Brugnaro: il Kennedy del basket italiano

Il presidente veneziano ha rilasciato una bellissima intervista apparsa questa mattina sulla Gazzetta dello Sport dove tratta molti argomenti, primo su tutti, la situazione a Venezia: “L’anno scorso non è andato secondo le aspettative per alcune vicissitudini che dubito possano ripetersi. Ma ci sta, il bilancio resta positivo. Ora cercheremo di costruire una cultura vincente, l’abitudine al successo, l’arte di tener duro, che è un po’ la mia storia e quella di chi arriva in alto. I bilanci troppo frettolosi non li voglio. Il campo dirà cosa  varremo, l’importante sarà giocare con lealtà.”

Parla anche del movimento basket italiano ed elogia il Presidente Petrucci nel suo modo di fare e Giorgio Armani per quanto ami questo sport e ne sia il massimo esponente: “L’impegno c’è, la passione di Petrucci è da elogiare, meno male che c’è il suo entusiasmo. Così come quello di Giorgio Armani, che nobilita più di tutti il nostro basket, per il messaggio che arriva dall’eccellenza della sua vita lavorativa. Merita ben altro di uno scudetto. E’ dentro il progetto di rilancio dell’Italia: ha investito, speso e ha vinto.”

E’ molto schivo sul caso Hackett e consiglia di chiudere tutto brindando e non continuando a litigare, tirando bordate su bordate come sta accadendo negli ultimi giorni, sia dalla Federazione sia dai suoi compagni di squadra, e in maglia azzurra e di Milano.

Conclude l’intervista alla Gazzetta dello Sport dicendo quello che si aspetta dalla prossima stagione sportiva dalla sua Reyer: “Innanzitutto sarò contento se il Signore darà a me e ai miei cari la salute. Per la Reyer direi se avrà giocato con la dignità, la passione e il rispetto che meritano questa città. Basta che i giocatori ogni volta che scendono in campo lo facciano dando il 100% per questa maglia. Mi piace molto usare la frase di Kennedy: “Non chiedere cosa può fare il tuo Paese per te ma cosa puoi fare tu per il tuo Paese ». E’ una logica che si può applicare anche allo sport”.