La NBA non è nuova alla creazione di account fake da parte di alcuni giocatori per difendere la propria immagine, ma quello fatto da Bryan Colangelo, GM dei Philadelphia 76ers, e svelato in esclusiva da The Ringer grazie alla soffiata di una fonte anonima va oltre ogni immaginazione.
Colangelo avrebbe avuto ben cinque account Twitter fake diversi, cancellati tutti appena è uscita la notizia. Con questi account il GM, oltre a difendere la propria immagine, attaccava giocatori, anche e soprattutto dei Sixers, e colleghi in giro per la NBA, rispondendo ai tweet di media e altri addetti ai lavori. Ad esempio con i suoi profili Colangelo aveva più volte parlato di Jahlil Okafor, un separato in casa per un anno e mezzo a Philadelphia prima di venire scambiato a Brooklyn. Il 13 febbraio 2017 twittava: “Me lo sento, lo scambio [rispondendo ad un tifoso che ipotizzava una trade con New Orleans, ndr] era fatto ma Jah [Okafor, ndr] non ha passato le visite mediche. Aspettiamo e vediamo, è l’unica spiegazione a questo punto”. Per poi rispondere poco dopo a chi accusava il “vero Colangelo” di aver fatto saltare lo scambio: “Lui ha protetto un ragazzo che lo ha fatto saltare. Non ha passato le visite mediche con l’altra squadra. Lasciatelo in pace, si preoccupa solo per il futuro di Jay [Okafor, ndr]”.
Con un altro account se l’è invece presa con Nerlens Noel, prima difendendosi personalmente (“Brett Brown voleva mandarlo via, era un male per lo spogliatoio. Ancora una volta Colangelo ha protetto il coach e si è preso la m***a al posto suo. Perché lui ha classe, non è un cattivo”) e poi, con un account diverso, chiamandolo “selfish punk” (“Sì, vorrei mandare via molto più Noel piuttosto che Jah [Okafor, ndr], Jah ha problemi al ginocchio ma ha classe, Noel è un teppista egoista”).
In altre occasioni ha svelato i motivi degli infortuni di Markelle Fultz alla spalla e di Joel Embiid al ginocchio:
E a proposito di Embiid, Colangelo non si è limitato a questo ma lo ha più volte apertamente (ma non troppo, visto i profili fake) criticato, definendolo egoista e in un certo senso invidioso che i riflettori gli stessero venendo rubati da Ben Simmons:
Embiid ha ovviamente reagito sui social network alla notizia:
BRUH pic.twitter.com/hv59PDxlgY
— Joel Embiid (@JoelEmbiid) May 30, 2018
I’m upset @drake
— Joel Embiid (@JoelEmbiid) May 30, 2018
Lmao CJ.. you just gotta trust it https://t.co/Igl0MZouzQ
— Joel Embiid (@JoelEmbiid) May 30, 2018
Fun night on Twitter lmao.. All jokes asides I don’t believe the story. That would just be insane
— Joel Embiid (@JoelEmbiid) May 30, 2018
E nonostante il centro dei Sixers dica di “non credere a questa storia”, al momento l’evidenza sembra suggerire che tutto sia vero. Per tutti gli altri tweet, che sono moltissimi, potete leggere direttamente l’articolo di The Ringer a riguardo, qualche piccola anticipazione: critiche a Masai Ujiri, GM dei Raptors, e Sam Hinkie, suo predecessore a Philadelphia, oltre che una risposta molto piccata a Gabrielle Union, moglie di Dwyane Wade.