Brad Stevens a Milano: “Datome potrebbe essere ancora in NBA, adoro il basket internazionale”

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Circondato da riflettori, registratori, microfoni e telecamere Brad Stevens ha parlato coi i media prima dell’allenamento giornaliero dei Boston Celtics al PalaLido di Milano. Il coach dei biancoverdi è l’autentica rivelazione degli ultimi anni ed è riuscito, contro ogni pronostico, a conquistare i Playoffs già alla seconda stagione nella NBA, con una squadra in pieno rebuilding.

Con questi allenamenti cerchiamo di migliorare in determinati aspetti, ma ovviamente anche io voglio vedere come ci alleneremo visto che siamo arrivati qui solo ieri. Sono eccitato al pensiero di giocare contro l’Olimpia Milano, dal mio punto di vista, ovvero da quello di un uomo che ama il basket, è una cosa molto positiva poter guardare come giocano le squadre di altre nazioni, i loro schemi, lo stile di allenamento, cose che posso “rubare” e da cui traggo ispirazione. Mi diverto molto anche a guardare le partite delle competizioni internazionali, quindi avere l’opportunità di giocare contro sia Milano che il Real Madrid in una sola settimana è una grande sfida, sarà dura ma è una chance per studiare queste squadre.

Poi Stevens ha parlato anche di Luigi Datome, che nella seconda metà della scorsa stagione ha giocato proprio a Boston, prima di decidere di tornare in Europa col Fenerbahçe durante l’ultima free agency.

Adoro Gigi, mi ha scritto proprio ieri. E’ un bravo ragazzo e un grande compagno di squadra, ha fatto un ottimo lavoro con noi, penso che farà molto bene anche al Fenerbahçe. Ho sempre pensato che le persone debbano avere coscienza di chi sono e cosa fanno, Datome ce l’ha, anche se è un buon giocatore di basket sa che il mondo è più grande di lui, è una persona piacevole da avere intorno.

Se è materiale per l’NBA? Assolutamente sì. Sa tirare, allarga il campo, è intelligente, quando viene chiamato in causa fa sempre le giocate giuste e sa anche cosa fare in difesa. Sapete, ci sono moltissimi ragazzi che non giocano in NBA ma che potrebbero farlo. Alcuni di loro non riescono ad arrivarci per qualche ragione particolare, altri invece scelgono spontaneamente di non andarci. Questa è la realtà, il suo caso è proprio l’ultimo: Datome potrebbe giocare in NBA, potrebbe far parte di una franchigia in questo momento, ma ha trovato una situazione per cui è molto felice.

E poi ancora sul basket europeo:

Della vostra pallacanestro adoro le spaziature, il modo in cui si muove la palla, il ritmo del gioco, non c’è molto che non mi piace a dire la verità. Sono un grande fan del basket internazionale, quando allenai nei World University Games nel 2011 con gli USA giocammo in Cina e la cosa che più ricordo con piacere è che poi avevo registrazioni di 23 minuti che ho guardato, alcune che guardo ancora, che ho inviato ad un paio di amici. Questo è quello che fa un allenatore: studia. Per me fu incredibile, io ero assistente e dovevo osservare diverse squadre, guardavo come giocavano Russia o Finlandia, sono grandi momenti di apprendimento per un coach.

Vedo una pallacanestro ormai simile che viene giocata in NBA, che negli ultimi anni si è rimpicciolita [intesa come small ball, ndr], si vedono molte spaziature sui pick and roll come qui, una particolare attenzione al tiro. Qui però la palla si muove molto velocemente e questa è una delle ragioni per cui volevo giocare a Milano.

Francesco Manzi

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