BU Awards 2017: Most Valuable Player

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Da quest’anno tutti i premi individuali verranno annunciati al termine delle Finals, in particolare il 26 Giugno, durante una cerimonia unica. Noi di BasketUniverso invece li assegneremo giorno per giorno, tre di noi compileranno il proprio podio e in base anche al “voto del pubblico” decreteremo il vincitore dei vari BU Awards 2017 (3 punti per ogni primo posto, 2 per il secondo, 1 per il terzo).

 

1- Giovanni Aiello: LeBron James

Trovo ogni anno sempre più difficile dare una valutazione per questo premio: cosa si dovrebbe valutare? Quanti punti? Quante vittorie di squadra? Come gioca la squadra? Chi è il più indispensabile per i propri compagni? Perché cavolo quest’anno danno i premi a Giugno?! Detto questo, i papabili candidati sono Westbrook, Harden, Leonard e James e personalmente chiunque vinca mi può stare bene, proprio perché non esistono dei parametri “oggettivi” per valutare un MVP, e quei quattro hanno portato a termine una stagione incredibile. Il favorito? Probabilmente Harden, ma dovessi scegliere io punterei il dito sul talento nato ad Akron: 26.4 punti, 8.7 rimbalzi, 8.7 assist e 1.2 rubate in 74 partite, tirando con il 54,8% dal campo e un onesto 36,3% dall’arco. Tralasciando le statistiche più “superficiali”, LeBron ha un impatto devastante sui Cavs: +8.2 di Net Rating con lui in campo, -8.3 quando siede in panchina, mentre se si parla di Offensive Rating, la squadra passa dall’essere una delle peggiori tre della Lega (101.6) a potenzialmente il miglior attacco (115.1) davanti addirittura a Golden State. Parliamo comunque del giocatore più dominante di quest’epoca, che nonostante ci abbia abituato a cifre mostruose ha toccato il massimo in carriera per assist e rimbalzi a 32 anni, e anche in questa stagione ha dimostrato per l’ennesima volta di essere un giocatore COMPLETO e determinante a 360 gradi.

Secondo classificato: James Harden
Terzo classificato: Russell Westbrook

 

2- Bernardo Cianfrocca: Russell Westbrook

Sono stato a lungo convinto che il premio di Most Valuable Player dell’ultima stagione regolare spettasse a James Harden. La ragione? Essere l’assoluto leader di una squadra che, attorno a lui e a un sistema di gioco ben delineato per esaltarne le caratteristiche singole e collettive, si è issata ai vertici della lega. Una spiegazione molto semplice, razionale. Che non è mai venuta meno, neppure in un singolo giorno. Dalla prima all’ottantaduesima partita, Harden ha fatto ciò che ci si aspettava da lui, anche qualcosa in più. Il problema è stato, per l’appunto, Russell Westbrook, la grandezza di ciò che ha saputo compiere, superare e raccontare. Il playmaker degli Oklahoma City Thunder è stata la storia più bella e appassionante che la NBA abbia regalato negli ultimi mesi. Aver battuto il record di triple-doppie stagionali, nonché l’aver terminato la regular season con una tripla-doppia di media, è innanzitutto impresa che corona la sua totale supremazia nei fondamentali più importanti del gioco. Capacità di segnare in diversi modi e momenti, di andare a rimbalzo, di mettere anche in ritmo i compagni.  E’ stata oltretutto un’impresa non fine a sé stessa, ma anzi necessaria per fare in modo che la sua squadra arrivasse a giocarsi i Playoffs senza nemmeno essere troppo condannata in partenza. Il record di Westbrook è forse diventato il suo primo obiettivo durante la stagione? Magari verso la fine, ma riflettendoci, sembra insindacabile come questo record fosse l’unica vera maniera per far raggiungere ai Thunder il loro massimo. Una scelta non solo del giocatore, ma anche dello staff tecnico e dei compagni, che allo strapotere di Russell si sono voluti affidare per concedersi una speranza nuova, che mitigasse il rancore, il rimpianto e lo struggimento per l’addio di KD. Una via obbligata, forse confusa con l’egoismo smisurato. C’ è inoltre una componente emotiva da non sottovalutare. Cosa, in questo anno, ci ha tenuti col fiato sospeso, ci ha spinto in primis ogni notte a vedere le partite o, nella maggior parte dei casi, a controllare subito i risultati ogni mattina? Westbrook e la sua rincorsa alla storia, le sue magie, quasi divenute ordinarietà. E rendere concepibile lo straordinario è forse quanto di più unico si possa realizzare. Westbrook è stata l’icona della NBA della stagione 2016/2017, inutile negarlo. Un MVP è anche questo: la sua capacità di incidere dentro il parquet e fuori, di rendersi immagine globale di un modello che, dalla globalità, ha tratto la sua forza.

Secondo classificato: James Harden
Terzo classificato: LeBron James

 

3- Francesco Manzi: James Harden

Molti penseranno che, con il record di triple-doppie stagionali E la tripla-doppia di media mantenuta per 82 partite, non si possa assegnare l’MVP ad altri che a Russell Westbrook. Il fatto che invece altri tre giocatori (Harden, James e Leonard) potrebbero vincerlo senza creare scandalo dovrebbe dare un’idea del livello di talento raggiunto dalla NBA nell’ultimo anno. Il termine “Valuable” crea sempre diversi problemi, è ambiguo, è stato creato forse proprio per esserlo. Se fosse solo un discorso di premiare la miglior stagione individuale, non bisognerebbe assegnarlo a nessuno se non alla point guard dei Thunder. Se invece si allarga la prospettiva, si guarda a chi ha reso migliore non solo sé stesso, ma anche i compagni, l’MVP di questa stagione è James Harden. Non c’è nessuno, all’interno dell’intera Lega, che sia stato capace di performare a simili livelli e migliorare nel frattempo anche il rendimento dei compagni come ha fatto il Barba. Gli Houston Rockets sono passati dall’ottavo al terzo posto e il merito è quasi esclusivamente di Harden: per un solo punto, la guardia dei texani non ha pareggiato il record di punti segnati o assistiti in una singola stagione appartenente a Tiny Archibald e stabilito nel 1973 (4538 contro i 4539 del primato). Si può fare un discorso di triple-doppie, e Harden è andato a 1.9 rimbalzi di media da stabilire un record come quello di Russ. Si può fare un discorso di compagni, forse migliori nel caso del Barba ma perché a loro volta messi nelle condizioni di fare la differenza dalla sua visione di gioco (al primo turno della post-season perfino Nenè è diventata una macchina da punti al suo fianco). Westbrook è un ciclone impazzito che fa danni alla cieca. Colpisce gli avversari, ma a volte fa male anche ai suoi stessi compagni, è stato possibile osservarlo evidentemente durante il primo turno di Playoffs. James Harden è un preciso chirurgo che sa come e dove mettere le mani, o farle mettere ad altri, nel modo più utile alla squadra.

Secondo classificato: Russell Westbrook
Terzo classificato: Kawhi Leonard

 

4- Voto del pubblico: Russell Westbrook

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Con un mastodontico 62% i lettori hanno scelto Russell Westbrook. Inutile la concorrenza di James Harden, fermo a poco più di un quarto dei suoi voti, e per Kawhi Leonard, che chiude il podio per poco davanti a LeBron James. Alla luce dei risultati, la classifica di BasketUniverso evidenzia un clamoroso pareggio in testa.

 

Classifica finale:

1- Russell Westbrook&James Harden: 9 punti

2- LeBron James: 4 punti

3- Kawhi Leonard: 2 punti

 

Redazione BasketUniverso

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