Aradori: “In Virtus mai contattato dall’allenatore, ci vuole personalità per parlarsi in faccia e non tutti ce l’hanno”

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Dopo tanto parlare, Virtus e Fortitudo sono passate ai fatti. La V nera ha ufficializzato la rescissione consensuale con Pietro Aradori e subito dopo la Fortitudo ha annunciato ufficialmente l’arrivo della guardia bresciana nella truppa di coach Antimo Martinio. Aradori, proprio mentre la Virtus si radunava al Paladozza per il primo allenamento della stagione, ha fatto visita ai suoi a Mancinelli e compagni per un saluto durante la seduta pomeridiana della Fortitudo.

Ha presentato il nuovo acquisto il gm biancoblù Carraretto: ““La trattativa è iniziata quando abbiamo avuto la sensazione che lui non rientrasse più nei piani della Virtus, sapevamo aveva un contratto e nel frattempo noi pensavamo solo che sarebbe potuto essere una buona soluzione per completare il nostro roster. E’ un investimento importante, starà con noi per molto tempo ed è bello che lui abbia sposato il nostro progetto. La durata? Non lo so dire con precisione, perché non è una cosa che ho seguito io. Lui è un Nazionale, e penso che anche per questo sia un acquisto importante per tutto l’ambiente, uno che da 15 fa parte di quel gruppo e ha questo curriculum può creare entusiasmo nell’ambiente. Io lo conoscevo già, siamo stati compagni di squadra a Siena quando lui arrivò dopo essersi messo in mostra a Biella. Ora il 6+6 è diventato 5+5, Pietro prende il posto dell’ipotetico americano e con lui puntiamo anche al premio per l’utilizzo degli italiani”

Poi parola ad Aradori: ““E’ curioso essere a 20 metri da dove si allena la Virtus, ma ormai il passaggio c’è stato, del passato non voglio parlare, ora sono in Fortitudo felice, supercarico e con la voglia di farmi amare dai nuovi tifosi. L’idea non è nata da tanto. In realtà io dovevo prima chiudere con la Virtus.
Ho scelto la Fortitudo p
rima di tutto perché sto bene a Bologna, poi perché questa è una grande squadra con grandi tradizioni, tanti ex giocatori di cui voglio ripetere le gesta. Poi non volevo un contratto annuale, e il 25-30 luglio tante altre squadre erano complete e offerte a lungo termine non se ne trovavano. Quindi appena c’è stata la possibilità l’ho colta con questo contratto di quattro anni.
Ritrovo molti compagni o altri giocatori che ho già affrontato. Con Mancinelli ho condiviso anni in Nazionale e l’esperienza di Cantù, e anche questo è uno dei motivi per cui ho scelto in questa direzione. E conosco anche Antimo Martino, dai tempi in cui a Roma io ero un giovane giocatore e lui un giovane vice allenatore.
Di obiettivi ne abbiamo parlato velatamente, intanto pensiamo alla salvezza, poi pensiamo a dare soddisfazioni ad un pubblico per cui sarà emozionante giocare.
Ogni situazione fa storia a sé, qui ci sono comunque giocatori che hanno tanta esperienza di A1, come Leunen, e che erano scesi in A2 solo per aiutare la Fortitudo a risalire. O gente come Fantinelli che ha voglia di dimostrare di poter stare in massima serie. E’ un bel gruppo, tante facce conosciute come quella di Robertson che ho affrontato in Coppa.
Il derby? Ancora non ci ho pensato, ovviamente vale una stagione, ma pensiamoci quando sarà il momento.
L’addio alla Virtus? Voglio solo dire che non sono mai stato contattato dall’allenatore. Lo avesse fatto a fine maggio o inizio giugno non sarei stato messo in difficoltà. Magari sarei venuto in Fortitudo lo stesso, ma io sono abituato a parlare negli occhi. Ci vuole personalità per parlarsi in faccia e non tutti ce l’hanno

Redazione BasketUniverso

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