vede alla manifestazione, quest’anno sta mantenendo 18.5 punti e 4.9 assist di media in una squadra che offre Jimmy Butler e Pau Gasol come principali opzioni offensive.

 

WESTERN CONFERENCE:

DeMarcus Cousins: Il povero DMC è per l’ennesima volta costretto a guardare le altre stelle giocare la domenica sera dell’All Star Weekend. Il centro dei Kings, quinto in doppie-doppie nella NBA e con cifre monstre che parlano di 23.8 punti, 12.3 rimbalzi e 3.2 assist a partita, è stato lasciato a casa, a lui sono stati preferiti LaMarcus Aldridge e il “vecchietto” Tim Duncan. La Western Conference è così piena zeppa di talento che è impossibile non escludere qualcuno, ma la sensazione è che quest’anno Cousins meritasse più di altri.

Damian Lillard: Se giocasse ad Est probabilmente sarebbe partito in quintetto, ma il playmaker dei Portland Trail Blazers ha la sfortuna di militare in una Conference sovraffollata di guardie. Al terzo anno nella Lega, Lillard sta vivendo un’esclusione dopo l’altra: prima il Mondiale in Spagna, ora l’All Star Game. Il prodotto di Weber State è uno dei giocatori più clutch di questa stagione, tanto che gli ultimi possessi decisivi per la sua squadra sono stati soprannominati “Lillard Time”, ma nonostante questo non potrà appendere la seconda stella (è stato infatti All Star lo scorso anno) alla propria casacca.

Mike Conley: Il discorso è lo stesso fatto per Lillard, ma amplificato. Stiamo parlando di uno dei giocatori più sottovalutati della NBA, quindi non stupisce che in un evento così commerciale come l’All Star Game lui non rientri. Il playmaker dei Memphis Grizzlies è il leader silenzioso della franchigia, giostra l’attacco e mette la museruola agli avversari in difesa, ma nonostante questo alla casella “convocazioni all’ASG” regna ancora il nulla.

CatturaMonta Ellis/Dirk Nowitzki: L’assenza di un giocatore dei Dallas Mavericks pesa molto sull’All Star Game di quest’anno. I texani sono in lotta nella equilibratissima Western Conference e i loro due leader non sono nemmeno stati presi in considerazione: Monta Ellis non giocherà la partita nemmeno quest’anno, mentre il tedesco Dirk, sebbene sia in piena scalata alla classifica marcatori All Time della Lega, è stato snobbato dopo essere sempre stato convocato dal 2002 fatta eccezione per il 2013.

Dwight Howard: Negli anni è diventato uno di quei giocatori che si danno per scontati all’All Star Game. Purtroppo il fisico e la presenza al suo fianco di James Harden hanno portato l’ex centro di Magic e Lakers a saltare il primo ASG dal 2007 a questa parte. Howard avrà comunque altro a cui pensare: i problemi alla caviglia sembrano più seri del previsto.

Purtroppo i posti all’All Star Game sono solo 12 per squadra, per questo motivo ogni anno ci saranno degli snobbati illustri. C’è da aggiungere che Kobe Bryant e Dwyane Wade non saranno della partita, al loro posto si aggiungeranno due giocatori scelti dal commissioner Adam Silver e che rientreranno sicuramente in questa nostra lista. E ora non ci resta che aspettare il 15 Febbraio.

Francesco Manzi

1 thoughts on “All Star Game 2015: Gli Snobbati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.