Boston Celtics
Isaiah Thomas 5,5: gioca solo due partite per infortunio, ma entrambe male. In Gara-1 chiude con 17 punti, nel primo tempo di Gara-2 (nel secondo non scende in campo) è impalpabile, forse anche a causa del problema fisico, e segna solo 2 punti. E’ il punto debole della difesa di Boston, ma per quel poco che ha giocato non è riuscito a incidere nemmeno in attacco.
Avery Bradley 7: senza Thomas è lui il leader dei Celtics e le prestazioni sembrano confermarlo. Non dà segni di dominanza come accade spesso al compagno di backcourt, ma ha il merito di segnare il canestro decisivo dell’unica vittoria di Boston e di andare per tre volte oltre i 20 punti.
Gerald Green 6: buttato nella mischia come aggiustamento di Stevens dopo Gara-2, non si rivela una scelta particolarmente azzeccata.
Jae Crowder 6: fallisce categoricamente il compito di limitare LBJ e non si può fargliene una gran colpa. In generale in tutte le cinque gare è presente, e spesso segna anche da dietro l’arco, ma non ha mai quella scintilla che possa spingere i Celtics.
Amir Johnson 5: lanciato in quintetto in Gara-1, poi Stevens si accorge che non può stare in campo contro la lineup dei Cavs e finisce per giocare solo 32′ totali nella serie.
Al Horford 5,5: paura dei rimbalzi a parte, non incide troppo sulla serie. In Gara-5 non riesce nemmeno ad andare in doppia cifra per punti, viene dominato da Thompson a rimbalzo e in un paio di occasioni sparacchia allegramente. Si salva solo in Gara-4, e da un All Star ci si aspetterebbe di più.
Marcus Smart 6,5: come tutti i Celtics stecca le prime due partite, domina Gara-3 in assenza di Thomas con 27 punti, per poi tornare a sparacchiare nelle ultime due uscite, pur dando il solito contributo in termini di difesa e energia.
Kelly Olynyk 5,5: dopo la straordinaria Gara-7 contro Washington ci si poteva aspettare un calo, ma lui gioca solo due partite su cinque (entrambe, Gara-3 e 4, con 15 punti), per il resto una serie di prestazioni incolori e figuracce in marcatura.
Jonas Jerebko 6,5: forse il migliore dei Celtics in rapporto a ciò che si pensava potesse dare. E’ uno dei maggiori artefici della vittoria in Gara-3 e non sfigura nemmeno in Gara-4.
Jaylen Brown 6,5: paradossalmente, da rookie, l’unico presentabile in difesa contro James. Spesso riesce a contenerlo col corpo, anche se è un compito quasi impossibile. Finisce la serie acciaccato, giocando solo 9′ in Gara-5.
Terry Rozier 5: l’altra faccia dell’essere rookie. E’ confuso e molte volte commette errori banali.
Tyler Zeller sv: in campo sostanzialmente solo nel garbage time.
Brad Stevens 6: sufficienza perché nonostante tutto riesce a vincere una partita contro Cleveland. Bravo a trovare il bandolo della matassa anche senza Thomas, ma tre blowout su tre in casa pesano.
Cleveland Cavaliers
Kyrie Irving 7,5: parte lento, con soli 11 punti e una non esaltante Gara-2. Poi dà finalmente una svolta ai propri Playoffs e torna ad essere letale in attacco, con oltre il 65% dal campo nelle ultime quattro partite della serie, compreso un decisivo quarantello in Gara-4.
JR Smith 6: l’anello “debole” del quintetto dei Cavs non fornisce prestazioni degne di nota, ma si fa trovare pronto quando deve sparare da tre (47% scarso nella serie).
LeBron James 8: come Irving sbaglia una partita, l’unica che i Celtics vincono, quando segna solo 11 punti e 0 nell’ultimo quarto con tanti errori. Per il resto fa il bello e il cattivo tempo in una serie dominata in lungo e in largo, nessun avversario è in grado di fermarlo.
Kevin Love 8: tira un po’ il freno a mano nelle ultime due partite, ma nelle prime tre è assolutamente unstoppable. Da tre punti è quasi una certezza e in Gara-3 chiude addirittura con 7 triple, inoltre va sempre in doppia-doppia e i suoi touchdown pass in uscita spesso portano punti preziosi in contropiede.
Tristan Thompson 7,5: non è il più appariscente, ma tra i più determinanti. Solo due volte in doppia cifra per punti, una per rimbalzi, ma domina sotto i tabelloni contro i lunghi di Boston. E’ su qualsiasi rimbalzo in attacco catturabile e concede spesso e volentieri una seconda chance all’attacco di Cleveland.
Deron Williams 5: una Gara-5 perfetta non cancella una serie parecchio in ombra.
Richard Jefferson 6: l’età si fa sentire, ma quando è chiamato in causa per far rifiatare LBJ fa il suo dovere, trovando anche 10 punti nel blowout di Gara-2.
Kyle Korver 5: per le Finals dovrà aggiustare il mirino, perché il 30% da dietro l’arco è oggettivamente poco. Molte volte è bravissimo a smarcarsi sfruttando i blocchi, ma impreciso al tiro.
Iman Shumpert 6: gioca molto solo in Gara-1, quando è chiamato in causa dà il proprio contributo ed è anche insolitamente preciso con il 52% di media.
Dahntey Jones sv: in campo solo per il garbage time nelle tre gare dominate dai Cavs.
James Jones sv: entra solo in due occasioni, ma merita una menzione per le 7 Finals consecutive raggiunte.
Tyronn Lue 6,5: non gli si può dire nulla visto il 4-1. Sono mancate letture particolari, ma anche per la facilità con cui i suoi Cavs si sono liberati di Boston.
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